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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Battesimo del Signore (C)
Calcara, 13 gennaio 2013


Questa celebrazione, cari fratelli e sorelle, conclude le celebrazioni natalizie e ci introduce nel ritmo ordinario delle settimane e delle domeniche, durante il quale rivivremo nella fede i principali misteri della vita del Signore.

Il passaggio dal tempo natalizio al tempo ordinario noi lo compiamo celebrando oggi il mistero del Battesimo del Signore.

1. Il fatto di cui oggi facciamo memoria consiste nella decisione di Gesù di sottoporsi ad un rito qualificato come "il battesimo di Giovanni".

Chi fosse Giovanni noi lo sappiamo: il grande predicatore che preannunciava l’arrivo del Regno di Dio. Lo avete sentito anche questa mattina. "Viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali".

Lo stesso Giovanni poi invita i suoi ascoltatori a compiere un gesto di penitenza: scendere nelle acque del Giordano, e lasciarsi versare un po’ d’acqua sul capo. E’ ciò che fece anche Gesù: "ricevuto anche lui il battesimo"

Questo è il fatto. Ma i santi vangeli non sono semplicemente cronache scritte per soddisfare la nostra curiosità. Gli evangelisti raccontano dei fatti realmente accaduti, ma – mossi come sono dallo Spirito Santo – ne danno la vera interpretazione. Ci svelano il significato e la rilevanza che essi hanno per la nostra salvezza.

Per comprendere tutto questo, ascoltare a questa profondità la pagina evangelica, è necessario leggerla e rileggerla con molta attenzione mettendola in rapporto con altre pagine della S. Scrittura, come la Chiesa ci aiuta a fare ogni domenica.

Gesù compie al Giordano un gesto di penitenza di cui non aveva bisogno. Egli, l’innocente senza colpa, entra nel Giordano come colui che porta su di sé i nostri peccati. Nel suo scendere dentro l’acqua e nel suo risalire alcuni Padri della Chiesa vedono già prefigurato il grande evento pasquale della sua morte e della sua risurrezione.

E’ per questo, che il Signore, attraverso il suo profeta Isaia, ci ha detto: "consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridate che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua ingiustizia".

La narrazione evangelica ci rivela che questo è precisamente il significato del gesto di penitenza di Gesù: "appare la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini". Ed il segno è il seguente: "il cielo si aprì".

Presso tutte le tradizioni religiose, compresa quella biblica, il cielo era immaginato come la casa, la dimora di Dio. Il cielo chiuso significa che Dio e l’uomo stanno ciascuno a casa sua, senza possibilità di parlarsi e di comunicare. "Il cielo si aprì": Dio esce dalla sua casa; fa udire la sua voce; si ristabilisce la sua alleanza con l’uomo, che può entrare nella dimora di Dio. In che modo accade tutto questo? "Scese su di lui lo Spirito Santo".

Nella S. Scrittura è scritto che il Signore, vedendo la perversità umana disse: "il mio spirito non resterà sempre nell’uomo" [Gen 6,3]. Gesù, nel suo battesimo di morte e di risurrezione, espia tutto il male. Lo Spirito Santo scende su di Lui, e da Lui sarà donato ai suoi discepoli.

Ma risuona anche la voce del Padre che proclama l’unicità della figliolanza divina e messianica di Gesù.

Cari fratelli e sorelle, veramente al centro della rappresentazione evangelica e del mistero che oggi celebriamo sta la persona di Gesù nel suo rapporto col Padre, nella pienezza dello Spirito.

2. In che modo il battesimo di Gesù continua ad esercitare il suo benefico effetto su di noi? Lo spiega S. Paolo nella seconda lettura, quando dice: "egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione di rinnovamento nello Spirito Santo".

La forza rinnovatrice del battesimo di Gesù ci ha investiti nel nostro battesimo; lo Spirito sceso su Gesù nel momento del suo battesimo, è sceso su di noi nel momento del nostro battesimo.

Esso ci ha uniti, vincolati per sempre a Cristo, così che noi possiamo "rinnegare l’empietà e i desideri mondani e vivere con sobrietà, giustizia e pietà". Così sia.