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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Celebrazioni per l'ottavo centenario
Santuario di Montovolo, 8 maggio 2011


Durante queste settimane pasquali la Chiesa celebra e la risurrezione del Signore e la nostra rigenerazione. Il mistero pasquale è congiuntamente la glorificazione del Crocefisso e la trasformazione della nostra condizione. La risurrezione di Gesù è stata una "nuova creazione" [cfr. 2 Cor 5,17] con cui Egli è stato innalzato anche nel suo corpo alla gloria di Dio, e ciascuno di noi in Lui e con Lui.

In che modo la Risurrezione di Gesù non rimane un episodio isolato, ma penetra dentro la storia e nella vita di ogni uomo? Come esercita nei confronti dell’uomo la sua forza di attrazione dentro una nuova condizione di vita?

Ce lo rivela e ce lo spiega la pagina evangelica appena proclamata.

1. Essa narra un incontro fra due discepoli e il Signore risorto. In che modo Gesù si fa riconoscere? Due modi, l’uno successivo all’altro.

Il primo modo è indicato nel modo seguente: "E incominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui". Gesù risorto si mostra a noi; esercita la sua potenza salvifica attraverso la Sacra Scrittura. È mediante l’ascolto con cui i due discepoli sono attenti alla spiegazione di Gesù, che essi cominciano a "sentire" un’intima trasformazione del loro cuore: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?".

La Sacra Scrittura infatti è la Parola di Dio nel segno di una parola umana, per cui quando la leggiamo con fede sulle ginocchia della Chiesa, noi veramente e realmente ascoltiamo la voce del Signore. E la sua Parola non è solo "informativa": non mi da solo informazioni; è soprattutto "operativa": realizza ciò che dice.

Ma la pagina evangelica ci rivela che il riconoscimento del Signore risorto da parte dei due discepoli non avviene nell’ascolto della spiegazione della Scrittura. L’incontro con Gesù non può limitarsi all’ascolto della sua Parola; Egli può parlarci anche nascondendosi. La parola non sostituisce la presenza. La vita cristiana non si limita alla Parola: è esperienza di una presenza. Desideriamo che Lui si faccia presente: Lui stesso, la sua Persona. Ma come può avvenire questo? Riascoltiamo il Vangelo: "Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono i loro occhi e lo riconobbero".

Se avete ascoltato attentamente, avrete sicuramente compreso che si tratta della celebrazione dell’Eucaristia. L’incontro col Signore risorto avviene mediante l’Eucaristia, il sacramento della Presenza. E mediante la nostra partecipazione ad essa, veniamo trasformati in Gesù: siamo attirati dentro alla "nuova creazione" iniziata nella Risurrezione del Signore.

Nella celebrazione dell’Eucaristia il Signore entra di nuovo in mezzo a noi; si dona a loro, mentre si mette a tavola con loro.

Dunque, cari amici, il cammino che ci conduce all’incontro con Gesù è costituito dalla fede e dal sacramento. Dalla fede che nasce dall’ascolto della Parola di Dio; dal sacramento eucaristico, presenza vera e reale del Signore risorto.

Quale trasformazione opera l’incontro col Signore risorto?

Avete sentito quale era la condizione dei discepoli: "Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele". Erano senza speranza, poiché non ritenevano più possibile alcun cambiamento reale nella loro vita e nella vita del loro popolo. Avevano intravisto nella vita di Gesù l’intervento di Dio dentro la loro storia. Tramontata questa certezza, si ritrovano in un mondo privi di speranza.

"Non ci ardeva forse il cuore?": ecco il grande cambiamento che accade in chi incontra il Signore. È vinto e superato tutto ciò che avvilisce il cuore.

Ma questo non è tutto. La pagina evangelica conclude nel modo seguente: "e partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme… riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane". Chi incontra il Signore risorto non tiene per sé quanto gli è accaduto. Egli sente il bisogno di narrarlo agli altri. L’incontro col Risorto genera i missionari, poiché la missione cristiana è semplicemente la testimonianza e la condivisone di un incontro: "riferirono come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane".

2. Cari amici, stiamo vivendo la stessa esperienza dei due discepoli. Anche noi stiamo ascoltando la Parola di Dio nella Sacra Scrittura; anche noi fra poco parteciperemo all’Eucaristia. Anche con ciascuno di noi il Signore risorto desidera incontrarsi.

Questo evento di grazia sta accadendo in un luogo che fu molto caro ai vostri padri, e lo è ugualmente a voi: il Santuario mariano di Montovolo. E siamo qui per la solenne apertura dell’Anno giubilare.

Fratelli e sorelle, Maria ci guidi e ci conduca all’incontro con il Signore risorto. Abbiamo appena concluso il Piccolo Sinodo della montagna. Quale felice coincidenza fra l’Anno giubilare e la celebrazione del Piccolo Sinodo. La Madre di Dio ci ottenga che l’uno e l’altra "facciano ardere i vostri cuori", e vi renda capaci di "partire senza indugio" a riferire l’evento della salvezza, ai giovani in primo luogo, perché l’incontro con Cristo trasformi la nostra vita.