home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


San Sebastiano, Patrono della Polizia Municipale
Chiesa di San Giacomo Maggiore, 20 gennaio 2011


1. La prima lettura ci riporta col pensiero ad uno dei momenti più tristi della storia del regno di Giuda e di Gerusalemme. Un regno sempre più a rischio nella sua stessa esistenza.

Ma la parola di Dio non dà una lettura politica, o militare, o economica di questa situazione. Il modo con cui Stati anche fiorenti siano andati progressivamente indebolendosi, fin anche a scomparire dalla carta geo-politica, è sempre stato oggetto delle discipline storiche. Ebbene anche la parola di Dio questa mattina fa la diagnosi di un Regno, di uno Stato che è a rischio di scomparire.

Essa individua due cause di questo indebolimento mortale: "in quei giorni, [i comandanti di Giuda] trascurarono il tempio del Signore", prima causa; "perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo", seconda causa.

"Trascurarono il tempio del Signore". L’espressione non ha solo significato di riferirsi alla costruzione materiale. Dice qualcosa di più profondo. Nella società c’è uno "spazio del Signore" di cui il tempio fra le nostre case è il simbolo visibile. Trascurare il tempio del Signore significa costruire una società, elaborare ordinamenti giuridici, organizzare il lavoro e la produzione, educare le giovani generazioni come se Dio non ci fosse. E’ possibile una tale società? un tale edificio è solido? più precisamente: l’uomo può vivere una buona vita dentro una società che escluda il riferimento al trascendente [che trascuri il tempio del Signore]? E’ molto improbabile che ciò possa a lungo tempo avvenire, dal momento che quando nella coscienza morale dei singoli si allenta il legame con Dio e si oscura il riconoscimento di un ordine morale fondato su Dio medesimo, la società può trasformarsi in una coesistenza di egoismi ed interessi opposti.

Lo espresse bene il poeta quando scrisse: "Che vita fate se non fate vita in comune? / Non vi è vita che non sia nella comunità / E non vi è comunità se non vissuta lodando Dio… / E ora voi siete dispersi su strade che si snodano come nastri / E nessun uomo sa chi sia il suo vicino né gli interessa… Dove non vi è tempio non vi sarà casa" [T. S. Eliot, La Roccia, BVS. Milano S.d. 57 e 77].

Ma il profeta individua una seconda causa della decadenza del Regno nella trasgressione della legge del Signore. Riconoscerlo – non trascurare il tempio – significa concretamente vivere secondo la volontà del Signore, obbedire alla sua Legge. E’ a tutti ben noto che un popolo senza un ordinamento giuridico si disgrega nell’anarchia; ed è un guadagno definitivamente acquisito la distinzione fra ordinamento giuridico e legge morale, colla conseguente indiscutibile separazione fra reato e peccato. Ma non possiamo neppure dimenticare che senza un fondamento nella legge morale, gli ordinamenti giuridici sono esposti all’ingiustizia e "degradano l’uomo, perché lo privano della sua misura più elevata e della sua possibilità suprema, negandogli la visione dell’eterno" [J. Ratzinger, Teologia della Liturgia, LEV 2010, 32].

"Per questo non avete successo, poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona".

2. Cari vigili della Polizia Municipale, avete quest’anno voluto celebrare la festa del vostro Patrono in forma ufficiale. E’ stata una decisione saggia, che spero continuerà ad essere presa anche nei prossimi anni.

Sebastiano è un martire. Ogni martire, in ogni tempo e in ogni luogo, è colui che non "trascura il tempio del Signore" e non "trasgredisce i comandi del Signore" proprio contro un potere che vuole occupare anche lo spazio del tempio, e non riconosce altra legge all’infuori di quella promulgata da se stesso. La santità del tempio è stata trascurata a Bagdad e ad Alessandria di Egitto, in questi mesi.

Il vostro Patrono, cari vigili, ha saputo unire in sé la fedeltà al tempio del Signore e alla sua Legge con la più profonda lealtà allo Stato. Secondo la tradizione egli era capo della prima coorte delle guardie imperiali. Ma quando fu costretto a dover scegliere fra il Tempio del Signore e il Palazzo del potere, non ebbe dubbi: scelse il primo e fu ucciso.

Cari vigili, auguro a voi tutti che siate sempre capaci di unire nella vostra coscienza e nella vostra testimonianza la fedeltà al Signore e alla sua santa Legge con la lealtà all’istituzione pubblica.