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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solenne celebrazione eucaristica
Castel Guelfo, 15 aprile 2014


1. Fratelli e sorelle, perché la memoria della sua passione e morte non si offuscasse mai nella sua Chiesa, Gesù ha istituito il S. Sacramento dell’Eucarestia. Di fronte ai nostri occhi noi abbiamo, sotto le speci eucaristiche, il Corpo di Gesù offerto in sacrificio per noi, per la remissione dei nostri peccati.

Da 275 anni, cari fedeli di Castel Guelfo, voi avete scelto di venerare proprio durante la Settimana Santa in modo speciale la divina presenza di Gesù in mezzo a voi, nella
S. Eucarestia. E’ stata una felice intuizione dei vostri padri. Durante la Settimana Santa, infatti, soprattutto nel Triduo Pasquale, la Chiesa ci invita a venerare, a rivivere nella fede, i misteri della nostra redenzione: la passione, la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù. E’ in forza della celebrazione eucaristica che questi eventi non sono solamente fatti che appartengono al passato. Mediante essa noi possiamo essere presenti all’evento pasquale del Signore, riceverne i frutti di redenzione. Questi giorni di adorazione, di professione pubblica della vostra fede nell’Eucarestia, sono la preparazione migliore alla celebrazione della Pasqua.

E mi è caro al riguardo farvi una raccomandazione. In tutte le case in questi giorni si fanno le "pulizie di Pasqua". Facciamo pulizia dentro la casa che è la nostra persona, che è il nostro cuore. Sentite che cosa dice Gesù: "dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza" [Mc 7, 21-23]. Vedete che bisogno abbiamo di pulizia! E questo noi facciamo mediante il sacramento della confessione. So che molti si sono già accostati a questo sacramento. Chi non lo ha ancora fatto, si affretti alle sorgenti della misericordia.

Un’altra considerazione vorrei proporvi. Sono quasi tre secoli che questa tradizione eucaristica vige fra voi, e viene trasmessa di generazione in generazione. E così un grande gesto di fede nel mistero eucaristico è entrato a far parte della vostra vita anche civile; ha plasmato il vostro volto. Non dimentichiamolo! In un momento di grande incertezza in cui ci troviamo a vivere; nel deserto privo di indicazioni stradali in cui rischiamo di trovarci, la tradizione della fede fattasi vita di un popolo è la pietra solida sulla quale dobbiamo fondarci.

2. Ma ritorniamo ancora un momento alla ragione per cui ci troviamo ora in questo luogo: venerare, adorare la divina Presenza di Gesù nell’Eucarestia.

Cari amici, il Signore ha istituito l’Eucarestia usando il pane ed il vino perché Egli vuole unirsi a noi nel modo più profondo, e trasformarci in Sé.

Gesù vuole renderci partecipi della sua capacità di amare. L’Eucarestia esiste perché l’amore vero, la fraternità autentica trasformi i nostri rapporti. La nostra non è semplicemente la coesistenza di tanti egoismi opposti. Gesù vuole che essa sia vera fraternità; è l’Eucarestia che opera questo miracolo.

Attingiamo la nostra capacità di amare il prossimo dal nostro incontro eucaristico col Signore; e reciprocamente la nostra comunione eucaristica acquisti il suo realismo e la sua profondità nel nostro servizio a chi ha bisogno.

Una celebrazione eucaristica che non genera carità, è una celebrazione spezzata nel suo dinamismo interiore; una carità che non nasca dall’Eucarestia, è una carità non destinata a durare.

Dunque vi lascio a ricordo tre parole: tradizione, Eucarestia, carità.