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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Assunzione della Beata Vergine Maria
15 agosto 2004


"Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti". Carissimi, oggi celebriamo la potenza della risurrezione di Cristo, che si è manifestata in tutto il suo splendore nell'aver innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima la Beata Vergine Maria. Come avete sentito, Cristo risorto è una primizia. Ciò che è accaduto in Lui al momento della risurrezione, è destinato ad accadere anche in ciascuno di noi. La risurrezione di Cristo non è un fatto a se stante; Egli è il primo di una moltitudine - una primizia appunto - di "molti" che da Lui e in Lui ricevono la vita.

La prima persona ad essere investita dalla potenza della risurrezione di Cristo è stata la sua madre: investita in modo eminente e singolare. Mentre a coloro che muoiono in Cristo non è risparmiata la corruzione del sepolcro, come possiamo constatare ogni giorno, il corpo della Madre di Dio non conobbe la corruzione del sepolcro. Terminato il corso della sua vita terrena, fu immediatamente introdotta nella gloria celeste anche con il suo corpo.

Nell'assunzione della Beata Vergine Maria si manifesta la mirabile sapienza di Dio che ha progettato il piano della nostra salvezza: sapienza che riempie il nostro spirito di stupore e produce nel nostro cuore frutti di lode!

Tutta la divina rivelazione presenta Maria intimamente congiunta al Figlio nell'opera della nostra salvezza. Madre e Figlio appaiono uniti nella lotta contro il nemico del genere umano, come è stato narrato nella prima lettura. Questa lotta deve concludersi colla nostra vittoria sulla morte. Cristo vinse il peccato e la morte nella sua Risurrezione: Maria è stata pienamente associata a questa vittoria.

La gioiosa contemplazione dell'Assunzione della Beata Vergine Maria non produce nel nostro cuore solamente frutti di lode del Signore, ma anche un profondo stupore di fronte alla dignità della nostra persona: alla dignità di ogni persona umana.

Noi oggi sappiamo qual è la nostra destinazione finale: siamo stati voluti dal Padre perché divenissimo partecipi della sua stessa gloria, della sua stessa vita eterna.

Il valore di ogni realtà si misura dalla grandezza dello scopo per cui esiste. L'uomo non è destinato al possesso di beni limitati, ed ultimamente al nulla eterno. In Maria noi oggi scopriamo il nostro destino definitivo.

Carissimi, l'aver estinto nella nostra cultura la prospettiva del nostro destino eterno; l'aver imprigionato l'uomo dentro allo scorrere del tempo, non è stato solo un grave errore, ma è stato un atto di disprezzo dell'uomo, una degradazione della sua dignità.

Ma oggi noi scopriamo un'altra dimensione della dignità della persona: è il corpo di Maria che è stato glorificato. Carissimi, la redenzione di Cristo non attiene solo la dimensione spirituale della nostra persona, ma anche quella corporea. Noi non abbiamo un corpo: siamo anche il nostro corpo. La nostra è una persona corporale ed il nostro corpo è un corpo personale. Del corpo nostro e altrui non possiamo fare uso, semplicemente perché non possiamo fare uso di nessuna persona.

Carissimi, lasciamo che il nostro spirito sia oggi pervaso da intima gioia: la gioia nel contemplare la gloria di Cristo risorto in Maria, e di vedere in lei l'eminente splendore della dignità della nostra persona.