Prima catechesi ai filippini
Roma, 24-25 aprile 1993
Cari amici, sorelle e fratelli miei in Gesù Cristo, mi piacerebbe riflettere profondamente sulla visione cristiana del matrimonio e della famiglia. Cominceremo a riflettere sull’originale vocazione della persona umana (primo punto) e (secondo punto) rifletteremo sul matrimonio come forma in cui la vocazione originale della persona umana può essere realizzata. Concluderemo con alcune riflessioni pratiche.
1. La vocazione originale della persona umana
I problemi umani sono tanti: molte domande nascono dal nostro animo. Ma ci sono alcune domande che sono assolutamente più importanti. Più importanti, perché prima o poi sono inevitabili. Ci sono persone che non si preoccupano del loro lavoro, della loro salute ecc. Ma non c’è nessuno che non chieda: io chi sono? da dove vengo? qual è il fine ultimo della mia vita? Questi interrogativi sono domande imprescindibili circa noi stessi.
La nostra religione cristiana dà una risposta profonda e meravigliosa: Dio crea ognuno a sua immagine e somiglianza, e chiamandolo all’esistenza attraverso l’amore, lo chiama allo stesso tempo per amore.
Dio crea ognuno di noi. All’inizio della nostra esistenza, non c’è una necessità oscura e impersonale; non c’è caso, un incidente. C’è un atto di intelligenza e di amore. Ognuno di noi è stato ed è amato da Dio Creatore ed esistiamo precisamente a causa di questo amore divino. Ognuno possiede una preziosità e un valore infiniti, perché è amato da un Amore infinito; è oggetto di amore infinito. Davanti alla nostra persona, Dio dice: è bene, è bello che tu esista!
Ma, proprio a questo punto della nostra riflessione, è necessario che ci chiediamo: per che cosa Dio crea me stesso? Qual è il fine della mia esistenza? Chiamando l’uomo all’esistenza, Dio lo chiama allo stesso tempo per amore. Dio è amore e in se stesso vive un mistero di comunione d’amore personale. Creando il genere umano a sua immagine e mantenendolo continuamente in essere, Dio ha iscritto nell’umanità degli uomini e delle donne la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità, dell’amore e della comunione. L’amore è dunque la vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano.
Ma cosa si intende per “amore”? Nessuna esperienza, forse, è così chiara e allo stesso tempo così difficile da spiegare. Cominciamo a considerare cosa succede in noi stessi quando vediamo qualcosa di buono, qualcosa di bello. Sentiamo un’attrazione verso questo bene, questa bellezza: il bene attrae la nostra persona e la nostra persona liberamente acconsente ad essere attratta. Ma, se comprendiamo più profondamente, possiamo vedere che ci sono tre possibilità. Posso essere attratto e volere qualcosa di buono perché è utile per me (prima possibilità); posso essere attratto e volere qualcosa di buono perché mi fa piacere (seconda possibilità); posso essere attratto e volere qualcosa di buono perché semplicemente è buono: attratto per il suo bene. Così si possono tre possibili relazioni tra la persona umana e il bene: una relazione utilitaristica, una relazione edonistica, una relazione personalista (spiegherò dopo perché chiamo la terza relazione “personalista”). Ora riferiamo tutto questo alle persone umane!
Qualcuno è attratto da un’altra persona: uomini da donne - donne da uomini. Ma cosa si intende per “è attratto”? Appunto, tre cose. Significa che vedi in un’altra persona qualcosa di utile per te; che tu vedi nell’altra persona la possibilità del piacere; che tu vedi nell’altra persona bontà, bellezza così grande che lei è degna di amore. Vedete: arriviamo alla parola chiave: amore.
Nel primo caso, la persona esclama: quanto è utile per me che tu esista! Nel secondo caso, la persona esclama: come mi fa piacere che tu esista! Nel terzo caso la persona esclama: come è bene, è bello che tu esista!
Se siete stati attenti, potete capire la vera natura dell’amore. Cosa significa “amare qualcuno”? Significa volere il bene dell’altro, non perché sia il mio bene, ma perché è il bene dell’altro.
Abbiamo detto: “L’amore è la vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano”. Ora può essere chiaro. Tutti sono creati per amore, cioè per costituire la comunione tra gli uomini e Dio, tra le persone umane. Abbiamo comunione quando qualcuno è riconosciuto come persona che vale la pena di amare: quando la persona umana è riconosciuta per la sua propria dignità, bontà, preziosità. Semplicemente, perché è una persona umana.
2. Il matrimonio come amore
Ci sono molte relazioni tra le persone umane in cui dobbiamo realizzare l’amore. Ma, il matrimonio è la più stretta e intima di tutte le unioni terrene in cui, più che in ogni altra, una persona è chiamata ad amare un’altra persona, dove l’altro nella sua personalità completa è oggetto d’amore. Dobbiamo ora penetrare l’intima natura dell’amore coniugale in se stesso e in quanto elevato alla dignità di Sacramento.
A. Natura dell’amore coniugale
C’è un errore diffuso che l’amore coniugale è distinto dall’amore per gli amici o dall’amore tra genitori e figli semplicemente per la sua connessione con la sfera sessuale. Indipendentemente dalla sessualità, l’amore coniugale costituisce di per sé un tipo completamente nuovo di amore. Si tratta di un unico reciproco dono di se stessi, che è la caratteristica principale di questo tipo di amore. È vero che in ogni tipo di amore uno dona se stesso in un modo o un altro. Ma qui il dare è letteralmente completo e definitivo. Non solo qualcosa, ma l’intera personalità è data all’altro. Quando un uomo e una donna si amano in questo modo, si donano l’uno all’altra nel momento stesso in cui iniziano ad amare. L’uomo vuole appartenere alla donna e lei appartenere a lui; e la donna vuole appartenere all’uomo, e lui appartenere a lei. Ogni amore desidera certamente una reciprocità che sia libera da ogni sfumatura di egoismo, ma nell’amore coniugale c’è un’aspirazione non solo per un ritorno dell’affetto in generale, ma per l’amore unico per cui l’amato appartiene all’amante in modo del tutto esclusivo, come a sua volta vuole appartenere all’amato.
Questo amore si piega ad un’unione unica, persino in parte la costituisce, una comunità dove due persone costituiscono un’unione così stretta, che può esistere solo tra loro. L’amore coniugale costituisce una relazione in cui la considerazione di ciascuna delle due parti è rivolta esclusivamente sull’altra.
Questo punto deve essere esaminato. Le relazioni tra persone si attualizzano sotto due forme profondamente diverse. Prima forma. Due persone possono essere unite attraverso un interesse comune, affrontando insieme qualcosa di estraneo a loro stesse. Insieme possono assumere lo stesso atteggiamento verso una persona o una cosa, possono gioire insieme, possono prendere una decisione insieme e possono ringraziare insieme. Questo può essere chiamato un rapporto noi in cui i partner rimangono fianco a fianco. Seconda forma. Due esseri umani possono anche girarsi e guardarsi l’un l’altro, e toccandosi l’un l’altro dentro uno sguardo compenetrante, danno vita a una misteriosa forma di fusione delle loro persone. Diventano coscienti l’uno dell’altro, e ognuno facendo dell’altro l’oggetto della sua contemplazione e delle sue risposte può immergersi nell’altro. Questa è la relazione io-tu, in cui i partner non sono fianco a fianco, ma faccia a faccia. L’amore coniugale è la forma più alta di questo secondo modo di amare.
Forse ora è più facile comprendere le proprietà fondamentali dell’amore coniugale: il proposito della durata e della stretta esclusività sono necessariamente implicate nella natura stessa dell’“essere innamorati” come pure dell’amore coniugale. Qualcuno potrebbe pensare che il divorzio e la poligamia siano proibiti solo da una legge posta da Dio o dagli Stati; che il divorzio o l’indissolubilità è una questione di cultura. Nulla è più erroneo: l’amore coniugale esclude in se stesso il divorzio o la poligamia. L’amore coniugale nella sua essenza tende a una sola persona e per sempre.
Le caratteristiche della completa donazione reciproca e dell’essere rivolti esclusivamente verso l’amato, così come il fatto che i due partner formino una coppia, escludono di per sé la possibilità che questo amore possa essere diretto simultaneamente a più di una persona. Avere due o più amici non è in alcun modo contrario al principio di amicizia e non costituisce qualcosa di indegno. Ma non è possibile per un uomo amare due donne coniugalmente. L’intero valore della relazione verrebbe distrutto in senso stretto, sarebbe davvero, in realtà impossibile.
La prossima domenica parliamo della sessualità coniugale come espressione dell’amore coniugale.
B. Il sacramento del matrimonio
Abbiamo descritto la vera natura dell’amore coniugale. Ma ora dobbiamo parlare del più profondo mistero dell’amore coniugale: il sacramento del matrimonio. Dobbiamo considerare quale trasformazione dell’amore coniugale accade nel sacramento del matrimonio, cosa viene portato dentro il sacramento dal matrimonio naturale. Il Signore, che ha detto “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” ha elevato anche il matrimonio ad un’altezza senza precedenti e lo ha investito di una dignità sublime. Certamente, l’amore coniugale non cessa di avere le caratteristiche discusse prima, ovvero: il dono reciproco, il carattere della comunione io-tu, il vivere l’uno per l’altra, e la formazione di una coppia esclusiva. Questo amore coniugale è pienamente conservato nel matrimonio cristiano. Cosa apporta la sacramentalità ? Che cosa produce l’essere sposati in Gesù Cristo? Due cose su tutte.
Primo: la sacramentalità cura le ferite del peccato. Infatti, la bella realtà dell’amore coniugale è stata sfigurata dai nostri peccati. Sempre, le relazioni non sono relazioni d’amore, ma relazioni utilitaristiche, edonistiche. Gli adulteri e i divorzi spezzano il vincolo coniugale. In breve: l’uomo e la donna non sono capaci di amarsi l’un l’altra alla luce del vero amore. La grazia, che la coppia riceve dal sacramento, è grazia di ricostituzione. L’amore coniugale è pienamente conservato nel matrimonio cristiano. Quale serietà, purezza e altruismo in quelle persone che vedono tutto consapevolmente al cospetto di Dio, che sono consapevoli che tutto acquista un’autentica importanza solo in Gesù e attraverso Gesù. Realmente, la grazia di Cristo introduce dentro l’amore coniugale qualcosa di nuovo. Infatti, finché non concepiamo la persona come immagine di Dio, come anima immortale destinata alla comunione eterna con Dio, non abbiamo colto l’autentica dignità e l’assoluta solennità che è investita nell’amato e che è connessa con il suo destino.
Secondo e più importante effetto del sacramento. Per mezzo del battesimo, l’uomo e la donna sono definitivamente collocati all’interno della nuova ed eterna alleanza, nell’alleanza di Cristo con la Chiesa. Ed è a causa di questo indistruttibile inserimento che l’intima comunione della vita e dell’amore coniugale, fondata dal Creatore, viene elevata e assunta nella carità di Cristo. In virtù della sacramentalità del loro matrimonio, l’uomo e la donna sono legati l’un l’altra nel modo più profondamente indissolubile. Il loro appartenersi reciproco è la raffigurazione reale della vera relazione di Cristo con la Chiesa. Così, gli sposi sono il ricordo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce. Questo è il punto centrale: l’amore coniugale partecipa all’amore divino di Gesù Cristo sulla croce. È partecipazione del suo amore divino-umano.
Ora possiamo capire come l’unità e l’indissolubilità del sacramento siano assolute. Come immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa, il matrimonio possiede quella piena validità e realtà che lo rendono assolutamente indissolubile. Certamente, l’indissolubilità del matrimonio può rivelarsi una grande croce per uno o entrambi i consorti. Ma sta nella natura dell’amore coniugale essere audaci, eroici, non ritirarsi dal correre un rischio. Tutte le grandi cose sono collegate al rischio. Senza rischi la vita umana sarebbe privata di ogni eroismo.
Abbiamo finito. Cosa ho detto?
- La persona umana è creata per amare: immagine di Dio ha un’originaria e innata vocazione di amore e di comunione.
- L’Amore è relazione tra persone nella quale ognuno è riconosciuto per la propria preziosità come essere personale.
- L’amore coniugale è la forma più alta di amore personale, per le sue proprietà originarie: la donazione reciproca, il carattere della comunione io-tu, il vivere l’uno per l’altro e la formazione di una coppia esclusiva.
- Il sacramento del matrimonio non è qualcosa di diverso dall’amore coniugale. E’ lo stesso amore coniugale curato, elevato, e assunto dentro il legame di Cristo con la Chiesa.
3. Alcune conclusioni generali
Ora voglio concludere con alcune riflessioni pratiche.
- Ognuno deve prepararsi quando affronta qualcosa di grande ed importante. C’è qualcosa di più importante dell’amore coniugale, del sacramento del matrimonio? Più che mai necessaria nel nostro tempo è la preparazione dei giovani al matrimonio.
- La scienza dell’amore è la scienza più importante e più difficile. Dove potete imparare queste scienze? In Gesù Cristo, con la preghiera, con i sacramenti, con il contatto con i vostri pastori.
- È quanto mai necessario un profondo discernimento che vi guidi nel mondo. Solo con il discernimento, potete distinguere i veri valori dai valori non veri. Dovete ascoltare la vostra vera coscienza, non l’opinione della maggioranza.
Sarete liberi: liberi nella vera libertà di Gesù Cristo.
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