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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Esequie di mons. Ubaldo Pasqui
Pian del Voglio, 18 ottobre 2007

1. "Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, poiché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore".

L’apostolo Paolo ci insegna con queste parole quale è l’orientamento fondamentale e quindi lo scopo ultimo della vita del credente: è il Signore; è la vita in comunione con Lui. E la ragione di tutto questo è che ciascuno di noi appartiene al Signore: "sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore".

Vedete, miei cari fratelli e sorelle, quale grande consolazione ci viene da queste divine parole! Nessuno di noi è abbandonato a se stesso, in preda ad un destino oscuro ed impersonale, ultimamente destinato a scomparire per sempre. Siamo radicati e fondati nel Signore e sua proprietà: "per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi".

La pagina paolina, miei cari fratelli e sorelle, illumina singolarmente la vita del nostro fratello, mons. Ubaldo Pasqui.

Egli espresse la sua appartenenza al Signore vivendo per Lui, nel quotidiano servizio alla Chiesa di Dio in Bologna.

La sua persona così come la sua vita lasciava trasparire questo senso di serena semplicità di una dedizione fedele, vissuta in delicati incarichi diocesani: vicedirettore del Seminario ed economo poi, amministratore diligente, al servizio dei sacerdoti nell’IDSC fin dalla nascita dell’Istituto.

Ed è la stessa umile semplicità che traspare dal suo essenziale Testamento spirituale. "Ringrazio il Signore per tutti i doni che mi ha elargito e in particolare modo del dono del Sacerdozio e per avermi dato dei genitori che mi sono stati di esempio per sobrietà, disinteresse e generosità! Mi hanno sempre dato umanamente, economicamente e spiritualmente.

Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con me, che mi hanno aiutato, compreso e sopportato nei vari incarichi e nelle varie attività svolte. Il Signore li ricompensi!

Chiedo perdono se ho fatto soffrire qualcuno e se non sono stato sufficientemente attento e comprensivo con chi mi lavorava a fianco.

Chiedo che il mio funerale sia quanto mai semplice e chiedo di essere sepolto in terra nel Cimitero di Piano del Voglio".

2. Di fronte alla morte, sono di grande consolazione le parole evangeliche: "questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo resusciti nell’ultimo giorno".

Ognuno di noi è stato "dato" dal Padre che ci ha creati a Gesù perché nessuno vada perduto nella morte eterna.

Ogni sacerdote è stato dato a Gesù come suo cooperatore nell’opera della redenzione.

Forti di questa certezza affidiamo questo nostro fratello alla misericordia del Padre perché goda in eterno del frutto delle sue opere.