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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Terza Domenica di Pasqua (Anno B)
Savigno, 22 aprile 2012


1. "Gesù in persona apparve in mezzo a loro". Cari fratelli e sorelle, così inizia oggi la pagina evangelica, che narra un fatto realmente accaduto ai discepoli del Signore. Essi, ridotti ormai ad un piccolo gruppo di uomini privi di ogni speranza, avevano paura e per questo si erano uniti e si tenevano nascosti nel cenacolo chiuso. Dobbiamo dunque fare molta attenzione a tutti i particolari del racconto. Ciò che colpisce maggiormente, perché è ciò che l’evangelista sottolinea maggiormente, è che si tratta della presenza di Gesù vivente nella sua persona, in carne ed ossa: "Toccatemi e guardatemi: un fantasma non ha carne ed ossa come vedete che io ho". Egli vuole che i discepoli possano sperimentare e come verificare che Gesù crocifisso era la stessa persona apparsa ora in mezzo a loro; vuole che vedano che Egli è risorto nel suo vero corpo: "guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!". È su questa certezza – Gesù crocifisso e risorto – che trova fondamento la missione degli Apostoli. Essi avranno l’autorità e la forza di predicare "a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati", perché sono stati testimoni oculari della vittoria di Cristo sulla morte e quindi sul peccato. È questa esperienza che garantisce la loro missione.

Desidero poi attirare la vostra attenzione su un altro particolare del racconto evangelico. Esso narra che Gesù "apparve in mezzo a loro". "In mezzo": è Lui ora il centro in cui tutto converge e da cui tutto ha origine. Egli è il nodo in cui tutto si incontra e si unisce. È il capo ed il cuore della comunità dei discepoli. Non dunque uno fra i tanti, ma è l’unico che riunisce in Sé l’unità di tutti.

 

2. Cari fratelli e sorelle, possiamo leggere ed ascoltare questo racconto da tanti punti di vista, con diversa attenzione e scopo. Ma quando noi leggiamo il Vangelo durante la celebrazione eucaristica, lo facciamo come credenti. Perché cioè siamo convinti che la pagina evangelica non racconta solo un fatto accaduto nel passato, ma ci narra un evento che sta accadendo ora. Essa non è solo custode di una memoria, è anche indice di una Presenza. È a questo profondo significato della pagina evangelica che ora dobbiamo fare attenzione.

Avrete notato la parola del Vangelo. Dice: "Gesù in persona apparve". Prestatemi bene attenzione perché cercherò di balbettare qualcosa su un grande mistero.

Non dice: "Gesù in persona entrò". Egli ha promesso: "dove sono due o tre riuniti in mio nome, io sarò in mezzo a loro". Gesù dunque è presente fra noi, ma Egli non "appare" che agli occhi della fede. Anche in questo momento Gesù è presente "in mezzo a noi"; e noi ne prendiamo coscienza mediante la fede. Non è il fare semplicemente memoria di un assente; non è semplicemente ascoltare la sua Parola, il suo insegnamento. È "Gesù in persona" che la fede ci fa ora incontrare realmente; ci fa entrare in una comunione di vita con Lui mediante il suo Corpo che riceveremo nella S. Eucaristia.

La presenza di Gesù in persona risorto "in mezzo ai suoi discepoli" è la Chiesa.

Cari fratelli e sorelle, la Chiesa non è succeduta a Gesù; non ha preso il suo posto. Non dobbiamo pensare: "Gesù ha lasciato definitivamente gli uomini; ora c’è la Chiesa che tiene vivo il suo insegnamento, che esorta a vivere secondo i suoi comandamenti". No, cari amici! Non dite, non pensate: "non c’è Gesù; ora c’è la Chiesa". Nessuna successione o sostituzione di Cristo è possibile. La Chiesa è la sua presenza in mezzo a noi: la presenza di Gesù in persona, realmente. È questo il grande insegnamento della pagina evangelica.

 

3. Cari fratelli e sorelle, Gesù ci ha fatto il dono di incontrarci nella Sacra Visita Pastorale. Ha arricchito il nostro incontro con la rivelazione della sua presenza fra noi, del mistero della Chiesa.

Vi dicevo che la presenza di Gesù in mezzo a noi suoi discepoli è "visibile" solo cogli occhi della fede; la porta d’ingresso nella Chiesa è la fede.

Ci aspetta un grande anno, l’Anno della Fede, voluto dal S. Padre Benedetto XVI. Non lasciamo passare invano questo tempo di grazia; facciamo in modo che la grazia dell’Anno della Fede sia feconda.

Una cosa soprattutto vi raccomando: istruite la vostra fede con la catechesi. Una fede ignorante non è gradita a Dio. Sono sicuro che don Tino, il vostro parroco, vi farà proposte precise: non lasciatele cadere nel vuoto.

I giorni che stiamo vivendo sono molto preoccupanti, ma la fede ci dona la certezza della presenza di Gesù fra noi. Ed allora il vero credente sa "che la luce di Dio c’è, che Egli è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità; che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo" [Benedetto XVI]. Chi crede non è mai solo.