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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Veglia pasquale e santa Messa della Notte
Cattedrale di S. Pietro, 22 marzo 2008


1. Questa è la notte durante la quale la condizione umana è stata radicalmente cambiata, perché Gesù "è risorto, come aveva predetto".

Cari fratelli e sorelle, in questa notte ci è dato di far accadere in ciascuno di noi quanto è accaduto nel corpo sepolto del Salvatore.

Che cosa è accaduto nel sepolcro? Come l’angelo disse alle donne: "Non è qui … venite a vedere il luogo dove era deposto". Gesù in questa notte è passato dalla vita corruttibile e mortale in cui fino ad allora era umanamente vissuto ad una vita incorruttibile ed immortale. La morte, comune destino di ogni uomo, è stata vinta nel senso che Gesù in questa notte ha ri-preso vita; ma non quella sempre insidiata dalla morte, ma una vita incorruttibile.

Come è stato possibile questo ingresso della umanità di Cristo – che è in tutto simile alla nostra – nel possesso di una vita immortale? La parola di Dio ci rivela che la morte è stata l’inevitabile conseguenza della decisione dell’uomo di fondarsi su se stesso, di separarsi dalla fonte della vita. Non fu così per Gesù. Egli era strettamene unito al Padre, sorgente della Vita, così da formare con Lui una sola cosa. L’apostolo Pietro dice: "Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere … perché [non] permetterai che il tuo Santo veda la corruzione" [At 2,24.27b]. La morte non poteva vincere perché Gesù era sempre unito col Padre.

In questa prospettiva comprendiamo come il fatto della risurrezione del Signore sia un evento che spezza il corso naturale della storia umana. In questa notte infatti l’umanità concreta di Gesù – senza esserne distrutta e come consumata – viene investita e totalmente permeata dalla stessa vita di cui vive Dio stesso. Il ciclo di vita-morte che percorre la vicenda umana di generazione in generazione, è stato fermato in quel momento preciso in cui Cristo è risorto. Il diacono perciò ha cantato: "O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore".

2. Abbiamo iniziato i santi riti di questa notte con un gesto molto significativo, se ricordate. La cattedrale era completamente buia; brillava solo la luce del cero pasquale che il diacono ci presentò cantando: "la luce di Cristo!". Poi ad un certo momento ciascuno di noi ha acceso il proprio cero alla luce di Cristo.

Cari fratelli e sorelle, questa è una potente metafora del mistero che stiamo celebrando. Quanto è accaduto a Cristo accade, può accadere in ciascuno di noi. La trasformazione avvenuta nell’umanità individuale di Cristo al momento della risurrezione è una forza che da Cristo esige di penetrare e trasformare ogni persona umana.

Ma come avviene questo? Come la trasformazione accaduta in Cristo può accadere anche in me? Come può arrivare fino a me? La risposta è di una semplicità sconcertante: mediante la fede ed il Battesimo. Questa è la notte del Battesimo che voi riceverete fra poco, cari catecumeni, di cui noi già battezzati faremo memoria solenne. È quanto ci ha or ora insegnato S. Paolo: "Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova". La Pasqua di Gesù ci afferra mediante il Battesimo, una volta per sempre.

Parlando di questo mistero un Padre della Chiesa scrive: "L’illuminazione è splendore delle anime, mutamento di vita, domanda rivolta a Dio da parte della nostra coscienza; … è soccorso alla nostra debolezza … seguire lo Spirito, … rialzare l’essere che Dio ha plasmato, lavare i peccati, partecipare alla luce, dissolvere le tenebre" [S. Gregorio di Nazianzo, Orazione 40,2].

La ragione intima della gioia che la Chiesa vive celebrando questa veglia è precisamente l’esperienza che essa fa della presenza della Risurrezione del Signore. La Risurrezione non è passata; la Risurrezione ci raggiunge, ci afferra e ci trasforma. In essa rimaniamo, cioè nel Signore risorto, perché la sua luce ci faccia passare dal potere delle tenebre al suo Regno di vita. Amen.