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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Conversione di S. Paolo Apostolo
Solenni Primi Vespri
Bologna, S. Paolo Maggiore, 24 gennaio 2009


Fil 3,7-11

1. Cari fratelli e sorelle, celebriamo questa santa Liturgia per ringraziare il Padre del dono fatto a Paolo della conversione a Cristo; per chiedere umilmente la grazia di fare quotidianamente tesoro nelle nostre comunità del Vangelo della grazia rivelato all’Apostolo e da lui predicato.

La sua conversione infatti ha coinciso colla rivelazione che l’uomo è salvo se "viene trovato in Cristo, non con una sua giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo". Come l’Apostolo scriverà ai Corinzi, è accaduto in lui un nuovo inizio, una nuova creazione: "E Dio che disse: rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo" [2Cor 4,6]. Paolo viveva non il Vangelo della grazia, ma viveva nella consapevolezza di una giustizia che gli proveniva dall’essere irreprensibile quanto all’osservanza della legge. Rivelandogli la gloria di Cristo, il Padre ha operato in Paolo un totale distacco da ciò che prima riteneva sommamente importante, poiché l’unico valore assoluto era "la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù".

Noi stiamo lodando il Padre perché ha operato questo prodigio di grazia in Paolo.

2. Scrivendo ai Galati, egli dice che il Padre gli rivelò il Figlio perché lo annunciasse in mezzo ai pagani [Cf. Gal 1,15]. La conversione è in vista della missione; anzi coincide con essa. Il contenuto della sua missione coincide col contenuto della sua conversione.

La voce dell’Apostolo continua ancora a risuonare nella Chiesa. E risuona anche per noi questa sera; fedeli, e responsabili delle comunità cristiana. E ci fa la domanda di fondo: che posto occupa la persona di Cristo nella nostra vita, nella vita delle nostre comunità? Un grande Padre del monachesimo, Benedetto, scrive: "nihil Cristo praeponatur" [niente sia anteposto a Cristo]

Questa sera l’Apostolo ci induce a riflettere sull’orientamento fondamentale delle nostre vite e delle nostre comunità.