Santo Natale del Signore. Messa della Notte
Cattedrale di Ferrara, 24 dicembre 2003
1. "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce". Carissimi fratelli e sorelle, questa parola profetica ci introduce nel contenuto della celebrazione che stiamo facendo: l’uomo che camminava nelle tenebre vide una grande luce.
Presso tutti i popoli la vita umana è stata paragonata ad un viaggio, ad un cammino. Ogni viaggio ha una meta; ogni cammino un traguardo. E il viaggio della nostra vita quale meta ha? Quale traguardo? L’uomo sembra non saperlo più: cammina nelle tenebre, perché non conosce più la meta ultima del suo peregrinare. E spesso disperiamo sulle sorti finali anche della storia umana. Abbiamo perduto la certezza di una meta finale capace di trasformare in tappe successive le giornate della nostra vita. È questa situazione che ci rende così insicuri e ci porta a mascherare il nostro profondo disagio in una fretta continua.
Il profeta ci dice: "questo popolo – cioè noi – ha visto in questa notte [nella notte del nostro disagio] una grande luce. Quale luce? Ascoltiamo l’apostolo Paolo.
2. "Carissimi, è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini". La luce che illumina il cammino della nostra vita è la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini.
È apparsa la grazia di Dio: ecco ciò che è accaduto in questa notte. Dio ha rivelato il suo atteggiamento verso l’uomo: è un atteggiamento di benevolenza, di amore, di misericordia. L’uomo , ciascuno di noi vedendo questa luce non si sente più abbandonato a se stesso, ma portato da un Amore che intende guidarlo verso una pienezza di vita; non si sente più consegnato ad un destino senza volto e nome, ma preso per mano da una Potenza che spezza "il giogo che l’opprimeva". L’Apostolo infatti continua dicendoci che la grazia di Dio "ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo" [ecco il nostro pellegrinaggio] "nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo" [ecco la meta finale del nostro cammino].
In questa notte la nostra vita ha subito la più profonda trasformazione: ha cessato di essere un girovagare senza meta ed è divenuto un pellegrinaggio della "beata speranza" verso la manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
3. "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia". La narrazione evangelica descrive il modo con cui è apparsa la grazia di Dio: è apparso nel fatto che Dio è stato concepito e partorito da una donna nella nostra natura umana. La grazia di Dio, il suo amore verso l’uomo si è dimostrato, ha preso corpo in questo concepimento ed in questo parto.
Dio facendosi uomo si è fatto compagno dell’uomo nel cammino della vita, condividendone pienamente la condizione. Questa condivisione divina della nostra natura e condizione fonda la certezza che possiamo essere salvati dalla perdizione eterna. È ciò che hanno detto gli angeli stessi: "oggi vi è nato nella città i Davide un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
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