"Tre Giorni" del Clero
Meditazione all’Ora terza del 13 settembre 2011
Cari fratelli, la parola di Dio oggi ci rivolge un forte invito, che deve essere luce per tutta la nostra riflessione odierna: "non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità". Ieri, per così dire, abbiamo meditato sul fatto oggettivo che sta a fondamento di questa tre giorni: lo splendore affascinante della divina Rivelazione e – per contrarium – la sorte tragica di chi non cammina in questa luce. Oggi la Parola di Dio ci invita a considerare la sorgente intima da cui scaturirà la nostra riflessione di oggi, il principio interiore che genererà oggi la nostra condivisione nei gruppi. Questa sorgente, questo principio interiore è la carità. Ma quale carità? Di che cosa parliamo quando parliamo di carità?
La prima qualificazione è chiara: "coi fatti". La seconda è più profonda: "nella verità". La carità, che oggi si esprimerà nel nostro stare assieme, nella nostra attenzione a quanto ci sarà detto, nella nostra condivisione di idee, proposte, e difficoltà all’interno dei gruppi, è una carità "nella verità".
È la conoscenza che noi possediamo mediante la fede, della rivelazione dell’amore di Dio in Gesù, a generare quei gesti di carità detti prima. Essi sgorgano dalla luce dell’amore di Dio, che risplende dentro di noi, e che è il segreto della nostra esistenza sacerdotale. È questa verità la sorgente interiore di ciò che oggi faremo. È perché abbiamo visto e creduto all’amore che Dio in Gesù ha per l’uomo, che noi oggi lavoreremo perché ogni uomo incontri il Signore: amiamo nei fatti e nella verità.
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