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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Festa della Madonna di Lourdes e 14° Giornata mondiale del malato
Chiesa di S. Paolo Maggiore, 11 febbraio 2006


1. La Chiesa oggi, carissimi fedeli, ci dona la possibilità di ricordare l’apparizione della Madre di Dio a S. Bernardetta S., e celebra in tutto il mondo la 14.ma giornata mondiale del malato.

La pagina evangelica appena proclamata riporta il dialogo fra Elisabetta e Maria, quando la S. Vergine visitò la cugina.

Nel saluto di Elisabetta ogni parola è densa di significato, ma è soprattutto ciò che ella dice alla fine che è di particolare importanza: "beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore".

Queste parole sono come la eco delle parole con cui l’angelo ha salutato Maria: "Ti saluto, piena di grazia". La pienezza della grazia ha dimorato in Maria perché ella "ha creduto nell’adempimento della parola del Signore". La "pienezza di grazia" di cui parla l’angelo è il dono di Dio stesso; la fede di cui parla Elisabetta è la risposta di Maria al dono del suo Signore. La Chiesa ci insegna che mediante la fede la persona umana si abbandona a Dio interamente e liberamente: si pone a disposizione del Signore. Nella vita di Maria questa obbedienza della fede ebbe la sua prima e decisiva espressione quando ella rispose all’angelo il suo "fiat". È a quel momento che le parole di Elisabetta si riferiscono, ma quel momento è stato il punto di partenza da cui inizia tutto l’itinerario di Maria, tutto il suo cammino di fede.

Carissimi fedeli, anche il cammino della Chiesa è come quello di Maria un cammino di fede. "Procedendo tra le tentazioni e le tribolazioni, la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa dal Signore, affinché per l’umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà" [Cost. dogm. Lumen gentium 9; EV 1/310]. Nell’itinerario della fede Maria è costantemente presente alla Chiesa, e la Chiesa sente questa vicinanza. Il segno è che ogni giorno nella sua Liturgia essa fa proprio il cantico di Maria, il "magnificat", che abbiamo appena udito dal S. Vangelo.

Il cantico di Maria e della Chiesa nasce dalla rivelazione che Dio ha fatto di Se stesso come un Dio la cui "misericordia si estende di generazione in generazione". Maria ha sentito in Se stessa questa misericordia; la Chiesa la sperimenta ogni giorno. È un Dio che innalza gli umili, che nutre e ricolma di beni chi ha fame e sete di giustizia. Ogni giorno la Chiesa vive di questa verità su Dio e perciò ogni giorno fa sue le parole di Maria.

2. Carissimi fedeli, come tutto questo appare vero oggi! Oggi che celebriamo la memoria delle apparizioni di Lourdes e la giornata mondiale del malato.

La misericordia del Padre continua ad estendersi di generazione in generazione, e si è servito di un’umile sua serva come Bernardetta. Alla parola divina Bernardetta ha risposto colla obbedienza della fede. È stata un’obbedienza vissuta "procedendo tra le tentazioni e le tribolazioni", segnata come fu la sua vita dal dolore e dalla sofferenza. Ella visse il suo itinerario di fede, nell’intimità con Cristo; come Maria visse il proprio itinerario di fede in quanto "generosa socia del Redentore". Bernardetta scriveva nel suo diario: "Gesù mi dona il suo cuore, io sono dunque cuore a cuore con Gesù, amica di Gesù cioè un altro Gesù".

È in questo contesto che si pone la giornata mondiale del malato. L’itinerario della fede diventa particolarmente faticoso quando l’uomo è visitato dalla tribolazione della malattia. Non raramente si insinua nel cuore dell’uomo che essa non abbia nessun senso. Ed è questo dubbio la più profonda sofferenza dell’ammalato.

La Chiesa è consapevole di questo e vuole oggi sostenere i suoi figli e figlie colla preghiera perché nessuno di loro "venga meno lungo la via della tentazione e della tribolazione, ma siano nutriti dal pane della consolazione vera. La consolazione che ci è donata dalla convinzione che la sofferenza del credente è la sofferenza di Cristo; che Cristo stesso è unito in modo singolare al malato.

Ma la Chiesa celebra questa giornata anche mossa da una profonda gratitudine verso il malato: è alla sua scuola che impariamo le più profonde verità sull’uomo, di fronte al grande mistero dell’esistenza umana.

"E beata colei che ha creduto", ha detto Elisabetta alla Madre di Dio. La Chiesa ascolta oggi con venerazione queste parole e ripete ai suoi figli: beato colui/colei che crede, poiché nel credente "grandi cose compie l’Onnipotente".