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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Quarta di Pasqua
Cattedrale, 25 aprile 2010


1. "Non avranno più fame, né avranno più sete … E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi". Cari fratelli e sorelle, queste parole sono la risposta al desiderio più profondo che dimora nel cuore umano: il desiderio di felicità. E di felicità eterna, poiché la consapevolezza che essa possa terminare la renderebbe non piena fin dall’inizio.

Queste parole ci assicurano che il nostro desiderio di beatitudine non è vano ed insensato, uno scherzo di cattivo gusto fattoci da una natura matrigna. Tuttavia, avrete notato che tutti i verbi che esprimono quella beata condizione sono al futuro. La piena soddisfazione del nostro desiderio è rimandata alla vita eterna; è questa la meta ultima a cui siamo destinati, e per cui la Chiesa esiste.

Forse ce ne siamo dimenticati. Non raramente preferiamo mettere in risalto la rilevanza che la Chiesa ha negli affari di questo mondo, e l’apporto che essa ha dato e continua a dare alla società civile. Ma non dobbiamo mai dimenticare che la Chiesa esiste per condurre l’uomo alla vita eterna.

Esiste al riguardo un rito liturgico assai significativo. Quando i genitori presentano alla Chiesa il proprio bambino perché sia battezzato, il sacerdote inizia il rito con una domanda: "che cosa chiedete alla Chiesa per il vostro bambino?". la risposta è: "la fede"; ed il sacerdote continua: "e che cosa vi procura la fede?" "la vita eterna".

Questo dialogo è commovente. Niente un genitore vuole più appassionatamente che il bene del proprio figlio. Si rivolge alla Chiesa perché essa, donando al bambino la fede, lo introduca nel possesso della vita eterna, gli doni la vita eterna. Sono consapevoli che questo si deve chiedere alla Chiesa.

2. "Io do loro la vita". La parola di Gesù narra invece un fatto che accade ora: il verbo è al presente. Gesù dona "alle pecore che ascoltano la sua voce e lo seguono", la vita eterna fin da ora.

La presenza di Gesù ha cambiato la nostra attesa di una beatitudine, di una vita eterna. La "sostanza" di quelle realtà future di cui ci parlava la seconda lettura, con Gesù ci è già stata comunicata. Noi possiamo già da ora pregustare realmente quanto godremo pienamente dopo la nostra morte, poiché fin da ora Gesù ci dona la vita. "Non avranno più fame, né avranno più sete", ci ha detto la profezia. Gesù nel Vangelo ci dice: "io sono il Pane della vita … chi viene a me non avrà mai fame, e chi crede in me non avrà mai sete". Chi incontra Gesù nella fede e si ciba dell’Eucaristia, ha trovato la pienezza della sua umanità.

Gesù ci fa partecipi cioè della sua stessa vita; ci stringe a Sé: in modo che nessuno "potrà rapirci dalla sua mano".

Ma il Signore pone una condizione: "le mie pecore ascoltano la mia voce … ed esse mi seguono". La condizione per pregustare fin da ora la vita eterna; la condizione per trovare fin da ora una risposta vera al nostro desiderio di beatitudine, è "ascoltare la voce del Signore e seguirlo".

Cari fratelli e sorelle, molti di voi ricorderanno il mito di Ulisse che sapendo come le Sirene ingannassero gli uomini col loro canto, per non essere poi deluso, si fa legare all’albero della nave. I Padri della Chiesa hanno fatto una profonda riflessione su questo mito. Quante voci false ascoltiamo, che ci promettono felicità ma che in realtà ci conducono alla noia e alla disperazione! Leghiamoci alla Croce di Cristo e stiamo uniti a Lui.

È la fede – l’ascolto obbediente della Parola di Gesù – che ci predestina alla vita eterna. Lo abbiamo sentito nella prima lettura: "abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna".

3. In questa domenica la Chiesa prega per le vocazioni sacerdotali. Cari fratelli e sorelle, la Parola ascoltata è vero nutrimento della nostra preghiera.

L’uomo ha bisogno del sacerdote, poiché ha bisogno che gli sia continuamente ricordato che il suo fine ultimo è la vita eterna, e che gli sia mostrata la via che porta alla vita. Il sacerdote esiste proprio per questo: per guidare l’uomo alla vita eterna. Per la soluzione di altri problemi, ha da rivolgersi ad altri. Ma per la soluzione del problema del senso ultimo della sua vita, e non per esserne solo informato ma per esserne plasmato in modo nuovo, ha bisogno del sacerdote. Il Signore non ci privi mai di essi.

Il fatto che questi giovani oggi ricevano l’accolitato in vista del sacerdozio, è segno dell’amore di Cristo verso questa Chiesa. Preghiamo perché non manchi mai di pastori santi.