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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SECONDA STAZIONE QUARESIMALE
28 febbraio 1996 - COPPARO

“Non le sarà dato un segno, se non il segno di Giona”.
Carissimi, che cosa è un “segno”? è qualcosa che rimanda ad una altra realtà, che indica l’altra realtà. Il fumo, per esempio, è il segno del fuoco, per cui vedendo il fumo penso che vi è anche il fuoco. Il Signore ci dice che la persona di Giona è un segno. Segno di un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore, che si lascia impietosire.
 Ma guardando le cose più in profondità, Giona e la sua predicazione è il segno di qualcosa di più grande. Egli prefigura la realtà stessa di Gesù. Gesù, nella sua vita e predicazione, nella sua morte e resurrezione, è il dono totale della misericordia di Dio. Questo dono viene annunciato “di generazione in generazione” così che ogni generazione umana, ogni persona possa essere rigenerata dal perdono del Padre. Ed infatti, la parola che la Chiesa annuncia, è accompagnata da un avvenimento che accade nel cuore di chi ascolta. Dio stesso, colla sua grazia, apre il cuore alla fiducia e alla speranza, rimuovendo la nostra paura e la nostra angoscia. Ecco, carissimi, che cosa sta accadendo nelle nostre comunità durante la Quaresima: viene annunciata la misericordia del Signore: ti viene offerta la possibilità di rientrare nella sua santa Alleanza. Ciò che Giona ha semplicemente prefigurato, accade ora e qui attraverso i sacramenti e la predicazione della Chiesa.
 Allora anche noi ci troviamo nella stessa situazione in cui si trovarono i contemporanei di Gesù: anche noi come loro siamo confortati con la misericordia del Padre che ci offre il suo perdono. E’ possibile comportarci come loro, come cioè una “generazione perversa che cerca un segno”.
 “Cercare un segno” equivale a chiedere, a chi ci domanda di dargli fiducia, dei fatti che dimostrino che la sua richiesta può essere accolta. Ora, fratelli, ci sono due modi di chiedere “segni”. Un primo modo, legittimo, è proprio di chi vuole che la sua fede sia un atto ragionevole. La nostra fede in Dio è un atto che dobbiamo compiere sapendo, come dice l’Apostolo, di chi ci fidiamo. E’ dunque importante che noi sappiamo dare ragione di ciò in cui speriamo. Conoscere i fondamenti della nostra fede, i suoi contenuti. Una fede ignorante non dà gloria al Signore e in ordine all’adorazione che noi dobbiamo, come creature, a Dio, non è indifferente ciò che noi pensiamo di Lui.
 Ma c’è un modo di chiedere segni che il Signore condanna. E’ quello di chi vuole avere prove di natura tale che la fede diventa inutile, volendo vedere tutto chiaramente. Questo modo di comportarsi è proprio di chi, per esempio, dà più importanza ai vari personaggi di supposte apparizioni che non alla S. Scrittura che è la Parola stessa di Dio. Dove sta la credibilità dell’amore? nell’amore stesso. Se una persona ti dice che ti ama, quando è ragionevole che tu creda ad esso? quando vedi che essa ti ama. L’amore ha un solo argomento o segno per mostrarsi e dimostrarsi: se stesso. Ecco perché Gesù dice: non vi sarà dato nessun segno. Quanto Gesù ha detto e fatto è sufficiente per credere che in Lui il Padre ha definitivamente aperto la sua casa, ha offerto la sua misericordia. Il segno ormai unico è Cristo stesso che oggi nella sua Chiesa vi annuncia il suo perdono. “Avete il Vecchio e Nuovo Testamento ...”
 Tutto questo crea nell’uomo una vera libertà: sia di accettare, sia di rifiutare questo Amore . Ciò che Dio poteva fare per noi, lo ha fatto. Ora Egli attende la nostra risposta.