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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Prefazione al libro di Ángel Rodríguez Luño Ètica general, Ediciones Universidad de Navarra, S. A., Pamplona
luglio 1991


Sono molte le qualità che raccomandano la lettura, la meditazione e l’uso di questo testo di etica filosofica per le facoltà di filosofia. Esso dimostra, in primo luogo, che l’autore possiede una conoscenza precisa del pensiero etico classico, moderno e contemporaneo. Una conoscenza che è frutto della lettura prolungata e meditata di tutti i grandi pensatori essenziali e che, sopratutto, sa subito discernere, con sicuro intuito teoretico, l’essenziale dall’accidentale. Il testo, di conseguenza, sa introdurre, con linguaggio piano, anche lo studente di filosofia, che affronta riflessivamente per la prima volta la problematica etica, dentro tematiche obiettivamente assai difficili.

Entrando più direttamente nel contenuto del pensiero, il prof. Luño radica la sua riflessione nel pensiero etico etico di san Tomamso d’Aquino, ma non per ripeterlo semplicemente. Si tratta di una “ripresa” che si arricchisce degli apporti speculativi successivi, compiuta con vigile coscienza critica. Fin dall’inizio (cfr. pag. 39-53), l’autore prende chiaramente posizione nel dibattito teoretico contemporaneo, completamente alieno da ogni tentativo di impossibili concordanze dialogiche.

Sulla base di questi presupposti, il libro che presentiamo costituisce un nuovo apporto al superamento di quell’etica alla “terza persona” (cfr. pag. 167-170), tutta concentrata sulla giustizia/ingiustizia (rightness-wrongness) dell’atto, in sé considerato, più che sulla persona che agisce in vista di un fine. Ed in questo contesto viene dato ampio spazio alla persona come soggetto dell’attività morale e alla virtù.

Benché il testo sia un trattato di etica filosofica, non posso non raccomandarne la lettura attenta anche agli studiosi di etica teologica. Sono sempre più convinto che una delle delle radici più importanti (o la radice principale?) dell’attuale crisi teoretica in cui versa la teologia morale, sia di carattere filosofico.

In una cultura nella quale la percezione del bene morale è andata tragicamente oscurandosi, nonostante il gran parlare di questione morale, è da augurarsi che il libro aiuti le giovani generazioni, che iniziano i loro studi filosofici, a riscoprire più profondamente in se stessi quella vocazione al bene, nella quale consiste la dignità della persona. Poiché, alla fine, “che vale per l’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso”?