Messa esequiale per don Silvano Stanzani
Chiesa parrocchiale San Giorgio di Piano, 8 febbraio 2006
1. "Fratelli, non è per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me". L’Apostolo, carissimi fedeli, richiama a voi tutti, in primo luogo a noi sacerdoti, l’esigenza di testimoniare la nostra fede, il Vangelo cui abbiamo creduto.
Ma nella stessa pagina l’Apostolo indica anche e descrive il metodo che egli ha seguito: "mi sono fatto debole con i deboli per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno". È il metodo della vicinanza, della condivisione, attraverso cui passa la forza della grazia di Cristo.
L’Apostolo aveva appreso questo metodo da Cristo stesso, come abbiamo appena ascoltato nel S. Vangelo: "venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portarono tutti i malati e gli indemoniati". È la miseria umana, nella sua dimensione fisica [la malattia] e spirituale [gli indemoniati], che viene collocata vicino a Cristo. Egli si accosta a loro e li solleva prendendoli per mano. Si è addossato le nostre miserie per liberarcene.
2. Carissimi fedeli, queste parole evangeliche ed apostoliche sono particolarmente illuminanti per comprendere il ministero sacerdotale; per capire il servizio apostolico fatto da don Silvano alla nostra Chiesa.
Egli lo iniziò in uno dei momenti più drammatici della storia del nostro popolo: drammatiche e non raramente tragiche opposizioni lo percorrevano. Don Silvano amava ripetermi che egli era un sopravvissuto. Il giorno seguente la sua ordinazione, appena ventitreenne, fu inviato a S. Maria in Duno come sostituto del parroco Can. Corrado Bortolini, prelevato la sera del 1-03-45 e mai più ritrovato. Vi rimase sette anni, per essere poi trasferito in questa parrocchia di S. Giorgio di Piano, che servì per circa cinquant’anni. Quale lezione di fedeltà e di perseveranza semplice ed umile nel servizio pastorale!
Ma don Silvano non esaurì il suo sacerdozio nel ministero parrocchiale. Più volte Vicario Foraneo del Vicariato di Galliera, egli svolse il prezioso servizio alla fraternità sacerdotale. Così come svolse l’insegnamento della religione complessivamente per trentasei anni.
"Tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro", ci ha appena detto S. Paolo. L’apostolo serve il Vangelo nella speranza che anch’egli possa parteciparne i frutti nella vita eterna con coloro a cui lo ha annunciato.
È ciò che speriamo per don Silvano. È per questo che celebriamo i divini Misteri: perché egli possa partecipare dei frutti del Vangelo in compagnia di quei fedeli cui lo ha annunciato.
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