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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Veglia delle Palme
Piazza Maggiore
19 marzo 2005


– 1 –

"Essi partirono" [Mt 2,9] seguendo la stella che avevano visto. È così nella vita di ogni uomo e di ogni donna: accade qualcosa che ti fa "partire", cioè iniziare una vita diversa. Quando Dante vuole narrare il suo incontro con Beatrice, inizia la narrazione così: "comincia una vita nuova". Non lasciatevi insidiare dalla tentazione di pensare: "ma, tanto non cambierà mai niente nella mia vita: essa sarà sempre la stessa! Non può succedere nulla di imprevisto: tutto sarà sempre uguale!"

Questa sera, in questi giorni di Pasqua, Gesù si farà vicino a ciascuno di voi perché desidera che "accada" qualcosa" di nuovo nella vostra vita. I Magi partirono. Che cosa li spinse a prendere questa decisione? Una decisione che comportava di lanciarsi con coraggio per strade ignote ed intraprendere un lungo e difficile viaggio. Fu una stella: si misero in viaggio per seguire la stella che avevano visto sorgere in Oriente.

Carissimi giovani, questa esperienza dei Magi può, deve ripetersi in ciascuno di voi. "Seguirono la stella": seguite la stella, se volete veramente partire. Quale stella vi invita e vi guida?

È la voce della vostra coscienza, è la voce del vostro cuore. Non sentite dentro di voi un immenso desiderio di beatitudine? Non vi commuovete di fronte alla bellezza: di uno spettacolo naturale, di un’opera d’arte, soprattutto di una persona che esprime nella sua vita una pienezza di bene? Non desiderate che la persona, ogni persona – la vostra e quella degli altri – sia sempre riconosciuta nella sua dignità nella sua immensa preziosità e mai usata come un oggetto? Che cosa volete di più che amare ed essere amati?

Carissimi giovani, questi "desideri", queste "voci" del cuore non sono tendenze irrazionali e grida inarticolate, che non hanno cioè nessun fondamento; o addirittura desideri vani, mancanti cioè di un oggetto che li soddisfi. Essi vi invitano a "partire", alla ricerca di chi li può adempiere. Ecco la stella che dovete seguire.

È a questo punto che inizia il grande dramma della vostra vita, perché proprio vedendo sorgere in essa questa stella – sentendo urgere dentro di voi il desiderio di verità, di giustizia, di bellezza, di amore, – voi potete dire amaramente a voi stessi che il compimento di questi desideri non esiste, che è meglio "tenere i piedi per terra". Ma potete anche dire, con un coraggio drammatico, che vale la pena partire per andare a cercare l’Oggetto dei vostri desideri.

– 2 –

La ricerca dei magi si compie nell’incontro con Cristo. Carissimi giovani, ciascuno di noi è stato pensato e voluto in rapporto a Lui, in vista di Lui. Fino a quando voi non lo incontrerete, non avrete fatto l’incontro in vista del quale voi esistete.

"Incontrare Cristo": ma che cosa vuol dire? dove, come è possibile? Certo, non vi basterebbe – non basta a nessuno – imparare la dottrina da Lui insegnata; decidere di vivere secondo le sue alte esigenze morali. Ciò di cui ha bisogno il vostro cuore non è una dottrina da imparare né una legge da osservare. Avete bisogno di una Persona da incontrare; una Persona incontrando la quale voi dite: "è bello per me restare con te!".

È possibile questo? Sì è possibile e questa possibilità è la Chiesa: la Chiesa è il luogo dove tu incontri Cristo. Incontri Lui in persona e fuori della Chiesa tu non puoi incontrarlo.

E questo significa due cose, o – se volete – l’incontro ha come due dimensioni. Per capirlo ci possiamo aiutare con un esempio.

Quando un ragazzo/a incontra una ragazza/o nel senso che nasce tra i due un vero amore, l’uno esiste per l’altro e nessuna donna/nessun uomo è come lei/lui. È una pallida immagine di ciò che accade nella vita del credente quando incontra Cristo nella fede e nei sacramenti. "Prostratisi lo adorarono", dice il Vangelo dei Magi; "sono stato conquistato da Cristo" dice di sé S. Paolo narrando il suo incontro con Lui. A Cristo non deve essere anteposto nulla.

Ma questo comporta – è l’altra dimensione dell’incontro – di vivere guardando e valutando la realtà come Cristo la guarda e la valuta; comporta di non cedere ai facili idoli davanti ai quali la cultura in cui viviamo vi spinge a piegare le vostre ginocchia: un uso sregolato della vostra sessualità, una ricerca esasperata del benessere materiale, l’affermazione di sé contro gli altri.

L’adorazione di Cristo vi rende persone veramente libere: nel pensiero e nell’agire.

– 3 –

"Per un’altra via fecero ritorno al loro paese". L’incontro con Cristo, carissimi giovani, rigenera la vostra umanità rendendola capace di costituire relazioni nuove con gli altri. "Fecero ritorno al loro paese": occorre dall’incontro con Gesù "fare ritorno" nella propria vita quotidiana con tutta la ricchezza umana che Cristo vi ha donato. "Per un’altra via", dice il testo evangelico. Quando si incontra Cristo e si accoglie il suo Vangelo, la vita cambia e si è spinti a comunicare agli altri la propria esperienza.

Carissimi giovani, il cambiamento della vita è la santità. È questa l’unica vera misura della vostra vita; stare, vivere al di sotto di essa non vi fa vivere bene, e solo i santi cambiano veramente il mondo e la società. L’unica vera rivoluzione la fanno i santi, e la santità non è la vocazione di pochi: è la vocazione di tutti.

"Per un’altra via fecero ritorno al loro paese". Vorrei spiegarvi che cosa significhi rientrare nella vita rinnovati dall’incontro con Cristo. Lo faccio con le parole che disse una mamma mentre assisteva il suo figlio ammalato di leucemia: "La fede è proprio un dono, un dono enorme che dobbiamo chiedere sempre, si deve sempre rinnovare. Questo è quello che in una prova così dura ho capito. Non esiste che io mi dica cristiana come se dicessi ho gli occhi castani e basta. Nella prova ogni giorno devo chiedere la forza di continuare, nel dolore devo chiedere un abbraccio per poter dare un abbraccio a mio figlio perché anche lui, soprattutto lui, abbia la forza di portare la sua pesante croce" [in Riconoscere la speranza, ed. Marietti 1820, Torino 2003, pag. 84-85].

Ecco questo è quanto ho cercato di dirvi. Una mamma, per poter fare il gesto più semplice, abbracciare il proprio figlio, sente il bisogno di essere lei stessa abbracciata da un Altro. Ha bisogno di essere abbracciata da un Altro per poter abbracciare il figlio leucemico con un abbraccio carico di senso.

Questa è la vita, carissimi giovani: se tu incontri Cristo e sei abbracciato da Lui, sei capace di abbracciare tutta la realtà senza escludere niente, ogni persona senza escludere nessuno, con un abbraccio carico di senso.