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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Quarta di Pasqua (C)
Cattedrale, 21 aprile 2013


Da molti secoli la Chiesa in questa domenica di Pasqua pone davanti alla nostra fede Gesù nella figura del buon Pastore.

1. Nell’antichità pagana, ma anche nella tradizione ebraica testimoniata dalla Bibbia, era frequente l’uso dell’immagine del pastore che guida, difende, e porta al pascolo il suo gregge, per indicare i re o comunque chi aveva responsabilità pubbliche.

Anzi, la Sacra Scrittura applica l’immagine anche a Dio stesso. Un salmo – per fare solo un esempio – inizia colle seguenti parole "Tu, pastore d’Israele, ascolta; tu che guidi Giuseppe come un gregge".

Dunque, cari fratelli e sorelle, ciò che la Parola di Dio oggi intende dirci riguarda il nostro rapporto con Gesù, il Signore risorto, e il rapporto di Gesù con noi. Ci parla della comunità che si forma attorno a Gesù. Ci parla della Chiesa, che è noi e Gesù risorto.

Consideriamo dunque in che cosa consiste l’appartenenza al gregge di Cristo, alla sua comunità, alla Chiesa. Vediamo prima le cose dal nostro punto di vista, e poi dal punto di vista di Gesù.

"Le mie pecore ascoltano la mia parola". È questa l’attitudine fondamentale di chi è nel gregge di Cristo, di chi vive nella Chiesa: l’ascolto della parola di Gesù. Cioè la fede. La fede, cari fratelli e sorelle, è il legame più forte che ci stringe a Gesù. Essa è la porta attraverso la quale la luce del Signore illumina la nostra mente, guida le nostre scelte.

"Ed esse mi seguono": è la conseguenza di chi mediante la fede si stringe a Gesù, il Signore risorto. Seguirlo significa ispirare la nostra condotta al suo insegnamento; cercare di confermare a Lui tutta la nostra vita. Posso farvi qualche esempio.

Seguire veramente Gesù significa abbandonare atteggiamenti e condotte, le quali ci sono invece imposte dal "comune sentire": l’ambizione, il carrierismo, il gusto del successo, il mettere al centro se stessi, la tendenza a prevalere sugli altri. [cfr. Francesco, Omelia a S. Paolo F.M. n° 3]. Chi appartiene al gregge del Signore non segue il "comune modo di sentire", ma il Signore.

Dunque due sono le attività di chi è nel gregge del Signore: ascoltare la sua parola; seguire i suoi insegnamenti ed esempi.

E Gesù, il Signore risorto, che cosa fa, come si comporta nei confronti dei suoi discepoli?

"Io le conosco". Cari amici, quanto è consolante questa parola! Ciascuno di noi è conosciuto dal Signore. Nessuno di noi è abbandonato a se stesso, in preda alla fortuna cieca o ad un destino indecifrabile. È conosciuto dal Signore; è preso in considerazione ogni momento da Lui. Quando attraversiamo momenti di grande tribolazione, veramente possiamo dire: "Signore, tu vedi in che situazione mi trovo!".

"Io do loro la vita eterna". È questa l’azione più grande che Gesù compie nei confronti del suo discepolo: gli dona la vita eterna. È il dono della stessa vita di Dio, poiché ci eleva alla dignità di figli di Dio. La seconda lettura ci rivela lo stesso fatto con altre parole: "l’Agnello…sarà loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita". Gesù colla sua morte e resurrezione ci ha condotti alla fonte della vita: al Padre, e ci ha dato di partecipare alla sua vita.

2. Cari fratelli e sorelle, la Chiesa oggi vuole che riflettiamo su una particolare dimensione di quella misteriosa realtà che è il gregge di Cristo.

Egli, il Signore risorto, ha voluto che nel tempo fra la sua Ascensione al cielo e la sua venuta finale, nel tempo cioè in cui non è visibilmente presente, ci fosse un segno reale della sua presenza. Ha voluto essere ri-presentato da uomini che Egli sceglie, perché colla sua autorità ed il suo nome, si prendano cura della Chiesa, del suo gregge. Sono quei battezzati che, ricevendo il sacramento dell’Ordine, sono costituiti pastori della Chiesa. Nella luce del Pastore sommo ed unico, oggi preghiamo perché le comunità cristiane non siano lasciate prive dei pastori che sono il segno sacramentale del Signore risorto.

È infatti attraverso essi che i discepoli possono ascoltare anche oggi la voce del Pastore. È attraverso di essi che il Risorto dona al suo gregge la vita eterna. È per mezzo di essi che l’umile gregge dei fedeli viene guidato dal Pastore grande delle loro anime, alle fonti della vita eterna.

Ascoltate che cosa scrive Sant'Agostino: "quando pascono loro, è Cristo che pasce… perché in loro c’è la sua voce e la sua carità" [Discorso 46, 5.30].

Il Signore sta provando questa sua Chiesa di Bologna. Non siamo più degni di ricevere questo dono? Abbiamo cercato pascoli ai quali non è necessario essere guidati dal Pastore eterno? Non siamo più capaci di educare i giovani all’ascolto della sua chiamata? Signore, ascoltaci; Signore, abbi misericordia; Signore, ritorna a donarci tanti e santi sacerdoti. Così sia.