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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Quinta Domenica di Pasqua (C)
San Martino in Argine, 28 aprile 2013


Cari fratelli e sorelle, vorrei trattenere la vostra attenzione sulla prima lettura. Essa infatti contiene insegnamenti di importanza fondamentale per le vostre comunità.

1. Paolo e Barnaba hanno terminato il loro lavoro missionario, il primo annuncio del Vangelo in un territorio che corrisponde in larga misura all’attuale Turchia. Fatto il primo annuncio del Vangelo, i due missionari ritengono terminato il loro lavoro? Assolutamente no. Che cosa fanno? Ascoltate.

"Paolo e Barnaba ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia, rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede, poiché – dicevano – è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio". Fate bene attenzione.

Non basta aver creduto, oppure aver fatta propria la tradizione di fede in cui siamo nati. E’ necessario "restare saldi nella fede". L’apostolo Paolo, scrivendo ai suoi fedeli di Corinto, dice: "vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato" [1 Cor 15, 1-2].

L’annuncio del Vangelo è accompagnato e seguito da un insegnamento che ne presenta e ne spiega i contenuti. Rimanere saldi nella fede significa non distaccarsi da questo insegnamento; "mantenerlo in quella forma, in quei contenuti con cui vi è insegnato". "Altrimenti" aggiunge l’Apostolo "avreste creduto invano".

Cari amici, questo è un punto assai importante. I contenuti della fede non sono a nostra disposizione, così che alcuni li accettiamo altri non li accettiamo. La fede non è come un supermercato dove uno entra, e prende ciò di cui ha bisogno. Non esiste una fede "fai da te", misurata e tagliata secondo i propri gusti. L’apostolo, come avete sentito, è molto severo con chi pensa ed agisce così: "avreste creduto invano".

Ma come i fedeli di Listra, Iconio e Antiochia possono rimanere saldi nella fede? come voi, fedeli di San Martino e Selva, potete rimanere saldi nella fede? Ascoltiamo.

"Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo aver pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto". Perché i fedeli possano rimanere saldi nella fede, vengono costituiti nelle comunità dei pastori, i quali hanno precisamente il compito di predicare la dottrina della fede.

Questa infatti non è il risultato di dialogo tra fedeli; di incontri in cui viene dibattuto qualche tema. La fede deriva dalla predicazione dei pastori, poiché essa è la trasmissione di una parola che non è umana, ma di Dio. L’apostolo Paolo scrivendo ai fedeli di Tessalonica, dice: "avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete" [1 Tess 2, 13].

Ma Paolo e Barnaba non si limitano, diremmo oggi, a nominare parroci, i quali assicurino la predicazione e l’istruzione della fede, ma compiono un secondo gesto: affidano i fedeli al Signore. È qualcosa di molto profondo questo gesto. I fedeli sono affidati alla cura, alla custodia, alla protezione del Signore. E questo è vero anche di ciascuno di voi. E nessuno, niente può strapparvi dalla mano del Signore, se non siete voi ad abbandonarlo. E quando si abbandona il Signore? precisamente quando non si rimane saldi nella fede; non si mantiene la dottrina della fede nella forma in cui i pastori della Chiesa ve l’hanno insegnata.

2. Alcune riflessioni conclusive. La prima. Avrete capito, ne sono sicuro, che la vostra non sarà una fede salda se non è continuamente nutrita dalla Parola di Dio, trasmessa dalla predicazione della Chiesa. La seconda conclusione. La fede, per essere salda, deve anche essere difesa dalla mentalità del mondo in cui viviamo. Se ragionate secondo questa mentalità, gradualmente non rimarrete saldi nella fede, secondo la forma in cui essa vi è stata annunciata. Non dovete aver paura di ragionare colla vostra testa, cioè nella luce della fede, anche se questo vi fa sentire isolati.

L’ultima conclusione, e termino. Avete sentito come finisce la prima lettura: "[Dio] aveva aperto ai pagani la porta della fede".

La fede è come una porta. Attraverso essa noi entriamo nella casa di Dio; entriamo in un mondo nuovo e stupendo. In quale modo? Ascoltate: "ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà "Dio-con-loro"". La fede è la porta che ci fa entrare nella stessa dimora di Dio; essa ci dona l’esperienza della vicinanza di Dio. Perché chi crede non è mai solo: Dio è con lui.