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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Natale di Nostro Signore. Santa Messa del Giorno
Cattedrale di San Pietro, 25 dicembre 2011


1. "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre". Cari fratelli e sorelle, la nostra condizione umana e la qualità della nostra vita dipendono dal fatto se riteniamo che queste parole narrano un evento realmente accaduto oppure sono il risultato di speculazioni religiose o mitologiche. Che cosa dicono quelle parole?

Che il Verbo, il Figlio di Dio, ha assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza. L’apostolo Paolo narra questo evento in maniera drammatica: "[Cristo Gesù], pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini" [Fil 2, 6-7]. Dunque, uno di noi: concepito e partorito da una donna, che ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha amato con cuore d’uomo, è Dio. Non pensate ad una sorta di "figura mitologica" in parte Dio e in parte uomo; né al risultato di una qualche fusione o confusione della divinità coll’umanità. Si è fatto uomo rimanendo vero Dio: Dio è con noi; Dio "venne ad abitare un mezzo a noi".

Vi ho detto che dalla fede in questo evento o dalla sua negazione come evento realmente accaduto; dal ritenere vere o false quelle parole del Vangelo dipende la nostra condizione umana, dipende interamente la qualità della nostra vita. In poche parole: è dalla fede nel fatto dell’incarnazione del Verbo che dipende interamente il nostro destino.

Per quale ragione? Perché dalla verità o meno di quel fatto dipende se l’uomo, e come singolo e come società, è affidato esclusivamente a se stesso e alle sue capacità oppure se la sua sorte, e personale e sociale, è ormai definitivamente condivisa con Dio medesimo. Siamo tutti imbarcati, ma sulla nostra barca c’è Dio stesso o siamo soli?

C’è in questo qualcosa di molto profondo. Come avete sentito, la pagina evangelica denota coloro che non credono al fatto dell’incarnazione come "le tenebre che non accolgono la luce"; come coloro che "non riconoscono nel Verbo fattosi carne la luce vera che illumina ogni uomo"; la luce per mezzo della quale il mondo fu creato.

Cari fratelli e sorelle, anche l’occhio più sano ha bisogno di essere illuminato da una sorgente luminosa per vedere: non può produrre da se stesso l’atto della visione. Così anche la nostra ragione è guida assai incerta se non è illuminata dalla luce del Verbo fattosi carne. Disperata o rassegnata, lasciata a se stessa la nostra ragione giunge alla fine a negare l’esistenza della verità o comunque la capacità di conoscere verità che non siano a misura della nostra intelligenza.

Ma c’è qualcosa di più grave. Come abbiamo sentito, tutto è stato fatto per mezzo del Verbo. Se si toglie questo fondamento ultimo dell’intima intelligibilità del reale, tutto svanisce nell’indifferenza e nel non senso. Viene dato il primato all’irrazionale, al caso o alla necessità, e si riconduce a questo anche la persona umana colla sua libertà. È una sorta di collasso della realtà nel non senso.

"A quanti però l’hanno accolta", continua il santo Vangelo, "ha dato il potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome". Questo è il vero cambiamento della condizione umana: "ha dato il potere di diventare figli di Dio". Si istituisce un nuovo rapporto con Dio, fondato sul fatto che facendosi uomo, il Verbo ha reso partecipe l’uomo della sua condizione divina. "Oh, grande benevolenza! grande misericordia!" esclama S. Agostino. "Era il Figlio unico, e non ha voluto rimanere solo … L’unico Figlio che [il Padre] aveva generato e per mezzo del quale tutto aveva fatto, questo Figlio lo inviò nel mondo, perché non fosse solo, ma avesse dei fratelli adottivi" [Commento al Vangelo di Giovanni 2, 13; NBA XXIV, 39].

2. Cari fratelli e sorelle, che la nostra beatitudine eterna sia decisa dall’accettazione di un fatto storico, è lo scandalo permanente della proposta cristiana. Ma oggi è in atto una presentazione della proposta cristiana che viene privata di ogni scandalo. Ciò avviene ogni volta che si riduce il cristianesimo ad una dottrina religiosa o morale, mettendo in secondo piano la persona del Verbo incarnato. Ciò avviene anche nella solennità odierna quando il grande fatto dell’incarnazione diventa occasione per parlare d’altro: la pace, la fraternità, l’accoglienza, e così via.

Cari amici, la vera unica ultima domanda è alla fine una sola: è vero o no che il bambino oggi nato da Maria è Dio? Il resto, senza la risposta a questa domanda, sono chiacchiere che servono solo … a far prendere un po’ d’aria ai denti.

"Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".