LA B.V. del Monte Carmelo: breve catechesi mariana
Quartesana: 16 luglio 2000
L’origine della devozione a Maria venerata sotto il titolo di B. Vergine del monte Carmelo è da collocarsi in un gruppo anonimo di eremiti che, insediati in Palestina sul monte Carmelo, agli inizi del XIII secolo ottengono dall’arcivescovo-patriarca di Gerusalemme una Regola di vita. Essi pongono la loro esperienza di vita contemplativa sotto la particolare protezione di Maria, in quanto si racconta, in base ad antiche tradizioni, che Maria durante la sua vita a Nazareth aveva rapporti con gli eremiti che da sempre vivevano sul monte Carmelo. Noi dunque oggi celebriamo una festa mariana che riguarda in modo particolare un ordine religioso, quello carmelitano. Tuttavia questo titolo con cui veneriamo Maria, ci aiuta ad avere un comprensione più profonda della sua persona. Soprattutto perché è una devozione che contempla la Madre di Dio nei due misteri principali della sua esistenza: il mistero dell’Annunciazione ed il mistero della sua Immacolata Concezione. Fermiamoci un momento su ciascuno di essi.
1. La Vergine dell’Annunciazione
La pagina evangelica vi è ben nota. Essa narra il momento in cui il Figlio di Dio viene concepito da Maria nella nostra natura umana: il momento in cui Maria diviene in senso vero e proprio "Madre di Dio". L’apostolo Paolo scrive nella lettera ai Galati: "quando venne la pienezza del tempo, Dio inviò il suo Figlio fatto da una donna". Dentro allo scorrere del tempo, inteso come misura della storia umana, c’è un istante che è essenzialmente diverso da ogni altro istante. Non perché sia fuori dal tempo, ma perché tutto lo scorrere delle nostre giornate umane dipende da esso. E’ l’istante in cui il Figlio di Dio viene concepito da Maria.
Se il concepimento di ogni persona umana è sempre un grande mistero, il concepimento del Figlio di Dio nella nostra natura umana è mistero sul quale solo la Rivelazione può illuminarci. Come hanno vissuto quell’istante la due persone coinvolte; il Figlio di Dio e la sua madre santissima?
L’autore della lettera agli Ebrei scrive: "Entrando nel mondo, Cristo dice: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato … Allora ho detto: Ecco io vengo… per fare, o Dio, la tua volontà". Ecco, fratelli e sorelle, come il Figlio di Dio ha vissuto il momento del suo concepimento nella nostra natura umana: come disponibilità piena alla decisione del Padre per compiere l’opera della nostra salvezza, nel dono di Sé sulla Croce.
Come abbia vissuto invece quel momento Maria, è descritto precisamente dalle parole che consentono al Figlio di Dio di farsi uomo: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ". Maria vede se stessa come "serva del Signore", come colei cioè che non dispone di se stessa, avendo la consapevolezza di essere del Signore. Ha dato il suo assenso ad essere ciò che il suo Signore aveva pensato e deciso che fosse. E’ stata pienamente libera, perché sottomessa solo al Signore.
Come ogni donna incinta, Maria è la dimora vivente del suo bambino e, come accade in ogni donna che diventa madre, tutta la sua persona [fisicamente e spiritualmente] si dispone ad accogliere, ad ospitare, a nutrire, a proteggere il dono di quel Concepito che le è stato fatto. Accade per la prima volta quel vero miracolo che è l’esperienza cristiana. Una creatura può amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze ed il prossimo come se stessa, in un unico ed indivisibile atto di amore: quel bambino è indivisibilmente il suo Dio e il suo prossimo più vicino.
Da quel momento non sarà più possibile amare Dio se non amando il prossimo, ed amare il prossimo se non amando Dio, poiché incarnandosi, il Figlio di Dio si è unito in un certo senso con ogni persona umana.
2. La Vergine concepita immacolata.
Ciò che è accaduto a Nazareth è la realizzazione di un disegno divino che riguarda Maria fin dal primo istante della sua esistenza umana: fin dal suo concepimento.
La verità di fede dell’Immacolata concezione di Maria ci insegna che non è solo vero che Maria ha ospitato in sé la presenza del Figlio di Dio. Ci insegna che Ella era stata creata in vista di Gesù, già prevenuta e redenta dal suo sangue. Se quando la contempliamo come Vergine della Annunciazione, noi vediamo che Ella ha in Sé [contiene] il suo Figlio divino, quando la contempliamo nella sua Concezione Immacolata, noi vediamo che Ella è totalmente ed anticipatamente nel suo Figlio [contenuta nel suo Figlio; Dante: figlia del tuo Figlio]. Noi abbiamo ricevuto misericordia perché siamo stati perdonati sia dalla colpa contratta in forza della nostra discendenza da Adamo sia dalle nostre colpe personali. Maria ha ricevuto misericordia più di ogni altra creatura umana perché è stata impedita dalla grazia sia che contraesse la colpa originale sia che cadesse in colpe personali. Ella è stata fatta completamente dalla Misericordia di Dio: nessuno ne ha ricevuto quanto Lei che è stata concepita già tutta avvolta dalla Misericordia di Dio. E’ stata pervenuta e generata da essa. Maria è la perfetta rivelazione della potenza redentiva di Cristo
Abbiamo venerato la Vergine del Monte Carmelo come raffigurata da due icone: l’icona dell’Annunciazione e l’icona dell’Immacolata Concezione. Nella prima abbiamo considerato come Maria abbia accolto in sé il Figlio di Dio concependolo nella nostra natura umana; nella seconda abbiamo considerato come Maria è stata accolta dal mistero della redenzione del suo Figlio. Non è forse questa la legge fondamentale che regola la nostra esistenza cristiana? Siamo prevenuti dalla grazia e dalla misericordia del Padre in Cristo; noi consentiamo alla sua chiamata perché anche in noi si formi l’immagine di Cristo. E’ il dialogo fra il Padre e ciascuno di noi, quel dialogo che intesse la trama della nostra giornata terrena: il dialogo fra la grazia e la libertà. Che Maria ci ottenga di dire nel cuore con Lei, sempre: "Eccomi, avvenga di me quanto tu mi stai dicendo".
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