COMUNICATO
Nella mia responsabilità di Vescovo nella Chiesa cattolica e come Presidente della Conferenza Episcopale Emilia–Romagna, anche a nome dei miei confratelli Vescovi della regione, sento il preciso dovere di esprimere la più forte protesta per la pubblicazione a puntate, su di un diffuso quotidiano, di servizi giornalistici sulla Confessione ottenuti traendo deliberatamente in inganno il confessore e violando con ciò la sacralità del Sacramento, che come primo requisito richiede la sincerità della contrizione del penitente. Nello sconcerto per l’accaduto e con l’animo ferito da un profondo dolore intendo ribadire che:
a) tali servizi configurano oggettivamente una grave offesa alla verità di un Sacramento della fede cristiana, la Confessione
b) tali servizi sono anche una grave mancanza di rispetto verso i credenti, che vi ricorrono come a un bene tra i più preziosi perché dischiude loro i doni della Misericordia di Dio; e verso i sacerdoti confessori in quanto, esponendoli al dubbio di un possibile inganno, ne inficiano la libertà del giudizio, che è fondata sul rapporto fiduciario col penitente, come tra padre e figlio
c) quanto sia grave il comportamento suddetto, risulta anche dal fatto che rientra nei delitti più gravi, a norma del motu proprio di Benedetto XVI “Inter graviora delicta” art. 4, §2 (21.5.2010).
+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo
Presidente della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna
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