INCONTRO CON I GENITORI DEI CRESIMANDI
Ferrara – S. Benedetto: 10 marzo 2002
La vostra presenza, di cui vi sono grato, manifesta l’interesse che avete all’educazione dei vostri figli nel difficile momento dell’adolescenza. Da parte della Chiesa, col sacramento della Cresima è condotto a termine quel processo che il vocabolario cristiano chiama "iniziazione cristiana". E’ il processo attraverso il quale una persona viene introdotta dentro alla fede cristiana: "iniziata" appunto alla fede cristiana.
E’ assai importante quindi che approfittiamo di questo incontro per riflettere assieme sul come possiamo continuare dopo la Cresima quella cooperazione nell’educazione di questi adolescenti che costituisce, ne sono sicuro, la vostra preoccupazione suprema.
1. Permettetemi di disegnare, di individuare e descrivere le tipologie fondamentali entro le quali possono distribuirsi e classificarsi i genitori dei cresimandi. Non si tratta di giudicare le persone, ma molto semplicemente di basare il nostro dialogo educativo – da noi comunque sempre desiderato – sulla verità e sulla sincerità.
Vi sono genitori per i quali la richiesta della Cresima per il loro figlio rientra esplicitamente e consapevolmente dentro ad un processo educativo ispirato dalla loro fede cristiana. La Cresima è un momento del cammino educativo orientato cristianamente.
Vi sono genitori per i quali la richiesta della Cresima per il loro figlio è la conseguenza dell’accettazione di una tradizione. Uso qui il termine tradizione nel seguente significato: è una consuetudine che fa parte della nostra vita, giudicata positivamente anche se non più profondamente capita.
Vi sono genitori per i quali la richiesta della Cresima per il loro figlio si riduce ad essere una sorta di "obbligo sociale" da adempiere anche se il suo contenuto non è compreso per niente. Una sorta di "ticket" che la società in cui viviamo chiede ancora … da pagare.
A seconda che un genitore si trovi dentro all’una o all’altra tipologia, muta completamente il "dopo-Cresima". Nel primo caso il dopo-Cresima è ritenuto di decisiva importanza per l’educazione del ragazzo; nel secondo caso e nel terzo ancora di più il dopo Cresima è ritenuto non più necessario e pertanto si è neutrali di fronte alla scelta del ragazzo sia di continuare la sua presenza nella vita della Chiesa sia di interromperla.
Come potete vedere riflettendo seriamente su questa descrizione, al di sotto di tutta questa vicenda, ci stanno domande assai profonde sul posto che la religione, non dico ancora la religione cristiana, occupa o deve occupare nella educazione della persona. Ma non voglio per ora addentrarmi in questo problema. Desidero piuttosto ora pormi dalla parte della Chiesa, per così dire. Se da parte dei genitori la celebrazione della Cresima è vista in uno dei tre modi suddetti, da parte della Chiesa come è vista?
2. Il sacramento della Cresima è fondamentalmente il sacramento che porta a compimento, a perfezione e quindi rafforza quanto ci è stato donato nel Battesimo. Nella fede della Chiesa questo legame col Battesimo è fondamentale: la Cresima "conclude" il Battesimo. Ne deriva che in un certo senso la Cresima non aggiunge nulla di nuovo a quanto il Battesimo ci ha già donato; semplicemente lo porta a perfezione. Infatti "con il sacramento della Confermazione [i battezzati], vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dello Spirito Santo, e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l’opera la fede come veri testimoni di Cristo" [Lume Gentium 11, ; EV1/ ].
Tutto ciò, in una parola, che è conseguenza del dono dello Spirito Santo fattoci da Cristo, viene rafforzato e perfezionato: la (consapevolezza della) nostra filiazione divina; la nostra unione per conformità a Cristo, la nostra inserzione nella Chiesa; il potere di professare pubblicamente la fede cristiana, quasi per un incarico ufficiale.
Come vedete quindi la Chiesa ha un’altra considerazione della persona di questi ragazzi, affidando loro un compito di altissima responsabilità. Questa è la celebrazione della Cresima vista dalla parte della Chiesa.
3. Dobbiamo ora chiederci se e come è possibile che le "due parti" si incontrino, e che cosa deriva da questo incontro. La distanza infatti nella seconda e terza tipologia fra le due parti è notevole, ed ogni giorno ne facciamo esperienza.
Per impostare correttamente l’incontro dobbiamo riprendere ed approfondire una questione poc’anzi accennata: come si inserisce la "questione religiosa" in un processo educativo? Anzi, più radicalmente: si deve inserire oppure è opzionale il riferimento ad essa?
Avrete notato che non ho detto "questione cristiana" ma "religiosa". Sto parlando cioè di una dimensione strutturale della persona umana; sto parlando della domanda religiosa come tale. Che cosa è la domanda religiosa? Quale è il suo contenuto? Essa è la domanda sul significato ultimo del nostro esserci; è la ricerca di una spiegazione radicale del nostro vivere. "Ultimo" significa che una volta scoperto, l’insonne questionare della mente umana si acquieta; "radicale" significa che non ammette più ulteriori domande. La domanda religiosa quindi assume formulazioni del seguente tenore: che cosa sta all’origine di tutto ciò che esiste, il caso? questa realtà che mi circonda ha una sua intrinseca intelligibilità oppure è solo materiale bruto a disposizione dell’uomo? Ci può essere una vita umana che perde completamente il suo senso e che quindi non valga più la pena di essere vissuta? E così via. La domanda religiosa nasce dal bisogno che è proprio della nostra ragione di comprendere veramente la vita, fino in fondo.
Se questa è la domanda religiosa, voi capire subito che una vera educazione della persona non solo non può prescindere dalla proposta religiosa, ma questa è la chiave di volta di tutto il processo educativo. Una proposta educativa che ignorasse la domanda religiosa è insensata: vorrebbe "curare" l’uomo senza sapere chi è l’uomo.
La Chiesa si propone come depositaria della risposta vera, completa e definitiva alla domanda religiosa, perché testimonia che all’uomo questa risposta è stata rivelata, donata da Dio stesso che per questo si è fatto uomo: "chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete".
E’ possibile dunque, e come è possibile un vero incontro fra voi che chiedete alla Chiesa la Cresima per i vostri figli e la Chiesa che accoglie questa richiesta? Da quanto ho detto finora la risposta non risulta difficile.
L’incontro è possibile alle seguenti condizioni sulle quali vi chiedo di riflettere seriamente:
- che non consideriate la questione religiosa una questione marginale nella vita;
- che di conseguenza non consideriate la risposta alla domanda religiosa un dettaglio di secondaria importanza nel processo educativo;
- che abbiate la convinzione intima che la risposta vera alla domanda religiosa sia offerta dalla Chiesa;
- che infine ma soprattutto che vediate nella Chiesa la principale vostra cooperatrice nel processo educativo dei vostri figli.
L’incontro quindi può e deve assumere le seguenti modalità:
- è un incontro che mira all’educazione integrale della persona dei vostri figli;
- è un incontro che pertanto si costruisce su una costante cooperazione colla Chiesa.
Consentitemi ora una parola conclusiva rivolta in modo particolare a quei genitori che forse si sono sentiti raffigurati nella seconda o terza tipologia che ho descritto all’inizio.
Siate certi che la Chiesa non vi respinge: la Chiesa non è la comunità dei perfetti. Non siate dunque voi a spezzare il legame tenue che viene annodato in occasione della Cresima. La Chiesa vi domanda solo di iniziare un cammino con essa, teso all’educazione completa della persone dei vostri figli. Siate comunque convinti, anche se tutta la cultura in cui viviamo dice il contrario, che in ciò di cui abbiamo parlato è posto in questione il bene supremo dei vostri figli: quel bene che – ne sono sicuro – è ciò a cui nella vita siete più interessati.
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