CONSACRAZIONE EPISCOPALE
FIDENZA 21 OTTOBRE 1995
“O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza
di Dio! Quanto sono imperscrutabili e inaccessibili le Sue vie!” .
Nel momento in cui avviene il mio ingresso nella successione apostolica,
non posso non elevare il mio sguardo adorante, stupito e grato alla Trinità
Santa, al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, che per un imperscrutabile
disegno del Suo Amore ha voluto mostrare ancora una volta la Sua forza
nella debolezza e porre il mirabile tesoro del ministero apostolico in
un vaso di creta. E non posso non invitare anche Voi, fratelli e sorelle,
a lodare la profondità della Ricchezza, della Sapienza e della Scienza
di Dio “ che eleva dalla polvere il misero”, per mostrare la sua infinita
misericordia.
Il Signore ha compiuto quest’opera attraverso la chiamata fattami dal
Santo Padre. A Lui in questo momento va tutta la mia gratitudine, soprattutto
perché ha voluto essere spiritualmente presente con un segno particolare
del suo affetto verso la mia povera persona. Il Signore ha compiuto quest’opera
attraverso l’imposizione delle mani da parte del Card. Giacomo Biffi, da
ora mio venerato metropolita: a Lui la mia gratitudine profonda. Ad ognuno
dei due venerandi fratelli vescovi con-consacranti principali, mi legano
particolari vincoli. Al mio fino a questo momento vescovo Carlo Poggi vada
tutta la mia stima e gratitudine, per l’affetto che mi ha dimostrato durante
questi anni, in cui fui nel presbiterio da Lui presieduto, e per l’edificazione
da Lui ricevuta soprattutto in questi ultimi mesi, nei quali il Signore
gli ha fatto il dono preziosissimo della sofferenza. A S.E. Mons. Re, che
durante questi anni mi è stato particolarmente vicino nello svolgimento
del mio incarico di Presidente del Pontificio Istituto del Matrimonio e
della Famiglia, vada un ringraziamento del tutto particolare, per aver
accettato gioiosamente di impormi le mani e di darmi oggi tanto del suo
tempo, così prezioso per il servizio della Chiesa. Un saluto particolare
a S.E. Mons. Mario Zanchin, vescovo emerito di questa Chiesa e dunque mio
Vescovo per molti anni. Il Signore ricompensi con i suoi doni tutti gli
altri venerati miei fratelli vescovi per il dono fattomi della loro partecipazione.
Un grazie speciale a S.E. il Card. Lopez Trujllo che ci ha onorato della
Sua presenza e al Card. Ratzinger, impossibilitato ad essere personalmente
presente come avrebbe desiderato, rappresentato dal Rev.do Padre Adriano
Garuti.
Poiché nella sua tenera condiscendenza Iddio non sostituisce
ma chiama gli uomini a cooperare all’opera della Sua misericordia, sento
profondamente il bisogno in questo momento di esprimere ad Esse la mia
più grande gratitudine. In primo luogo ai miei genitori, dai quali
ho ricevuto i due doni più preziosi: la Vita e la Fede cristiana;
alle mie sorelle che mi hanno accompagnato, assistito ed aiutato durante
tutti questi anni con umiltà, con discrezione, in un silenzio attento
e premuroso; ai sacerdoti che mi hanno educato nella Fede e guidato all’altare:
Don Luigi Carra, Mons. Artemio Raimondi, Mons. Dino Carisi, Mons. Primo
Rizzardi , Mons. Carlo Bonetti, essi riposano già in pace. Fra i
sacerdoti ancora viventi, Mons. Gino Carini e Mons. Vincenzo Pasetti.
Il Signore Gesù attraverso il Suo Vicario, ha voluto che fondassi
e per 14 anni dirigessi il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio
e Famiglia. In questo momento così solenne, ricordo davanti al Signore
tutti coloro, studenti, professori, personale non docente, che hanno vissuto
con me questa stupenda avventura, non solo a Roma, ma anche negli Stati
Uniti d’America, in Messico e in Spagna. Il Signore continui a benedire
quest’opera affidata ora alle mani di S.E. Mons. Angelo Scola, legato a
me non solo ora dal vincolo sacramentale della collegialità episcopale,
ma anche da una profondissima amicizia sacerdotale.
La presenza di tante autorità provenienti da Ferrara, Parma,
Fidenza e Busseto, mi commuove. Assieme al mio ringraziamento vada loro
la mia promessa del ricordo nella preghiera, memore del precetto dell’apostolo
di elevare preghiere per chi ci governa, al fine di poter vivere giorni
sereni.
Ma è soprattutto a voi, figli amatissimi di Ferrara-Comacchio
che va il mio pensiero, al mio venerato predecessore Mons. Maverna, a voi
sacerdoti della Chiesa di cui questa sera sono stato costituito pastore.
Che cosa dirvi se non ripetere quanto vi dissi nel mio primo saluto? Affido
a voi il pericolo che corro, perché mi aiutiate e diventiate la
mia gioia e la mia consolazione. Che io abbia sempre l’aiuto delle vostre
preghiere, cosicché si degni di portare con me il mio peso, Colui
che me lo ha imposto. E così sia, a lode della gloria della Misericordia
di Dio, la quale trascende ogni nostro peccato e ogni nostra miseria.
|