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Da
"Il Resto del Carlino - Ferrara" di giovedì 17 dicembre 1998
Il messaggio del vescovo
«Una scelta gravissima»
Ho letto attentamente l'ordine del giorno presentato dal capogruppo
dei Verdi nel consiglio comunale di Ferrara, e dal medesiomo consiglio
approvato. Richiamo l'attenzione di ogni ferrarese su un fatto gravissimo,
al di là di una apparentemente poco significativa istituzione di
un registro pubblico. Non è una questione fra credenti e non credenti,
fra progressisti e integralisti od altre distinzioni del genere: è
semplicemente una questione umana. Ed il mio vuole essere semplicemente
un invito a ragionare.
La progressiva equiparazione giuridica fra matrimonio e convivenze
omosessuali, di cui l'istituzione del registro è un primo passo,
costituisce una scelta contraria al bene comune della nostra società.
Per una ragione assai semplice. L'eterosessualità coniugale non
è un modo di esercitare la propria sessualità da considerare
alla stessa stregua dell'omossessualità. Essa è la naturale
e giusta modalità per generare le persone umane ed assicurare loro
una conveniente educazione, garantendo così la continuità
di una società. La non equiparabilità si basa su un interesse
pubblico: proteggere la trasmissione della vita.
Mi aspetto che queste mie parole saranno subito stravolte, attribuendo
loro un significato che non hanno, quasi di intolleranza civile verso le
coppie omosessuali. Prescindendo in questo contesto da ogni considerazione
etica, il problema è un altro: la coppia omosessuale non deve essere
né legittimata pubblicamente, né punita dallo Stato. Deve
essere semplicemente ignorata dalle leggi civili, poiché la convivenza
omosessuale non è un valore o un interesse generale. D'altra parte
il riconoscimento delle coppie omosessuali cambia completamente la definizione
stessa legale del matrimonio, del matrimonio intendo dire fra partners
di sesso diverso.
Riconoscendo le coppie omosessuali, il matrimonio diventa un'istituzione
che, nella sua essenza pubblicamente riconosciuta, non avrebbe più
nulla a che vedere colla procreazione ed educazione dell'uomo, che sono
i fatti collegati all'eterosessualità. Il richiamo alla Costituzione
funziona qui come uno "specchietto per le allodole". Essa infatti non considera
la famiglia "fondata sul matrimonio" come una delle tante formazioni sociali.
La famiglia nella nostra carta costituzionale gode di un vero e proprio
privilegio per la sua particolare rilevanza sociale, per la sua precedenza
rispetto allo Stato, soprattutto per la sua insostituibile funzione di
servizio all'uomo. È questo trattamento costituzionale che impedisce
equiparazioni del genere.
Voler riconoscere dignità legale alle coppie omosessuali significa
dire che il nostro futuro non ci interessa più; che non abbiamo
più speranza, che ci siamo alleati con la morte. La nostra città
ha bisogno di ben altri segni e di ben altri messaggi da parte di chi ci
amministra.
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