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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


IV DOMENICA PER ANNUM (B)
Conferimento del Lettorato
Cattedrale, 29 gennaio 2006


1. "A Cafarnao, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare". Carissimi fratelli e sorelle, quanto è narrato dalla pagina evangelica sta accadendo sotto i nostri occhi, in mezzo a noi. Anche noi, come gli abitanti di Cafarnao, siamo venuti in questo luogo santo per incontrarci col Signore, per vivere una profonda esperienza della sua presenza in mezzo a noi. È per questo che la Chiesa ci ha fatto pregare or ora: "fa che ascoltiamo, Signore, la tua voce".

La pagina evangelica intende renderci consapevoli del modo con cui Gesù si rende presente, ed attraverso questa modalità donarci una comprensione più profonda della sua persona.

Gesù si manifesta nella sinagoga di Cafarnao mediante il suo insegnamento e mediante la sua potenza: parola ed azione rivelano la sua persona. La sua parola, infatti, e il suo insegnamento – come dice il testo santo – erano di "uno che ha autorità". Egli cioè non si limita a ripetere l’insegnamento tradizionale, ma insegna in modo tale che nella sua parola risuona e si sente l’autorità stessa di Dio: in Lui è Dio stesso che parla all’uomo.

Gesù dimostra quest’autorità cacciando da uno dei presenti uno spirito immondo. Ambedue le cose, insegnare con autorità e cacciare uno spirito immondo, vanno nella stessa direzione: dimostrano che in Gesù e con Gesù il progetto di Dio a favore dell’uomo – il suo Regno – sta per realizzarsi pienamente.

Carissimi fratelli e sorelle, non stiamo ascoltando solamente la narrazione di un fatto accaduto, ma anche la rivelazione di quanto sta accadendo in mezzo a noi: è di noi che il Vangelo sta parlando. Il Signore Gesù è presente in mezzo a noi mediante la sua Parola e nella potenza liberatrice della sua morte e risurrezione.

La parola che vi è stata letta ed ora spiegata ha materialmente percorso le vostre orecchie, come ogni parola. Ma essa non è solo parola umana; mediante essa è Dio stesso che parla al vostro cuore. Questa non è parola come quella che potete udire ovunque. Come fu la parola udita quel sabato nella sinagoga di Cafarnao, così questa sera è la parola che voi state udendo in questa Cattedrale: vi sto insegnando "come uno che ha autorità e non come gli scribi", poiché vi sto insegnando nell’autorità di Cristo trasmettendovi la Sua verità. E pertanto anche a voi la Chiesa dice questa sera le stesse parole dette dal Signore al suo popolo mediante il salmista: "Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto".

La potenza salvifica del Signore, di cui furono testimoni gli abitanti di Cafarnao presenti nella Sinagoga, non ci ha abbandonati: non si è accorciato il suo braccio. Essa si manifesta anche in mezzo a noi. Quel povero uomo di cui parla la pagina evangelica è ciascuno di noi. Ciascuno di noi vive ogni giorno l’esperienza di una libertà incapace di fare il bene che riconosce; vive l’esperienza di profondità possedute da una forza del male dal quale non riusciamo a liberarci. È la potenza della risurrezione di Cristo, della sua vittoria sul male che viene a liberarci mediante la partecipazione al suo Corpo glorioso ed al suo Sangue effuso.

E noi, a diversità dei cittadini di Cafarnao, vivendo l’esperienza di questo incontro col Signore, non siamo presi da timore, ben conoscendo "che è mai questo". Siamo presi dalla gratitudine e dal bisogno di lodare il Signore: di "accostarci a lui per rendergli grazie, di acclamare a lui con canti di gioia".

2. Durante la celebrazione alcuni alunni del nostro Seminario saranno istituiti Lettori, istituzione che si inserisce nel loro cammino verso il sacerdozio.

Carissimi Marco, Roberto, Alberto, Fabrizio, Fabio e Francesco, la pagina evangelica odierna illumina profondamente il rito che fra poco compiremo. In un certo senso, con questo rito viene fatta a voi la prima consegna di quella Parola di Dio che è risuonata "con autorità" nella sinagoga di Cafarnao. Ma è anche vero che voi siete consegnati a questa Parola di Dio. Da questo momento essa deve diventare gioia del vostro cuore e tesoro della vostra intelligenza, passione della vostra libertà e oggetto continuo del vostro studio. Essa non è un libro: è una Persona.