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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Scuola della fede
[4]
La risposta dell’uomo a Dio
Seminario Arcivescovile, 5 marzo 2013


1. La risposta a Dio che ci parla; a Dio che intende vivere con noi; a Dio che ci fa una proposta di vita, è la fede. Questa sera cercheremo di rispondere a questa domanda: che cosa è la fede? Che cosa vuol dire credere?

Parto da una metafora. L’ho già usata altre volte, ma non ne ho trovata una più adeguata. Immaginiamo che un ragazzo faccia una proposta d’amore ad una ragazza; le dica che la ama veramente, che intende condividere con lei la sua vita. Di fronte a questa proposta la ragazza può dare tre risposte: tre risposte sono possibili.

Prima risposta: mi stai ingannando, perché conosco bene come ti sei comportato altre volte. Non mi fido.

Seconda risposta: sei una persona onesta, affidabile, ma io per te non "sento" nulla; restiamo buoni amici, e nulla più.

Terza risposta: ti ho ascoltato; so che sei una persona che non mi inganni: sei affidabile; consento alla tua proposta, ed iniziamo il nostro cammino.

Provate ora a sostituire il ragazzo con Dio stesso venuto fra noi, e la ragazza con ciascuno(a) di voi, ed avremo questo risultato. La prima risposta e l’incredulità; la seconda risposta è il rispetto di chi comprende la grandezza della cosa, ma nulla più; la terza risposta è la fede. Tenendo presente questo paragone, ora possiamo cominciare a rispondere alla domanda che cosa è la fede.

La fede è l’assenso che la persona umana dona a Dio che in Gesù le parla, nella certezza che Egli non le dice il falso e non l’inganna. Proviamo ora ad analizzare attentamente questa risposta. Prestatemi molta attenzione.

2. La fede è prima di tutto un assenso della nostra ragione [o più concretamente: della persona mediante la sua ragione]. Che cosa significa "assentire con la nostra ragione"? Ritenere che quanto mi è detto, è vero. E’ vero, cioè mi sta dicendo come stanno le cose, come stanno realmente. Faccio un esempio. Dio in Gesù mi dice: "io sono morto in croce per i tuoi peccati". La fede che cosa è? Ritenere con certezza che veramente; che in realtà Gesù è morto in croce per i miei peccati; che le cose stanno proprio così.

Dal fatto che la fede sia un assenso derivano due conseguenze.

La prima. L’assenso della fede è assolutamente certo. Parlare di una fede dubbia è parlare di un circolo quadrato. O non sono dubbi, ma solo difficoltà che uno incontra nel dare il proprio assenso, e mille difficoltà non fanno un dubbio. Oppure la persona non è ancora giunta alla fede: non è credente.

La seconda, poiché la fede è un assenso, essa ha dei contenuti, precisamente ciò che Dio in Gesù mi dice. Se fate attenzione quando voi avete una convinzione, voi la esprimete con una proposizione: "io sono convinto che…; io penso che…". Una fede priva di contenuti non esiste neppure. Se Dio mi parla, è perché mi vuole dire qualcosa. Una fede o è istruita circa i propri contenuti o non è neppure fede.

Ma procediamo nella nostra analisi. Se voi assentite a ciò che una persona vi dice, lo fate o perché avete personalmente verificato che vi dice il vero o perché, pur non avendo possibilità di verificarlo personalmente, vi fidate di chi ve lo dice. Subito dopo il terremoto - faccio un esempio – vennero chiuse molte case perché giudicate pericolanti. Ora molte di esse sono state dichiarate abitabili e i proprietari vi sono rientrati. Forse erano tutti ingegneri? No, ma si sono fidati dell’onestà e della competenza delle persone che hanno fatto le verifiche.

Ciò che Dio in Gesù mi dice non è, non può essere verificato, poiché mi comunica una verità che supera infinitamente le mie capacità intellettive. Perché allora una persona assentisce, e dice: "tutto ciò che mi dici è vero"? Perché "si fida del Dio di Gesù Cristo; ha fiducia che Lui non la inganna, e quindi la libertà sceglie di assentire.

C’è anche un altro fatto da considerare [ricordate il paragone inziale]. Il contenuto centrale di tutto quanto Dio ci ha detto è il seguente: "io ti amo di un amore eterno". La certezza di essere amato da un’altra persona è sempre un atto di fiducia.

Vi ricordate che cosa dice Pietro a Gesù, dopo che Questi aveva fatto un discorso così incredibile che tutti lo abbandonarono? "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" [Gv 6,67]. Pietro non aveva capito più degli altri. Però aveva "creduto", cioè si era affidato a Gesù: "che io capisca o non, Lui mi dice parole che mi danno la vita".

La fede dunque è una scelta della libertà che decide di fare affidamento della persona di Gesù, fino al punto di ritenere veri anche discorsi inverificabili. Fate bene attenzione che Gesù fa proposte di vita che solo se ti fidi pienamente di Lui, puoi farle tue. Da questo punto si può anche dire che la fede è un atto di obbedienza, e parlare dell’obbedienza della fede.

Dunque siamo arrivati a due momenti della nostra risposta. (A) La fede è un assenso della nostra ragione; (B) la fede è una scelta-decisione della nostra libertà.

Ora ci resta da scrutare la dimensione più profonda della fede. Ricordate la seconda risposta data dalla ragazza: "…non sento nulla nei tuoi confronti". Domandiamoci che cosa spinge una persona a decidersi di dare fiducia a Gesù e a ciò che Lui dice? Ricordate la risposta di Pietro: "da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna". Cioè: "abbiamo ascoltato tante parole dette da altri, però solo le tue parole hanno in se stesse "qualcosa" di diverso ["tu solo"], di così attraente che non possiamo andare da altri". La persona è interiormente attratta, attirata verso Gesù e quindi verso ciò che dice. E’ un’attrazione che spesso viene suscitata da persone incontrate, da un colloquio avuto: da qualcuno/qualcosa di esterno. Ma soprattutto è interiore: muove la persona verso Gesù.

Questa attrazione interna è l’effetto di un intervento di Dio-Padre stesso che attira la persona a Gesù. Senza questa attrazione, la persona può conoscere ciò che insegna la fede cristiana; leggere attentamente i vangeli, ma non giungerebbe mai alla fede.

Abbiamo così il terzo e più importante elemento delle definizione della fede: la fede è un dono di Dio; è frutto della grazia [attrazione] interiore che Dio esercita nell’intimo della persona.

Ultima dimensione dell’atto di fede. Fino ad ora ho parlato della fede come atto della persona. Ma ogni singola persona riceva la parola di Dio dalla Chiesa, come abbiamo visto nella scorsa lezione, e la Chiesa a sua volta ha in sé la parola di Dio perché ha creduto e crede: la fede del Papa e dei vescovi; la fede dei martiri e dei santi; la fede dei grandi teologi; la fede dei nostri genitori; la fede dei fedeli. Insomma: la fede della Chiesa precede la fede di ciascuno.

Non solo, ma la nostra fede ci viene comunicata attraverso la Chiesa: è la fede della Chiesa. Non esiste la fede di Pietro, Paolo, Maria … che mettendosi assieme fanno la fede della Chiesa. La fede della Chiesa precede, genera, e nutre la fede della singola persona. Per cui non diciamo solo: io credo; ma anche: noi crediamo.

Ho terminato la risposta alla domanda: che cosa è la fede? E’ l’assenso che la persona dà liberamente con assoluta certezza alla parola di Dio in Gesù trasmessa dalla Chiesa, attratta dalla grazia del Padre. Togliete anche un solo elemento di questa definizione, e non avrete più la fede.

3. Per concludere mi fermo brevemente su un punto importante. La fede rende inutile la ragione? La fede può convivere colla ragione? Credendo, si rinuncia all’uso della ragione? Assolutamente no.

La fede ha bisogno della ragione per almeno tre motivi. (A) La ragione deve ritenere credibile che Dio ha parlato. Il fatto cioè della parola o rivelazione di Dio deve poter essere ragionevolmente verificato. In altre parole: discernere la vera parola o rivelazione di Dio dalle sedicenti tali, è un compito preliminare della ragione. E’ essa che individua i segni della vera Rivelazione. (B) La fede desidera conoscere la persona in cui crede, il senso delle sue parole. Orbene l’uomo possiede un solo strumento di conoscenza: la sua ragione. (C) Chi non crede può chiedere a chi crede ragione della nostra fede, o muovere difficoltà contro essa. Con queste persone è necessario ragionare circa la nostra fede.

Ma anche la ragione ha bisogno della fede. La nostra ragione è capace di porre delle domande, alle quali non è capace di rispondere. "L’ultimo atto della ragione è di riconoscere che ci sono molte cose che non è in grado di conoscere" [B. Pascal]. E’ la fede che ci dona queste verità di cui abbiamo immenso bisogno.

Concludo. Se mi avete seguito, non fate fatica a comprendere l’importanza della fede nella vita cristiana.

Essa è il fondamento della vita cristiana, ed il suo principio. E’ come la porta: è attraverso essa che entri nel cristianesimo.

La fede è la radice della vita cristiana: ciò che la nutre. Senza fede, la Scrittura diventa un libro come tutti gli altri; i Sacramenti, atti magici o riti consuetudinari; l’esercizio della carità, mera assistenza sociale; la Chiesa, una società umana come le altre. Insomma: senza la fede il cristianesimo muore, perché la sua proposta diventa vacua e vana.