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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA S. Messa Suore Orsoline
11 maggio 1997

Non è una casuale coincidenza il fatto che celebriamo il centenario della morte del Servo di Dio don Zeferino Agostini nel giorno in cui la Chiesa celebra il mistero dell’Ascensione al cielo del Signore. Questo mistero ci fa penetrare nel vero significato di questa celebrazione centenaria.

1/  “A ciascuno di noi ... agli uomini”. Queste parole dell’apostolo ci svelano una dimensione essenziale del mistero che oggi noi celebriamo. Nella sua ascensione al cielo, il Cristo viene proclamato Signore di ogni cosa: “ha preso possesso del suo Regno, il Signore, il nostro Dio l’Onnipotente”. Infatti, ci insegna l’autore della lettera agli Ebrei, “avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi” (10,12-13). E’ stato a causa della sua obbedienza, che “Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome ...” (Fil 2,9-11). Sorelle, fratelli: lasciamoci oggi prendere nello spirito dalla contemplazione della potenza di Cristo, dello splendore della Sua regalità.
 Ma l’Apostolo ci svela anche il modo con cui il Cristo esercita la sua signoria e realizza la sua regalità. “Egli, che è disceso sulla terra e che con la sua ascesa nella regale dimensione di Dio ha ora riempito della sua ascesa nella regale dimensione di Dio ha ora riempito della sua sovrana presenza la terra e i suoi cieli, si è anche creato ciò con cui e in cui manifestare tale riempimento del cosmo: il suo corpo, la Chiesa” (H. Schlier). Ed è in questa luce che noi comprendiamo lo scopo per cui il Signore concede i suoi doni: edificare l’unico corpo del Cristo e ridurre ogni cosa alla sua Signoria. Quali doni? “E’ Lui che ha stabilito alcuni...”. Quando questo accadrà? quando la persona umana raggiungerà la sua pienezza in Cristo.
 Ecco, il mistero della Chiesa: è il “luogo” in cui il Cristo asceso al cielo agisce attraverso i carismi che egli dona, perché si compia il suo regno, l’uomo cioè raggiunga la piena misura della sua grandezza.
 Ed è in questo mistero che si colloca il carisma che don Zeferino Agostini ha portato dentro alla Chiesa: il vostro carisma, carissime sorelle Orsoline.

2. Vorrei richiamare l’attenzione su due dimensioni oggi particolarmente grandi, del vostro servizio alla regalità di Cristo: la vostra consacrazione verginale; il vostro impegno educativo.
- Il vostro fondatore vi ha proposto la via della donazione integrale a Cristo. In questo modo voi dimostrate al mondo di oggi che Cristo ha liberato veramente l’uomo e la donna, perché li ha resi capaci di amare, di fare della propria persona un dono.
- Voi poi manifestate questa donazione verginale nell’impegno quotidiano, indifeso dell’educazione della persona. Vi dobbiamo molta gratitudine per questo. Col vostro umile coraggio voi continuate a dire ai potenti di turno che l’educazione non è un compito dello Stato, affermando così una libertà fondamentale. In voi Cristo libera l’uomo dalla schiavitù di una società che, priva ormai di ogni riferimento serio, riduce l’educazione ad una “informazione” per sopravvivere.

 Il Signore risorto ed asceso al cielo vi riempia della sua forza, per rendervi sempre più idonee a compiere quel ministero a cui il vostro fondatore vi ha inviate, in nome di Cristo.