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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Festa di san Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato
Chiesa di S. Giacomo Maggiore, 29 settembre 2011


1. Cari fratelli e sorelle, la prima lettura non è frutto di una mente visionaria o di una allucinazione. Sotto la figura di una potente metafora l’apostolo Giovanni ci introduce nell’oscuro enigma della storia, di quella storia dentro la quale trascorre la nostra vicenda quotidiana.

La pagina in primo luogo ci libera da un’illusione. Da una convinzione cioè da molti condivisa, ma che non trova alcun fondamento ragionevole: appunto un’illusione. Quella di ritenere che la storia umana sia sempre e comunque segnata dalla cifra del progresso indefinito: "le magnifiche sorti e progressive".

La Parola che abbiamo ascoltato nella prima lettura ci sveglia da questo sogno, presentandoci tutta la vicenda umana come uno scontro fra Michele con i suoi angeli, e il drago con i suoi angeli.

La storia dunque è un grande dramma in cui il progetto di Dio sull’uomo da Lui creato è contestato da una misteriosa persona, "colui che chiamiamo il diavolo e satana". E di lui si dice qualcosa di terribile: "che seduce tutta la terra". Egli cioè possiede una sola arma: la seduzione; l’inganno operato mascherando la schiavitù reale con l’apparenza della libertà falsa, l’errore con l’apparenza della verità.

Ma la Parola appena ascoltata risponde anche ad una domanda che ogni uomo pensoso non può non porsi: come finirà questo scontro fra Michele e il drago; fra la potenza del male e la potenza del bene? Che cosa possiamo, abbiamo il diritto di sperare?

"Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo".

"Ora si è compiuta": la Parola di Dio ci assicura che ci sarà l’Ora in cui si compirà la salvezza; nella quale la nostra invocazione "venga il tuo Regno" sarà definitivamente esaudita. Non ci è detto quando sarà quell’ora. Ma ci è detta una cosa più importante: come si può "salire sul carro del vincitore" già da ora. Ascoltiamo: "essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire".

È la testimonianza del nostro martirio che vince il male. Non pensiamo necessariamente al versamento del sangue, anche se membri del vostro corpo della Polizia di Stato hanno dato anche questa testimonianza.

È la testimonianza della verità circa ciò che è bene e male per l’uomo, ciò che è giusto ed ingiusto nella società che vince alla fine la potenza del male. Poiché c’è un solo modo di far trionfare la giustizia in questo mondo: agire giustamente. Tutti gli altri mezzi sono inadeguati allo scopo.

2. Cari amici della Polizia di Stato, non a caso il Patrono del vostro corpo è san Michele Arcangelo. Non a caso il Signore ci ha detto una parola a riguardo dello scontro fra la potenza del male e la potenza del bene.

Non è forse il vostro lavoro che ogni giorno vi mette di fronte al tentativo dell’ingiustizia di regnare nei rapporti umani? Di fronte al tentativo di far coincidere la giustizia con la forza? Di fronte alle tante degradazioni cui tutto questo porta l’uomo?

La Sacra Scrittura parlava di: "Michele con i suoi angeli". Non trovo una migliore definizione della vostra persona e del vostro servizio: siete "gli angeli di Michele", che combattono contro il male.

Siate i testimoni dell’ordine fondato sulle leggi; della forza della giustizia ben più potente alla fine della giustizia della forza. È questa testimonianza che vi rende grandi davanti a Dio ed agli uomini.

Che San Michele vi protegga e vi difenda. Amen.