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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Natività di Giovanni Battista
Roma, 22 giugno 2008


1. La nascita di Giovanni Battista, di cui la Chiesa fa solennemente memoria nella sua liturgia, è stata illustrata da grandi prodigi. Egli è stato donato a due genitori che già avanti negli anni avevano abbandonato ogni speranza della prole. Come abbiamo appena ascoltato, la nascita di Giovanni scioglie la lingua di suo padre reso muto dalla sua incredulità. Non soltanto gli è resa la parola, ma gli è dato la capacità di profezia circa il figlio appena nato. I vicini che vengono a conoscenza della nascita di Giovanni, "furono presi da grande timore", presagendo che qualcosa di grande stava per accadere in Israele.

Veramente si realizza la profezia fatta dall’angelo a Zaccaria: "molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore".

Quale è stata la grandezza di Giovanni Battista? Ci è svelata dalle parola di Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: "Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza…. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali". Prestate bene attenzione al fatto che Giovanni definisce la sua identità non positivamente, ma negativamente: "io non sono … io non sono degno". Non solo, ma la duplice negazione viene fatta in riferimento a Cristo: in se stesso egli ha piena coscienza di "non-essere"; tutto ciò che è, lo è in relazione in Cristo. Tutta la sua esistenza è semplicemente e grandiosamente un "segno di orientamento": "è necessario che lui cresca ed io diminuisca".

Alcuni Padri della Chiesa e teologi medioevali esprimono questi pensieri con una suggestiva osservazione … astronomica. La nascita di Giovanni Battista avviene quando, superato il solstizio estivo, i giorni cominciano ad accorciarsi. La nascita di Gesù avviene quando, superato il solstizio invernale, i giorni cominciano ad allungarsi. La luce del giorno comincia a diminuire perché Giovanni aveva solo la missione da notificare che nel mondo era sorto il sole della giustizia che non conosce tramonto e al cui calore niente avrebbe potuto sottrarsi.

È Giovanni che, per primo, catechizza la Chiesa e la prepara all’unione col suo Sposo divino.

2. Cari fratelli e sorelle, la comunità cristiana ha sempre avuto un culto privilegiato per Giovanni. E qui a Roma la chiesa, capo e madre di tutte le chiese, è stata dedicata a lui.

Abbiamo almeno due ragioni di custodire fedelmente la memoria del santo Precursore.

La sua catechesi è stata accuratamente trasmessa dalla predicazione apostolica. Essa deve risuonare nel nostro cuore: ci prepara alla venuta del Signore. In un certo senso, in ciascuno di noi deve riprodursi la figura e lo spirito di Giovanni. "Io penso" scrive Origene "che il mistero di Giovanni si compia anche oggi nel mondo. Per colui che è destinato a credere a Cristo è necessario, prima, che lo spirito e la virtù di Giovanni vengano nella sua anima per preparare al Signore un popolo perfetto e appianare i sentieri dell’asperità del cuore. Oggi ancora lo spirito del Battista precede la venuta del Signore" [Om. in Lc 4,29].

Ma è la Chiesa come tale che celebrando la memoria di Giovanni Battista, è aiutata a comprendere e realizzare meglio la sua missione. Essa nel suo lato visibile, sociale, è chiamata sempre ad essere colei che indica la presenza di Gesù nel mondo. È sempre una presenza nel mistero: "è in mezzo a voi uno che non conoscete" [Gv 1,26]. Ed è la Chiesa, che come Giovanni, porta l’uomo all’incontro con Cristo.

Miei cari fratelli e sorelle, come per Giovanni anche per ciascuno di noi è vero che la nostra vera grandezza consiste nella nostra relazione a Cristo. È necessario morire nel nostro egoismo, perché Cristo viva in noi.