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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Ripoli, 14 settembre 2008


1. "Dio … ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna". Carissimi fedeli, il nostro essere cristiani inizia dal ritenere veramente accaduto il fatto narrato nelle parole evangeliche: Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio unigenito.

La narrazione che dello stesso evento fa l’apostolo Paolo nella seconda lettura è ancora più drammatica. Il Cristo Gesù, per amore dell’uomo – di ogni uomo, di me, di te – ha deciso di condividere la nostra natura e condizione umana, fino alla morte.

Cari fratelli e sorelle, quando sentite parlare di cristianesimo o di religione cristiana, è di questo fatto che sentite parlare: del fatto che Gesù, Dio fattosi uomo, ha amato tanto ognuno di noi, da morire per ciascuno di noi sulla Croce. La proposta cristiana non vi chiede in primo luogo di osservare dei comandamenti, ma di ritenere che è accaduto veramente quel fatto.

Credere significa precisamente questo: ritenere vero il fatto narrato dalle parole appena ascoltate: "Dio …ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito".

Ma nel momento in cui una persona umana "crede", nel senso appena spiegato, avviene in essa un cambiamento radicale della sua condizione. È detto nel Vangelo colle seguenti parole: "non vada perduto, ma abbia la vita eterna".

La prima lettura spiega in modo più sviluppato questo cambiamento. L’uomo, ciascuno di noi, ha una esistenza avvelenata. Ciascuno di noi, se riflette attentamente alla sua condizione, non fatica a riconoscersi negli Ebrei morsicati da serpenti velenosi. Quale è il veleno che ci porta alla morte, che ci rende impossibile vivere una vita buona, vera, bella? È il veleno del nostro egoismo. È la nostra incapacità di amare, e quindi di costruire rapporti giusti col Signore e con l’altro.

La fede è l’incontro con il Signore Gesù che dona Se stesso sulla Croce. Da questo incontro noi siamo sanati; noi siamo reintegrati in quella vita eterna, alla quale siamo destinati.

2. Carissimi fedeli, la Parola di Dio che oggi ascoltiamo ci aiuta a capire profondamente il vostro essere una comunità cristiana: a capire la vostra comunità cristiana.

È in essa che vi sono offerte le due possibilità fondamentali di incontrare l’amore di Cristo: la predicazione della Parola di Dio, e la celebrazione dei Sacramenti.

La fede, miei cari, nasce solamente dall’ascolto della Parola che il vostro pastore vi predica. È attraverso tale ascolto che risuona nelle vostre orecchie e viene svelato al vostro cuore il grande fatto dell’amore di Dio. È la predicazione della Chiesa che narra i grandi fatti dell’amore di Dio.

Mediante la celebrazione dei Sacramenti, vi è data la possibilità – soprattutto attraverso l’Eucaristia – di essere presenti e come contemporanei a quei fatti. Quando noi celebriamo l’Eucaristia, noi diveniamo presenti al sacrificio di Cristo sulla Croce, e mediante la fede, ne veniamo trasformati.

Miei cari, il Vescovo è venuto a farvi visita per dirvi questo: "Dio… ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna".