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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


III DOMENICA DI AVVENTO (B)
V.P. Baragazza, 14 dicembre 2008


1. Cari fedeli, anche in questa terza domenica di Avvento la Chiesa desidera che noi consideriamo la persona, la missione e la parola di Giovanni il Battista. Quale è stata la missione di Giovanni? Perché la Chiesa custodisce fedelmente la sua memoria e la sua catechesi?

Riascoltiamo il santo Vangelo: "Venne un uomo mandato da Dio". È la prima risposta alla nostra domanda: Giovanni è un profeta, un uomo cioè venuto in mezzo a noi "mandato da Dio".

"Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui". Queste parole ci dicono precisamente quale fu la missione di Giovanni, la ragione per cui fu mandato da Dio. Egli doveva semplicemente testimoniare che in quel tempo era accaduto un fatto: il Verbo, la Luce eterna, era presente in carne ed ossa nel mondo. Giovanni testimonia una Presenza: questa è tutta la sua missione. Non è stato mandato da Dio ad insegnare una dottrina, ma a testimoniare un fatto. Con uno scopo preciso: "perché tutti credessero per mezzo di lui". Perché cioè chi l’ascoltava ritenesse vera la sua testimonianza, e quindi cercasse la Luce vera, il Verbo fatto carne.

Tutto questo risulta molto chiaro dal dialogo riferito nella pagina evangelica, fra Giovanni e alcuni sacerdoti e leviti. Questi chiedono precisamente a Giovanni: "chi sei tu?". Ascoltiamo la sua risposta: "Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore". Egli ha la consapevolezza di essere un profeta. Ma non uno dei tanti profeti. Nella storia della salvezza, egli ha un compito unico: preparate la via del Signore. Egli deve preparare la via al Signore che sta per venire, che è già venuto, che è già in mezzo a loro, e che lui deve far conoscere, mostrare già presente. Giovanni infatti conclude dicendo: "in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo".

2. Cari fedeli, ora non dovrebbe esservi difficile capire perché la Chiesa custodisce con tanta cura la memoria di Giovanni Battista, e ne ascolta e medita la predicazione. Potremmo dire così: Giovanni è per la Chiesa come uno specchio. Noi usiamo lo specchio per vedere la nostra immagine. Lo specchio della Chiesa è Giovanni Battista: in lui la Chiesa può vedere se stessa, capire profondamente la sua missione nel mondo. Proviamo a chiederci: perché esiste la Chiesa? Quale è la sua missione nel mondo? Forse a queste domande siamo tentati di rispondere: per aiutare chi ha bisogno; oppure: per insegnare a vivere bene. Ma non è questa la vera risposta.

Il santo Vangelo oggi ci dice che Giovanni "venne come testimone per rendere testimonianza alla luce". Ecco, miei cari, questa è la missione della Chiesa: dire all’uomo, testimoniare davanti agli uomini che Dio ha visitato questo mondo; che Dio è venuto a condividere la nostra condizione umana. In un parola: che Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. La Chiesa esiste per testimoniare il fatto di questa presenza.

Ma non solo. La Chiesa ha la possibilità, possiede i mezzi di far incontrare ciascun uomo con Dio fattosi presente in mezzo a noi. Essa non solamente testimonia un fatto accaduto duemila anni orsono. Offre all’uomo la possibilità di incontrarsi realmente col Dio fattosi carne.

In che modo? Con due modi fondamentalmente: mediante la predicazione del Vangelo; mediante la celebrazione dei santi sacramenti.

Avete sentito che cosa diceva il cantico di Maria, cantato dopo la prima lettura? "di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono".

Le generazioni umane si susseguono. Ma esse sono abitate da una presenza: la presenza della Misericordia di Dio, venuto a visitarci. Questa presenza accompagna tutto il susseguirsi delle generazioni umane. E di questa presenza è testimone e garante la Chiesa.