PELLEGRINAGGIO A LOURDES
S. Messa del Pellegrinaggio
2 settembre 2008
1. "Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore".
Queste divine parole narrano trent’anni circa della vita umana del Verbo fatto carne. Esse non riguardano solamente Gesù, ma ci rivelano anche l’attitudine fondamentale con cui quei trenta anni sono vissuti da Maria. L’obbedienza di Cristo, e la meditazione di Maria sua madre esprimono compiutamente la vita della S. Famiglia di Nazareth.
L’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Efeso: "voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio" [2,19]. Possiamo anche noi oggi ritenerci abitanti della santa casa di Nazareth, e fermarci a guardare, anzi a contemplare ciò che in essa accade e come in essa la vita si svolge.
L’obbedienza di Gesù, in primo luogo deve attirare la nostra attenzione. Cari fratelli e sorelle, è questo un grande mistero. È nell’obbedienza di Gesù che il nostro destino di morte si capovolge in un destino di vita; è nell’obbedienza di Gesù che accade dentro la storia umana la vera rivoluzione.
Adamo [e Adamo è ciascuno di noi] riteneva che l’espressione più alta della sua libertà fosse dire di "no" al suo Creatore. Anzi che in questo modo si mettesse alla pari con Dio stesso. Gesù invece – ci dice l’apostolo Paolo - "pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, … facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce" [Fil 2,6-8].
Come avete sentito, l’Apostolo parla certamente dell’atto di obbedienza di Cristo sulla croce. Ma questo "stile di obbedienza" che impresse a tutta la sua vita, Gesù lo iniziò e lo apprese a Nazareth. E così nella casa di Nazareth noi impariamo la verità più importante circa noi stessi: impariamo che cosa sia la vera libertà.
"Il massimo della libertà è il "sì", la conformità con la volontà di Dio. Solo nel "sì" l’uomo diventa realmente se stesso; solo nella grande apertura del "sì", nella unificazione della sua volontà colla volontà divina, l’uomo diventa immensamente aperto, diventa "divino"" [Benedetto XVI, Ud. Gen. 25-06-2008]. La casa di Nazareth è la scuola dove impariamo ad essere veramente liberi e liberamente veri.
La meditazione di Maria è l’altro grande fatto quotidiano che accade a Nazareth. Cari fratelli e sorelle, con questo atteggiamento la Madre di Gesù ci insegna la via che dobbiamo percorrere per entrare nei misteri della fede, per non rimanere fuori da quella realtà che sola resta per sempre. Infatti, come ci insegna l’Apostolo "le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne" [2Cor 4,18b]. Ebbene, per entrare nel mondo della fede dobbiamo saper ascoltare la parola di Dio predicata dalla Chiesa, dobbiamo meditarla nel nostro cuore.
A Nazareth, guardando l’atteggiamento di Maria, siamo invitati a guarire da una delle più gravi malattie spirituali di oggi: la malattia del consumo frettoloso di tutto, anche della comunicazione della divina parola. La fretta è la morte della vita spirituale.
È necessario reimparare a "conservare nel cuore" quanto la parola di Dio ci va dicendo. Niente e nessuno può sostituire la meditazione, la riflessione.
2. Cari fratelli e sorelle, già domani noi lasceremo Lourdes e torneremo alle nostre case, alla nostra vita quotidiana. Così come Maria, Giuseppe e Gesù tornarono a Nazareth.
Il nostro pellegrinaggio non è stata una parentesi o una evasione. Qui noi con Maria abbiamo imparato a imprimere nella vita ordinaria che riprenderemo, una qualità diversa. Imprimere una qualità diversa ai nostri affetti, al nostro impegno di educare i nostri bambini, al nostro lavoro e alle nostre quotidiane tribolazioni.
L’obbedienza di Gesù ci insegna che non dobbiamo considerarci soli, quasi come girovaghi senza fissa dimora. Siamo dentro ad un disegno di amore, sostenuti da una Potenza che si prende cura di ciascuno: questa è la nostra dimora – l’amore del Padre rivelatoci in Cristo – nella quale rimaniamo.
La meditazione di Maria ci insegna che la nostra vita quotidiana va vissuta, non consumata: nella luce serena di quelle grandi verità della nostra fede che la santa Chiesa ci insegna.
La casa di Nazareth non è un ideale per le nostre case, è semplicemente la loro verità.
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