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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Venerdì Santo
Via Crucis lungo via dell’Osservanza
3 aprile 2015


Cari fratelli e sorelle, abbiamo accompagnato nella fede il percorso di Gesù dal tribunale di Pilato alla sua sepoltura: abbiamo percorso con Lui la Via Crucis. Ci troviamo nella condizione di quelle persone di cui parla il Vangelo: «tutte le folle che erano accorse… ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano a casa percuotendosi il petto» [Lc 23, 48].


1. «Ripensando a quanto era accaduto». Forse siamo abitualmente attratti da altri pensieri. Ma questa sera, dopo aver percorso la Via Crucis, non possiamo non “ripensare a quanto è accaduto”.

Che cosa, cari amici? Un giusto messo a morte ingiustamente? Certamente. Ma qualcuno potrebbe pensare: “ancora uno; la serie dei giusti umiliati ed oppressi fino alla morte è continuata fino ad oggi”. Oppure qualcuno potrebbe pensare, dopo aver percorso la Via Crucis: “ancora una volta ho visto un esercizio corrotto del potere: un governatore che per viltà condanna chi sa innocente; sacerdoti preoccupati di non essere deposti del potere romano”.

Ma se tornando a casa e ripensando a quanto è accaduto, ci limitassimo a questi pensieri, non ripenseremmo veramente a quanto è accaduto.

Che cosa, cari amici? Che Dio si è preso talmente cura dell’uomo da condividere la nostra natura e condizione umana, fino a morire. S. Paolo usa una parola che lascia attoniti e come storditi: «svuotò Se stesso». Ha rinunciato alla sua Gloria divina ed è sceso nelle oscurità del nostro morire.

Guardando il Crocefisso, Gesù di Nazareth sulla Croce, nella fede diciamo: “Lui è Dio; ecco fino a che punto Dio ha deciso di essermi vicino. Non sarò più solo; anche nel momento della morte”.

La Via Crucis è l’ultima tappa della condivisione da parte di Dio della nostra condizione umana; è l’itinerario di Dio dentro la condizione umana.


2. «Ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto». E’ questo il gesto proprio di chi prende coscienza dei propri errori, dei propri peccati.

Pensando a questo gesto, scopriamo che l’itinerario di Dio dentro la condizione umana è l’indicazione dell’itinerario dell’uomo verso l’uomo. La rivelazione che Dio ha fatto di Se stesso sulla croce e la Redenzione cercano di prendere forma nelle carni e nel sangue di ogni persona umana; di riprodursi nel nostro vivere quotidiano. 

La Croce ha abbattuto il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia [cfr. Ef 2, 14]. L’itinerario dell’uomo verso l’uomo deve abbattere ogni muro di separazione che è frammezzo.

Quanti muri di separazione! Muri di separazione fra gli sposi; muri di separazione fra i cittadini della stessa città; muri di separazione fra le generazioni dei padri e la generazione dei figli; muri di separazione fra chi è straniero e chi è di casa; muri di separazione fra popoli e nazioni.

Itinerario di Dio verso l’uomo – itinerario dell’uomo verso l’uomo. L’uno è radicato nell’altro: a quale profondità abbiamo posto le radici del nostro vivere? «Veniamo al mondo/simili ad un cespuglio che può ardere come il roveto di Mosè/ oppure inaridirsi» [K. Woytjla].

I sentieri che ci portano gli uni verso gli altri vanno sempre riaperti perché non tornino a chiudersi, finché non siano dritti. 

Via Crucis: itinerario di Dio verso l’uomo – itinerario dell’uomo verso l’uomo. Legati, come le due braccia della Croce. Dentro al cuore. Amen.