home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Dedicazione della chiesa di Argelato
Argelato, 23 settembre 2007


Miei cari fedeli, il rito che stiamo celebrando è ricco di molti significati, tutti in relazione a questo edificio che fra poco dedicheremo per sempre alle sante celebrazioni dei misteri divini. Possiamo cogliere questi significati seguendo semplicemente l’ordine delle letture che abbiamo appena ascoltato.

1. La prima lettura narra l’avvenimento che ricostruisce la comunità degli israeliti che avevano potuto far ritorno dall’esilio babilonese. Erano poche persone, scoraggiate di fronte all’immane compito di ricostruire – non solo materialmente – il loro paese. Tutto infatti era andato in rovina.

In che modo quel popolo di dispersi ritrova la sua unità? In che modo riacquista la coscienza della sua identità e quindi la forza di ricominciare tutto da capo? Lo avete sentito: leggendo e ascoltando la parola di Dio, spiegata loro dai leviti.

È importante sapere che il libro letto era il libro dell’Alleanza, il libro cioè che ricordava il patto che Dio aveva stretto col suo popolo, e conteneva l’istruzione con cui Egli guidava il suo popolo sulla via della vita. Quella lettura vivificava la memoria del fatto fondatore di Israele, l’Alleanza appunto, ed orientava il futuro della ricostruzione. Ricordando il passato e guardando al futuro, il presente diveniva momento di gioia vera, ed il popolo riacquistava forza: "questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!".

Miei cari fedeli, quanto è narrato nella prima lettura, accade ogni volta che voi vi riunirete in questo luogo che ora consacreremo.

La Scrittura che da questo luogo vi sarà letta e spiegata narra, e quindi ne custodisce in voi la memoria, l’Avvenimento che sta all’origine ed è il fondamento della vostra comunità: la morte e la risurrezione di Gesù, in forza della quale da morti che eravate per i vostri peccati siete stati rigenerati ad una vita nuova. Ma la Scrittura narra non semplicemente questo Avvenimento come fosse invincibilmente imprigionato nel passato. Quando noi celebriamo l’Eucarestia, noi siamo resi presenti al sacrificio di Cristo e viene stipulata nel suo sangue fra il Padre e noi la nuova ed eterna Alleanza.

Miei cari fedeli, questo luogo che diventerà fra poco luogo dedicato al Signore, è quindi anche il luogo in cui voi ritrovate il senso della vostra identità e quindi della vostra dignità di popolo cristiano.

Come non pensare alla profonda somiglianza fra la condizione di Israele ritornato da Babilonia e le condizioni in cui vivono le comunità cristiane oggi? Anche oggi molte sono le rovine che hanno colpito l’edificio sociale. Perfino le sue fondamenta sono scosse, perché si è andato erodendo progressivamente il senso e la cura del bene comune: senza questa cura la società si riduce ad essere la coesistenza regolamentata di egoismi opposti.

Miei cari fratelli, qui voi ritroverete la coscienza di appartenere ad un popolo, il popolo di Dio; qui troverete la forza di ricostruire ogni giorno la vita delle vostre famiglie, di affrontare la vostra quotidiana fatica, di appassionarvi al bene comune. È la gioia del Signore la vostra forza.

2. La parola dell’Apostolo ci rivela la grandezza dell’avvenimento che accade fra voi, quando vi riunirete in questo luogo per ascoltare la parola di Dio e celebrare i divini misteri: "voi siete l’edificio di Dio" ci ha detto l’Apostolo.

Miei cari fedeli, questo è un grande mistero! Lo dico in rapporto a ciò che è la vostra comunità di discepoli.

Ciò che accade visibilmente in questo edificio sacro, accade invisibilmente ma non meno realmente in e fra voi.

È in voi e fra di voi che Dio si rende presente colla sua parola. Quando essa risuona nelle vostre orecchie, il vostro cuore si apra docilmente, e la vostra persona sarà resa luminosa dalla sapienza divina. Quando celebrate l’Eucarestia, se voi partecipate ad essa attivamente e fruttuosamente ricevendo anche il Corpo e il Sangue del Signore, voi diventate ciò che ricevete: il corpo di Cristo, la sua Chiesa. Come vedete, quanto viene celebrato nel tempio materiale si realizza pienamente nel tempio che siete voi.

Da questo l’Apostolo, come avete sentito, deduce una conseguenza: se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. La Chiesa miei cari è santa: "santo è il tempio di Dio che siete voi", e ciascuno di noi non la deve deturpare con una vita indegna del Vangelo in cui crediamo e dei Misteri che celebriamo.

Voi amate lo splendore di questo luogo, desiderate che la sua bellezza sia la gioia dei vostri occhi. Amate ancora di più lo splendore del tempio che siete voi rendendolo luminoso colla vostra santità, che la vera bellezza, lo splendore della verità e del bene, dimori sempre nella vostra persona.

Guardiamo sempre a Cristo, come ha fatto Pietro: lui è il fondamento su cui costruiamo la nostra vita. La sua luce sia la nostra guida, il suo amore crocefisso la nostra gioia.