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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


S. Messa in preparazione alla Pasqua per gli studenti, i docenti ed il personale non docente dell’Università di Bologna
Cattedrale di S. Pietro, 5 aprile 2006


1. "Se rimanete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Carissimi giovani, è Gesù che vi ha chiamati questa sera, perché egli desidera incontrarvi; egli desidera che accada nella vostra vita "qualcosa" che la renda veramente buona, grande, degna di essere vissuta. Che cosa? Che voi conosciate la verità e che la verità conosciuta vi faccia liberi.

Gesù inizia con voi il suo dialogo, carissimi amici, dicendovi subito due grandi parole, forse le più grandi che risuonano nel discorso umano: verità e libertà. Non solo, ma pone uno stretto legame fra le due: è la verità conosciuta che vi farà liberi; è la verità che genera la libertà. Era la cosa più "controcorrente" che Gesù poteva dirvi. Sì, poiché vi è continuamente insegnato che parlare di verità è pericoloso per la libertà dell’uomo; che solo i relativisti sono i custodi della libertà umana; che chi afferma l’esistenza di valori assoluti, indisponibili cioè alla negoziazione umana, è nemico della democrazia. Ma Gesù questa sera vi dice: "conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". È la verità che rende liberi. Ma quale verità? quale libertà?

Voglio rispondere a queste domande ricordandovi un episodio narrato nel Vangelo secondo Luca: l’incontro fra Gesù e Zaccheo. Zaccheo è un ladro, e chi ruba è schiavo del denaro al quale sacrifica anche la giustizia. Egli vuole vedere Gesù e Gesù passando si ferma e lo guarda: il dialogo fra due persone inizia spesso da un profondo intrecciarsi di sguardi. Chiede a Zaccheo di essere invitato a cena. È durante quella cena, è a causa di quell’incontro che il ladro riceve in dono un nuovo orizzonte di vita e intravede la possibilità di vivere donando piuttosto che possedendo. Vedete, carissimi giovani: ha incontrato Cristo, è divenuto libero dalla schiavitù del possesso; libero perché capace di amare.

Quale verità ci rende liberi? ci eravamo chiesti. È ciò che ci viene svelato in Gesù: nella sua persona, nella sua vita, nella sua parola; è cioè il volto del Mistero come Amore che si prende cura di noi. È la persona di Cristo vivente nella Chiesa che ci fa liberi.

Quale libertà ci viene donata dall’incontro colla verità che è il Cristo? È una profonda trasformazione del proprio io. La S. Scrittura usa una terminologia fortissima: ri-nascita; ri-generazione. È un nuovo inizio, ma nel tuo essere. Non in senso morale principalmente: cambia la vita, certo, ma perché è stata trasformata la struttura interiore dell’io. L’evangelista, come avete sentito, parla della "schiavitù del peccato". Quando l’uomo conosce la verità, incontra cioè Cristo, egli libera la forza della sua volontà per il bene; è posto nella comunione con il Padre e con gli altri. La libertà liberata è questa comunione: "lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre".

2. Carissimi giovani, avete sentito nella prima lettura il racconto di tre giovani che rifiutarono di sottomettersi al potente che imponeva loro un atto di idolatria.

Non fermatevi alle particolari circostanze storiche del racconto; questo vi priverebbe della possibilità di coglierne la drammatica attualità.

C’è anche oggi un potere di carattere culturale [si fa per dire] che limita, menoma e quasi spezza alle radici stesse la vostra libertà, nella vostra anima, nel vostro cuore, nella vostra coscienza.

Quando quel potere cerca di convincervi che non esiste nessuna verità immutabile circa ciò che è bene/male per l’uomo, ma che tutto è negoziabile dalle convenzioni sociali, è come dirvi che in qualunque momento ogni scelta vale come il suo contrario. Una tale libertà è una condanna, perché presuppone una totale neutralità di ciò che esiste; presuppone che ciascuno sia originariamente e completamente solo.

Guardatevi da questi mercanti del nulla, anche se fanno uso – come il re Nabucodonosor – del "suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpicordo … e di ogni specie di strumenti musicali". Se cioè fanno uso di ragionamenti apparentemente a favore dell’uomo.

Anche a ciascuno di voi Gesù questa sera viene incontro e vi dice: "conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". È un’esigenza ed un ammonimento. Un’esigenza: è un rapporto onesto colla verità la condizione della libertà; un ammonimento: senza questo rapporto colla verità la persona non realizza se stesso. L’uomo è libero quando si sottomette alla verità.