OMELIA SOLENNITA’ TUTTI I SANTI 1996
Cattedrale di Ferrara
Presso tutti i popoli è preziosa la memoria di coloro che hanno
vissuto in modo eccellente. Certamente la risposta alla domanda in che
cosa consista l’eccellenza, la grandezza di una vita, è diversa,
ma la venerazione degli uomini grandi è comune. Di essi si custodiscono
la memoria, conservando oralmente o per iscritto il ricordo di ciò
che hanno fatto o detto in vita; l’arte ne raffigura volti o episodi; i
luoghi in cui sono nati, vissuti o morti sono venerati e gelosamente custoditi.
La venerazione che la Chiesa ha per i santi è l’espressione
cristiana di questo bisogno umano? Non proprio: il culto dei santi si radica
ben più profondamente nella coscienza cristiana.
Per capirlo partiamo da un dato di fatto. Nei primi secoli, il
culto cristiano dei santi era estremamente semplice: consisteva nel celebrare
l’Eucarestia sulla tomba dei martiri (solo i martiri al principio erano
venerati), facendo memoria del santo nella grande preghiera eucaristica
(il canone). Ancora oggi, quando celebriamo l’Eucarestia diciamo: ricordiamo
e veneriamo in primo luogo la gloriosa e sempre Vergine Maria ... i tuoi
santi apostoli, i gloriosi martiri” (canone romano). Questo fatto è
l’intera spiegazione del culto dei santi.
Nel momento in cui noi celebriamo l’Eucarestia, noi partecipiamo
realmente anche se sacramentalmente al sacrificio di Cristo, al dono cioè
che Cristo ha fatto di sé stesso sulla Croce. E’ questo sacrificio,
questo dono l’unica sorgente di tutta la santità di ogni santo:
di Marta, degli Apostoli, dei Martiri, di tutti. Così quando noi
celebriamo l’Eucarestia attorno all’altare è raccolta tutta la Chiesa.
E’ presente la Chiesa in cammino ancora su questa terra, la Chiesa che
siamo noi. E’ presente la Chiesa di cui ci parla la prima lettura di oggi:
la Chiesa di coloro che sono già “passati attraverso la grande tribolazione
e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello”.
E’ presente la Chiesa di coloro che hanno già terminato il loro
pellegrinaggio e vivono nella purificazione: la Chiesa dei nostri defunti.
Allora in Cristo ci è concesso di vivere un’incredibile esperienza:
vivere in comunione reale con tutti i santi. Tutti sono con te; nessuno
si separa da te, perché si separerebbe da Cristo (il che è
impossibile); tutti sono tuoi, Maria, gli Apostoli, i Martiri, tutti. Ormai
non possiamo più andare a Cristo e vivere con Cristo prescindendo
dai Santi, poiché Cristo non è più separabile da essi.
I Santi a loro volta non possono stare nella vita eterna senza essere in
comunione con ciascuno di noi, poiché separandoci da noi, non sarebbero
più in comunione con Cristo che è unito a tutti noi.
Questa stupenda realtà ha un nome: è la comunione
dei Santi. La distanza del tempo non conta più nulla: noi siamo
in comunione con Maria, la Madre di Dio, e Maria è in comunione
con noi, anche se ci sono duemila anni fra noi due. Il fatto che non abbiamo
conosciuto personalmente il Santo non conta nulla: senza esserci conosciuti,
ora ci conosciamo, perché siamo conosciuti da e in Cristo.
Questo nostro essere, ritrovarci tutti in Cristo è la
base, la ragione e la sorgente del nostro culto dei santi. Ci aiuta
a capirlo e a viverlo bene.
Il culto dei santi non è un “optional”: è un’esigenza
scritta nel cuore stesso della nostra fede cristiana. Certo, ognuno nei
confronti dei santi ha le sue preferenze per l’uno o per l’altro. Ma non
si può essere in Cristo senza essere coi santi, poiché Cristo
è coi santi.
Non tutti i santi ... sono allo stesso livello e quindi meritano la
stessa venerazione. La misura della nostra venerazione dipende dal rapporto
che il santo ha con la persona di Cristo. Ora esiste una persona che ha
con Cristo un rapporto assolutamente singolare, unico: è Sua Madre,
Maria. La venerazione che la Chiesa ha per Lei è quindi unica. Non
è sullo stesso piano con nessun santo! Legato a Lei è il
suo purissimo sposo S. Giuseppe.
Dopo Maria, chi è più strettamente legato all’avvenimento-Cristo
è Giovani Battista: di lui la Chiesa ha una venerazione particolare.
Poi gli Apostoli. Seguono i martiri che hanno donato la vita a Cristo.
C’è dunque un ordine nella venerazione: Maria, Giuseppe, Giovanni
Battista, gli Apostoli, i martiri e poi tutti i santi.
La venerazione dei santi, lo stare in comunione con loro, il
parlare con loro, è una esperienza stupenda donataci da Cristo:
non priviamocene.
Questa esperienza, che oggi la Chiesa pellegrina sulla
terra vive con particolare intensità, ci fa anche scoprire la nostra
vera dignità. “Vedete quale amore ...”. Ecco la nostra vera grandezza:
essere amati dal Padre, essere chiamati a contemplarlo. Ed allora non c’è
che una vera infelicità: quella di non essere santi.
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