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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


VII DOMENICA PER ANNUM (B)
Cristo Risorto di Casalecchio, 19 febbraio 2006

1. "Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Carissimi fedeli, la parola di Dio oggi ci rivela il volto del nostro Dio: egli è Colui che perdona le nostre colpe; ricco di misericordia ci rinnova col suo perdono. Dio si rivolge con misericordia all’uomo peccatore e lo reintegra nella pienezza della sua umanità. E questo accade con Gesù: è in Gesù che il Padre compie la sua opera di salvezza.

La rivelazione di questo fatto avviene attraverso due pagine sante: la pagina profetica della prima lettura, e la pagina evangelica che il diacono ha appena proclamato.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato quanto il Signore dice ad un popolo esiliato, privo di libertà, insidiato nella sua identità. A questa gente il Signore dice: "non ricordate più le cose passate … io, io cancello i tuoi misfatti". Il perdono del Signore consiste nel ricondurre l’uomo nella sua dimora, la piena comunione col Signore; nel liberarlo dalla schiavitù che impedisce alla sua libertà di compiere il bene conosciuto; nel reintegrarlo nella piena sua identità.

Nell’attività di Gesù si compie perfettamente quanto il profeta aveva preannunciato: è tutto l’uomo nella sua intera umanità – corpo e spirito – che viene rinnovato. Il paralitico, come avete ascoltato, è non solo guarito dalla sua malattia ma riceve anche il perdono dei suoi peccati.

"E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono diventate "sì"" ci ha detto S. Paolo. È in Gesù che tutto quanto Dio aveva promesso attraverso il profeta si è perfettamente compiuto.

2. Oggi per la vostra comunità è giorno di grande festa: benediciamo e collochiamo la prima pietra della nuova Chiesa.

Come l’edificio, la vostra Chiesa, sarà costruito sopra la pietra che ora benediciamo, così anche noi, carissimi fedeli, dobbiamo stringerci a Cristo così da formare con Lui come un edificio spirituale, una casa santa nella quale ciascuno di noi viva bene.

In che modo noi ci stringiamo a Cristo? Come ci leghiamo e ci uniamo a Lui? Carissimi fedeli, mediante la fede e i sacramenti. Sono questi i legami che ci stringono a Cristo. Nel luogo che oggi iniziamo benedicendone la prima pietra, voi vi riunirete per ascoltare la parola di Dio e nutrire così la vostra fede, e per celebrare i santi sacramenti che vi inseriscono in Cristo come i tralci nella vite. La vostra Chiesa sarà il luogo dove quindi voi sarete rigenerati in Cristo.

Ma la parola di Dio ci rivela anche che Cristo viene da alcuni "scartato" come incapace di sostenere la costruzione. Ci sono persone che ritengono di fondare la loro vita non sulla parola del Signore, ma su altre parole. Insomma, la stessa Pietra, cioè Cristo, diventa per alcuni "sasso d’inciampo e pietra di scandalo" e per altri fondamento e base della propria vita.

Questa collocazione di Gesù in ordine al destino della persona umana era già stata profetizzata a suo riguardo dal vecchio Simeone, quando Gesù fu presentato al tempio: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori" [Lc 3,34-35]. Gli fa eco l’evangelista Giovanni nel prologo al suo Vangelo: "la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta … a quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome" [Gv 1,5.12]. Cristo è davvero il crocevia obbligato del destino eterno di ogni persona.

Ma voi, carissimi fedeli, siete suoi discepoli. Voi lo avete accolto. A voi è stato quindi dato il potere di diventare figli di Dio e da Dio siete stati generati. Per voi Cristo non è stato "sasso d’inciampo e pietra di scandalo", ma in Lui siete stati edificati come pietre vive, per formare una comunità vivente, chiamati a vivere nel mondo come luce e sale della terra.