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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Cerimonia di traslazione delle spoglie del Ven. Mons. Giuseppe Gualandi, fondatore dalla congregazione della Piccola missione dei sordomuti
Basilica di S. Petronio, 8 novembre 2007


La Chiesa di Dio in Bologna rivive oggi in proprio quella gioia profonda che la Chiesa universale otto giorni orsono ha vissuto in tutto il mondo: la comunione coi santi. Oggi la nostra Chiesa rende grazie al suo Signore risorto per la potenza della sua grazia. Potenza che si manifesta nella santità dei nostri martiri, dei nostri pastori, delle nostre vergini, degli sposi uniti in Cristo. Era quindi giusto che in questo giorno le spoglie mortali del ven. Giuseppe Gualandi fossero collocate in questa basilica, dove egli in vita ha lodato il Signore come membro del Capitolo di questa perinsigne Collegiata.

1. "Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò".

Miei cari fratelli e sorelle, è questa una delle più potenti affermazioni della dignità della persona umana: essa è il "tempio del Dio vivente". Il tempio richiamava lo spazio inviolabile dove misteriosamente ma realmente c’era la Presenza di Dio. Luogo dunque santo nel quale l’uomo doveva entrare "con timore e tremore".

Tutto questo nella Nuova Alleanza viene detto della persona umana: essa è il Tempio di Dio. Con ciò viene rivelato che essa possiede una dignità unica poiché è posta in un particolare legane con il Dio vivente. Legame particolare che l’Apostolo suggerisce dicendo che Dio abita nella persona umana.

È questa la nostra identità: dimora di Dio. La persona umana è un tempio santo dove risplende una bellezza celeste. Essa è il luogo dove abita lo Spirito Santo che, notte e giorno, incessantemente geme per noi presso il Padre. Noi benché ancora pellegrini, siamo già in patria, poiché dove è Dio ivi è il paradiso.

La Chiesa mediante i suoi Pastori e Dottori ha meditato amorosamente sul dono di questa dignità, di questa divina Presenza, riconoscendo nella capacità che l’uomo ha di conoscere ed amare il suo Signore il mezzo attraverso cui Questi realizza la sua presenza nell’uomo. È infatti mediante la fede che Cristo abita nel cuore del discepolo; e che chi ama rimane in Dio e Dio in lui. S. Ambrogio scrive, commentando il testo della Genesi che parla del riposo di Dio dopo la creazione dell’uomo: "si riposò poi nell’intimo dell’uomo, si riposò nella sua mente e del suo pensiero; infatti aveva creato l’uomo dotato di ragione, capace di imitarlo, emulo delle sue virtù, bramoso delle grazie celesti… Ringrazio il Signore Dio nostro che ha creato un’opera così meravigliosa nella quale trovare il suo riposo" [Exameron; VI, 75-76; CSEL 32, 260-261].

L’8 luglio 1849 nella Chiesa parrocchiale della SS. Trinità avviene un fatto straordinario. Un giovane sacerdote di 23 anni, don Giuseppe Gualandi, aiuta il parroco nel rito della prima santa Comunione. Di fronte ad una bambina sordomuta don Giuseppe ha l’intuizione fondamentale che plasmerà tutta la sua vita sacerdotale: anche la persona del sordomuto è il luogo del riposo di Dio; è il suo tempio, perché anch’essa può conoscere Gesù e Maria. È nata l’Opera Gualandi e la Piccola Missione. Poco più di un anno dopo apre la prima scuola-convitto qui a Bologna.

La percezione della dignità di quelle persone così gravemente menomate, e la carità verso esse rende più acuti gli occhi dell’intelligenza. Il venerabile servo di Dio mette in atto e scopre tutta una strumentazione metodica per l’istruzione e l’educazione dei sordomuti. Ancora una volta la visione cristiana dell’uomo è fattore di civiltà.

2. Facendo oggi memoria di questo venerabile servo di Dio, prendiamo sempre più coscienza del dono che il Signore ci ha fatto chiamandoci alla sua sequela in questa Chiesa di Bologna. Chiesa ricca di santità! Una santità che si caratterizza per la sua capacità di condividere pienamente la condizione dell’uomo. Santità che sa coniugare assieme contemplazione ed azione.

Ma è soprattutto a noi sacerdoti che questa celebrazione vespertina dice una parola propria. Il nostro presbiterio bolognese nel XIX secolo ha conosciuto una grande stagione di santi, oltre al ven. G. Gualandi: il ven. servo di Dio Mons. Giuseppe Bedetti, il servo di Dio don Giuseppe Codicè, Mons. Vincenzo Tarozzi, il beato Ferdinando Maria Bacellieri. Essi hanno arricchito la tradizione presbiterale di questa Chiesa.

In noi, loro discendenza, dimori sempre la loro preziosa eredità; umili loro continuatori non offuschiamo la loro gloria. Questo corpo è ora sepolto in questa basilica, ma il suo nome viva per sempre nella memoria del nostro presbiterio [cfr. Sir 44,11-14].