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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Lettera ai parroci, rettori di chiese e superiori religiosi dell'Arcidiocesi di Bologna
5 marzo 2006


Carissimo,
approssimandosi la data delle elezioni politiche nazionali ho ritenuto opportuno scriverle questa lettera, alla quale, ne sono sicuro, presterà la dovuta attenzione.
Per maggior chiarezza procedo per punti.
Mi scuso della forma un po' icastica, ma ciò è dovuto alla necessaria brevità.

1. Dobbiamo rimanere completamente fuori dal dibattito e dall'impegno politico pre-elettorale, rimanendo assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico.
Questa esigenza è fondata sulla natura stessa del nostro ministero. «Infatti, pur essendo queste cose buone in se stesse, tuttavia sono aliene dallo stato clericale, in quanto possono costituire un grave pericolo di rottura della comunione ecclesiale» (Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv. 1°; EV 14/798).

2. È pertanto proibito dare in uso locali di proprietà della parrocchia o di altri enti ecclesiastici a rappresentanti di qualsiasi partito o raggruppamento politico, anche per incontri/dibattiti in cui siano parimenti rappresentate tutte le parti politiche.

3. È ugualmente proibito dare in uso locali di proprietà della parrocchia o di altri enti ecclesiastici a persone aventi incarichi istituzionali, ma che ne facessero richiesta per sostenere la campagna elettorale di una precisa parte politica.

4. Sarà Sua cura vigilare affinché all'interno dei locali annessi delle parrocchie e/o dell'ente ecclesiastico non si facciano volantinaggio, affissione di manifesti o comunque altre forme di propaganda elettorale, né si utilizzino a questo scopo mezzi di comunicazione quali bollettini parrocchiali e simili.

5. È un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti, e quindi corrispettivamente dovere dei sacerdoti di illuminarli.
Se un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi nella situazione attuale, teniamo presente quanto segue. Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che, per definizione, non è mai dotato di certezza incontrovertibile.

Ma un giudizio è prudente quando è elaborato alla luce sia dei beni umani fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze rilevanti in cui siamo chiamati ad agire.
Ciò premesso in linea generale, ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell'attuale situazione quali beni umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica - per i programmi che dichiara e per i candidati che indica per attuarli - dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione.

L'aiuto che noi sacerdoti dobbiamo dare, consiste nell'illuminare il fedele perché individui quei beni umani fondamentali che oggi meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati.
Il Magistero della Chiesa è di imprescindibile riferimento in questo sostegno al discernimento del fedele. Una visione sintetica si può agevolmente trovare nel Documento Su alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica emanato dalla Congregazione per la Dottrina della fede in data 24-11-2002, al n° 4, cpv. 3° [EV 21/1419, vedi Nota], che invito a studiare e meditare, specialmente in questa vigilia elettorale.

Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall'indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei beni umani in questione.
Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un'indicazione per chi votare.

Carissimo, ho ritenuto mio dovere scriverle quanto sopra, e sono sicuro che non verrà meno quell'unità nella quale e dalla quale ciascuno è edificato nel Signore.
Con profondo affetto e stima.

+ Carlo Caffarra
Arcivescovo di Bologna