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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Mercoledì delle Ceneri
S. Messa ed il rito della imposizione delle ceneri
Cattedrale di S. Pietro, 6 Febbraio 2008


1. La pagina evangelica appena proclamata, cari fratelli e sorelle, presenta due modi possibili di agire e di vivere: "davanti agli uomini per essere da loro ammirati" e "davanti a Dio", "che vede nel segreto". Gesù esemplifica questi due modi di essere con ciascuna delle tre opere fondamentali della pietà ebraica: l’elemosina, la preghiera, il digiuno.

La parola di Gesù questa sera costringe dunque a farci una serie di domande: in vista di che cosa vivo, ultimamente? Su che cosa appoggio ultimamente la mia vita? Dove colloco il suo senso? A queste domande possiamo rispondere con uno dei due modi di vivere indicati dalla parola evangelica.

Possiamo gradualmente e praticamente eliminare la presenza di Dio dall’orizzonte della nostra vita, anche continuando ad ammettere la sua esistenza; possiamo gradualmente e praticamente costruire la nostra vita come se essa dovesse interamente esaurirsi dentro al tempo, compiersi dentro alla storia. È da questo "stile di vita" che Gesù nel Vangelo ci mette in guardia.

Nel racconto del primo peccato c’è un particolare molto significativo. Dopo che Adamo ebbe peccato, si nascose dagli occhi di Dio e dà inizio all’esclusiva esposizione dell’uomo agli occhi dell’uomo. Effetto del peccato è la fuga dal giudizio di Dio e la sottomissione al giudizio degli uomini. Il peccato conduce l’uomo a legittimarsi, a giustificarsi solo davanti all’uomo, cioè ad auto-giustificarsi.

A questo punto giova riflettere un momento sul gesto che fra poco compiremo, e che darà inizio al santo cammino quaresimale: l’imposizione delle ceneri. Essa sarà accompagnata da un severo monito: "ricordati, uomo, che sei polvere ed in polvere ritornerai". Se imprigioniamo la nostra vita dentro ai rapporti cogli altri; se riteniamo decisivo e definitivo il giudizio degli uomini, affidiamo la nostra vita al niente. "Maledetto l’uomo che confida nell’uomo" ci ammonisce il profeta "che pone nella carne il suo sostegno e il suo cuore si allontana dal Signore" [Ger 17,5]. Miei cari fratelli e sorelle, la eliminazione dall’orizzonte della nostra vita di quelli che la dottrina cristiana chiama i Novissimi – morte, giudizio, inferno, paradiso – fa perdere ogni serietà al nostro vivere quotidiano, e toglie ogni valore ultimo all’esercizio della nostra libertà. Si tratta invece di deliberare se "vivere davanti agli uomini" solamente o se vivere "davanti a Dio" in vista della eternità che ci attende. Ogni istante presente del tempo che viviamo ha un’importanza infinita perché è in ognuno di essi che "guadagniamo" o "perdiamo" l’eternità.

2. "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". Miei cari fratelli e sorelle, è Dio stesso che domanda di entrare nella nostra vita, di ristabilire con noi la sua alleanza in pienezza. La santa quaresima è il tempo favorevole, il giorno della salvezza nel quale noi ridiamo al Signore il posto che gli compete nella nostra vita.

"Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio". Ecco, fratelli e sorelle, ci è indicato la via da percorrere: seguire Cristo.

Posti come siamo nel tempo ma in vista dell’eternità, non c’è che un’unica scelta, una sola: scegliere di seguire Cristo. Non c’è che una speranza ricca di immortalità per noi abitanti del tempo: seguire Cristo ogni giorno. Nella vita un’unica gioia: seguire Cristo. Nella morte una sola fiducia beata: essere con Cristo. La Quaresima ci insegni questa sapienza.