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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Ordinazione di dieci nuovi diaconi candidati al presbiterato
Cattedrale di S. Pietro, 11 ottobre 2008


1. La prima lettura tratta del libro del profeta Isaia, così come la pagina del Vangelo secondo Matteo, propongono alla nostra meditazione una delle più suggestive immagini della S. Scrittura: l’immagine del banchetto.

È attraverso essa che ci viene svelato oggi il progetto divino della salvezza. L’immagine del banchetto ci suggerisce che Dio intende realizzare una vera comunione di vita con l’uomo [= stare a tavola con l’uomo], donandogli "i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi", perché gli uomini "diventassero per loro mezzo partecipi della natura divina" [cfr 2Pt 1,4]. "Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto".

Se confrontiamo attentamente la pagina profetica e la pagina evangelica, constatiamo però una significativa diversità di accenti. Mentre il profeta mette al centro della sua profezia la pura e semplice azione del Signore che nel suo amore "prepara il banchetto", nel Vangelo Gesù sottolinea soprattutto la chiamata e quindi l’invio dei servi ad invitare le persone al banchetto. In sostanza, l’immagine evangelica ha al suo centro la missione dei servi che chiamano gli invitati.

Questa accentuazione, carissimi, è ricca di significato. Essa in fondo ci dice che la salvezza è l’incontro della chiamata di Dio alla vita [= il banchetto] con la risposta della libertà umana. È la proposta di Dio e la risposta dell’uomo.

Al riguardo il testo evangelico ipotizza tre risposte possibili dell’uomo all’invito di Dio: il rifiuto totale ["ma questi non vollero venire"]; l’accoglienza iniziale; l’incoerenza fra l’accoglienza e la condizione di vita. Riflettiamo brevemente su ciascuna di queste risposte, così come vengono narrate dalla parola divina.

- È possibile rifiutare il dono della salvezza fattoci dal Signore, e preferire "andare chi al proprio campo, chi ai propri affari". Il capolinea finale del percorso che ha inizio col rifiuto, è terribile: "diede alle fiamme le loro città".

Cari fratelli e sorelle, dobbiamo lasciarci profondamente interpellare da questa vicenda. Non si tratta semplicemente della disobbedienza ad un precetto divino. È il rifiuto del progetto di salvezza che Dio ha pensato per l’uomo. È l’attitudine di chi pensa che non Dio, ma solo l’uomo può salvare l’uomo. Dio – si è pensato – ci distrae dai nostri affari umani; aliena l’uomo da se stesso e gli impedisce di "andare al proprio campo": su questo rifiuto si è costruita tanta parte della civiltà moderna e post-moderna. Con quali esiti? Forse gli "affari umani" eliminando Dio sono andati meglio? Alla fine la città dell’uomo si è trovata disgregata e come devastata.

- La seconda e la terza risposta alla chiamata possiamo considerarle assieme.

Esse ci riguardano molto direttamente. Non basta accogliere l’invito, obbedire alla chiamata ed entrare nella sala del banchetto. Cioè: non basta ascoltare ed accogliere con fede la parola di Dio predicata dalla Chiesa, ed entrare in essa col santo battesimo. È necessaria una vita coerente. Non basta dire sì nella fede alla vocazione cristiana, ma è necessaria una fedeltà di vita, un modo di agire nuovo di obbedienza alla volontà divina.

2. Carissimi giovani che fra poco riceverete il santo sacramento del diaconato, la parabola evangelica vi fa comprendere profondamente la grazia che il Signore vi sta donando.

Fra poco voi entrerete, in forza del sacramento dell’Ordine, nel numero dei servi di cui parla la parabola. Nel numero cioè di coloro che sono invitati a dire agli uomini: "ecco, il banchetto della salvezza è preparato, venite alle nozze". È all’incontro col Signore Gesù che voi invitate gli uomini.

Il Signore vi dice: "andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". È un invito fatto al servo-apostolo ad andare là dove l’uomo è in qualche modo costretto a passare, nel cammino della sua vita; ad andare "ai crocicchi delle strade". E l’uomo percorre il cammino della sua vita attraverso i suoi affetti, il suo lavoro, la sua sofferenza, la sua morte.

È in questi luoghi che voi dovrete andare per farvi risuonare il divino invito: "venite alle nozze". La vostra strada è l’uomo, poiché la vostra strada è Cristo, egli che è la voce del Padre che invita ogni uomo alla salvezza.

"Tutti quelli che troverete", dice il testo evangelico. Nessun uomo può esservi estraneo; a nessuno rifiutate l’invito; con nessuno interrompete il dialogo della salvezza. Non vi sia miseria umana che non faccia piaga al vostro cuore.

Siete i diaconi, cioè i servi. "Poi disse ai suoi servi: il banchetto nuziale è pronto … andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze".