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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Mistero e dinamiche dell’amore umano
Santuario della Beata Vergine di San Luca, 24 ottobre 2014


Questa sera vi ho chiamati nel santuario di Maria per parlarvi di un grande evento: l’AMORE UMANO.

Vi dico subito che per amore umano intendo l’amore fra l’uomo e la donna, che raggiunge la sua espressione più alta nell’amore coniugale. Non parlerò di altre espressioni dell’amore umano.

Partiamo da un testo di K. Wojtyla [S. Giovanni Paolo II].

"Proprio questo mi costringe a riflettere sull’amore umano. Non esiste nulla che più dell’amore occupi sulla superficie della vita umana più spazio, e non esiste nulla che più dell’amore sia sconosciuto e misterioso. Divergenza tra quello che si trova sulla superficie e quello che è il mistero dell’amore, ecco la fonte del dramma. Questo è uno dei più grandi drammi dell’esistenza umana".

[in Tutte le opere letterarie, pag. 821]

 

Vi ho chiamati questa sera per aiutarvi a superare quella divergenza, e a calarvi dentro il mistero dell’amore.

 

1. QUATTRO NECESSARIE PREMESSE

Quando i subacquei si immergono devono essere attrezzati, pena la morte. Per operare l’immersione dentro l’amore umano occorre che vi attrezziate di quattro premesse fondamentali. Sono convinzioni, intuizioni spirituali, sono percezioni di realtà, esperienze vissute spesso, ma alle quali non prestiamo attenzione.

 

1.1: l’irripetibile insostituibilità di ogni persona umana.

Ogni persona umana è un "unico". Nessuna persona umana fa parte di una serie. Vi aiuto con un esempio. Noi abbiamo cinque dita per mano. Se uno vi chiedesse: "quale delle dieci ti è più caro? A quale – visto che ne hai dieci – rinunceresti meno malvolentieri?". Rispondereste: "tutti mi sono cari; non rinuncio a nessuno".

Ogni persona umana è insostituibile, perché è un unico irripetibile.

Vi aiuto con un altro esempio. Se vi chiedessi: "100€ che devi restituire all’amico che te li ha prestati, sono molti per te?". Mi rispondereste: "dipende. Per me che ora ne ho solo 150€ sono molti". Oppure "non sono proprio molti. Posso disporre di dieci ml di euro". Fate bene attenzione. Dentro una serie, un numero può essere grande o non in relazione ad un altro.

Provate ora a pensare: "poiché nel mondo siamo qualche miliardo, che qualche persona o che una persona muoia di fame, non è poi così grave". Sono sicuro che voi giudicate questo modo di ragionare, sbagliato. Perché? La persona non è numerabile. E’ cioè irripetibile; è fuori serie.

Chi non vede, non percepisce questo non riuscirà mai ad entrare nel mistero dell’amore.

 

1.2: ogni persona è naturalmente in relazione con altre persone.

Questa premessa è molto difficile oggi da accettare, ammalati come siamo tutti – chi più chi meno – di individualismo.

Nell’enunciato di questa seconda premessa la parola più importante è l’avverbio "naturalmente". Che cosa vuol dire? Che la persona umana non è in relazione con altre perché ha deciso di esserlo [=contratto]. Prima che decida di relazionarsi o non, è GIA’ in relazione.

Vi mostro questa fondamentale verità circa la persona umana, facendovi rivivere l’esperienza originaria della vostra vita, del vostro esserci.

Vi siete fatti da voi? Vi siete auto-generati? Nessuno ha cominciato ad esserci da se stesso. Fin dal primo istante del nostro esserci siamo già relazionati ad un'altra persona. Poiché esistiamo, perché siamo stati generati, non possiamo non essere "in relazione con…".

Si potrebbero dire tante verità belle e profonde su questo fatto. Non ne abbiamo più il tempo.

1.3: il di-morfismo sessuale è il simbolo originario della persona-in-relazione.

Vogliate scusarmi. L’enunciazione di questa terza premessa non risulta molto chiara. Se mi prestate attenzione, non vi sarà difficile comprendere.

Il simbolo è una realtà che percepisco immediatamente, ma che mi dice e mi rimanda ad un’altra realtà. Un esempio. Se voi vedete sull’anulare sinistro un anello fatto in un certo modo, voi pensate: "quell’uomo, quella donna è sposato\a". Voi vedete una cosa: un cerchietto d’oro al dito. Ma questa cosa vi conduce a pensare ad un altro fatto: è sposato\a.

Ho parlato di simbolo "originario". E questo è un po’ più difficile da capire. E’ sempre un fatto che potete costatare. Ma questo fatto è tale che ha in se stesso, per se stesso la capacità di farmi pensare ad un altro fatto. E’ per sua natura stessa capace di farmi capire qualcosa d’altro. Non solo, ma è tale che ci introduce, che ci fa capire una verità sull’uomo non di secondaria importanza, ma centrale.

Il fatto, che possiamo costatare: ogni persona umana è uomo o donna. Cioè: la persona umana esprime se stessa non in un solo modo, ma in due: la mascolinità e la femminilità [=di-morfismo sessuale].

Questo fatto è un simbolo. Il dimorfismo sessuale ci indica che la persona umana è già da sempre dentro ad una relazione fondamentale: uomo-donna. Mi spiego con un esempio semplice.

Ci sono persone che hanno occhi azzurri e persone che hanno occhi scuri. Ma se tu chiedi: "perché alcune persone hanno occhi azzurri?", non si può rispondere: "perché altri hanno occhi scuri". Ma se tu mi chiedi: "perché ci sono uomini?", io devo risponderti: "perché ci sono persone umane che sono donne". Fra mascolinità e femminilità esiste una correlazione: l’una rimanda all’altra, e viceversa. Perché? Perché l’una senza l’altra non esprime l’intera umanità della persona.

Spero che ora la terza premessa sia chiara. E’ quanto il Signore dice nel libro della Genesi: "non è bene che l’uomo sia solo" [2,18].

 

1.4: il corpo è la persona umana nella sua visibilità.

Questa quarta premessa è una conseguenza di quanto già detto.

La persona umana, ciascuno di noi non ha semplicemente il suo corpo: è il suo corpo, anche. Il corpo non è qualcosa di cui tu sei in possesso e di cui puoi fare uso. E’ qualcuno: sei tu stesso\a. Gesù nell’ultima cena ha detto: "prendete, mangiate. Questo è il mio corpo". Il senso è: "sono io stesso che nel mio corpo mi dono a voi".

Quando tu abbracci una persona, non è semplicemente un corpo che abbracci, ma nel e mediante il corpo è una persona che abbracci.

Da tutto questo deriva una conseguenza assai importante: per il…subacqueo che vuole immergersi nel mistero dell’amore umano.

Il corpo è il linguaggio della persona. E’ nel e mediante il corpo che la persona dice se stessa; comunica con gli altri. Ricordate le parole di Gesù nell’ultima cena.

Ma il corpo è sempre sessuato. Dunque il linguaggio fondamentale della persona è il linguaggio della correlazione mascolinità-femminilità. S. Giovanni Paolo II disse in una sua catechesi che il linguaggio del corpo-persona è un linguaggio sponsale.

Equipaggiamo la nostra mente ed il nostro cuore con queste quattro premesse, ed immergiamoci nel mistero dell’amore umano.

 

2. IMMERSIONE nel MISTERO

L’immersione avverrà in due momenti. Il primo che sta ancora tra la superficie e il fondo; il secondo va decisamente nel profondo.

 

2.1: il primo momento è la descrizione del "fenomeno" amore umano. Potremmo riassumerlo nel modo seguente: l’imporsi di una presenza nella vita di una persona.

Come sempre, partiamo da un esempio. Pensate a che cosa accade nella vita di due sposi quando nasce il primo bambino. I due sposi devono cambiare tante abitudini di vita, perché c’è lui, il nostro bambino. Tante esperienze cambiano di senso: per esempio si lavora per lui, per il suo futuro. Che cosa è accaduto? Una presenza nuova, la presenza di una persona si è imposta dentro la vita.

Il "fenomeno" dell’amore umano è precisamente questo. Hai conosciuto tanti ragazzi\e. Ad un certo momento uno\a si impone colla sua presenza nella tua vita.

Che cosa vuol dire? Che cosa accade? Quella persona comincia ad apparirti nella sua unicità: non è più uno\a del gruppo dei tuoi amici. E’ altra\o.

Cominci a sentire una forte attrazione verso di essa. E’ un’attrazione molto complessa. E’ fisica; è psicologica. E’ desiderio di rimanere in compagnia, solo con sola. E’ desiderio di comunicare.

Questo fenomeno ha un nome: l’innamoramento. Fate bene attenzione. La confusione fra l’innamoramento e l’amore ha conseguenze disastrose. Essa ti porta a pensare che non possa esserci amore definitivo, poiché normalmente l’innamoramento non dura. Essa ti porta ad una profonda tristezza del cuore: dopo l’innamoramento – che prima o poi finisce sempre – non rimane più pressoché nulla. A volte questa esperienza porta perfino a concludere: l’amore non è possibile. E’ il nichilismo più devastante, poiché priva d’amore la vita non ha più senso. Lo ha detto Gesù: "se il grano di frumento…".

Ma l’innamoramento è l’inizio dell’immersione. E’ dunque un’esperienza molto preziosa. Essa merita grande attenzione in chi la vive, poiché appunto non finisca nel modo suddetto, ma sia o l’inizio di una vera immersione nel mistero o debba giudicarsi semplicemente un primo segnale.

 

2.2: dentro al mistero.

Se l’innamoramento è vissuto nella verità, è un vero e proprio inizio di immersione nel mistero.

Avviene la scoperta dell’unicità irripetibile di una persona; non ripeto più che cosa ho detto nella prima premessa.

Ma la scoperta dell’unicità irripetibile di una persona dentro all’esperienza dell’amore umano, ha una caratteristica propria. E’ irripetibile, è unica perché ha in sé una preziosità da meritare che io istituisca con essa un rapporto del tutto speciale. Quale? Lo vedremo fra poco.

Avviene la scoperta della preziosità della persona che si impone colla sua presenza, nella sua mascolinità\femminilità. Ciò che ho chiamato il linguaggio del corpo, il linguaggio sponsale, entra in azione con tutta la sua forza espressiva. E’ l’unicità di quella persona – donna\uomo che viene vissuta nell’esperienza dell’amore umano.

Avviene l’evento più grande. Questa persona – donna\uomo è tale che "devo", "non posso non", "voglio" essere suo\a per sempre. Esiste un solo modo – uno solo! – di appartenenza fra due persone: il dono di se stessi.

Che cosa è donato? Sé stessi: corpo; nel e mediante il corpo la persona. Appunto: se stessi.

Ho detto: "devo", "non posso non", "voglio" donare me stesso. Quando una scelta è la sintesi del dovere, della necessità, della volontà è il vertice della libertà. Il massimo della libertà coincide col massimo dono di se stessi. Una persona poco libera è incapace di donarsi.

L’immersione è avvenuta. Che cosa abbiamo trovato dentro al mistero dell’amore? La capacità di realizzarsi nel dono definitivo di sé stesso\a; la capacità intima della libertà; la nostra verità più profonda: persone capaci di donarsi.

 

3. EDUCAZIONE al MISTERO

Aggiungo alcune considerazione che solo per mancanza di tempo annuncio solamente. Ma sono di un’importanza decisiva.

Non so che impressione vi abbia fatto quanto vi ho detto. Sono però certo che avrete avuto almeno un pensiero dentro di voi: "bello, ma troppo difficile; ma impossibile". E’ vero. Allora che cosa vi ho raccontato una bella favola? Bella, ma una favola. Assolutamente no. Vi ho indicato un ideale verso cui camminare? Assolutamente no. Vi ho annunciato dei comandamenti? Meno ancora. Allora, che cosa? Vi ho detto la verità circa l’amore umano, inscritta nella vostra persona.

Ma la libertà deve essere educata a fare la verità: si può essere veramente liberi solo se si è liberamente veri. Ma si può essere anche liberamente falsi. L’educazione al mistero dell’amore umano è imprescindibile. Nasciamo curvati su noi stessi [=peccato originale]. Cristo ci ha liberati da questa brutta curvatura. Si tratta di fare nostro questo dono.

 

Concludo. "Creare qualcosa che rispecchi l’Essere e l’Amore assoluto è forse la cosa più straordinaria che esista!" [K. Wojtyla]. A questo Cristo vi chiama colla sua grazia.