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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Veglia Pasquale e S. Messa “della notte”
Cattedrale di S. Pietro, 4 aprile 2015


Cari fratelli e sorelle, cari catecumeni, quattro sono le notti che stiamo celebrando: la notte della creazione; la notte della liberazione del popolo ebreo dall’Egitto; la notte in cui è risorto il Signore; questa notte durante la quale stiamo vegliando.

1. «La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso». E’ la prima notte in cui ha inizio la creazione, in cui accade l’atto creativo di Dio. L’inizio è la creazione della luce. «Dio disse: sia la luce. E la luce fu».

La creazione è il primo atto della nostra salvezza. Come avete sentito, l’ultima ad essere creata è la persona umana. Non per essere la meno importante, ma al contrario. Tutta la creazione è stata orientata all’uomo, perché questi la conducesse al suo Creatore. Egli è posto sul confine fra l’intero universo creato da Dio: è l’anello di congiunzione.

La luce è quindi creata in primo luogo in noi, perché diventando noi pure luce “intelletual piena d’amore”, potessimo essere stretti alla Luce che è Dio, obbedendo a Lui.

2. «E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto». E’ la seconda notte di cui facciamo memoria: la notte in cui Dio liberò il suo popolo dalla schiavitù egiziana.

Scrive S. Agostino: «è caduto l’angelo, è caduta l’anima dell’uomo, e hanno mostrato il fondo dell’abisso delle tenebre, dove giacerebbe tutta la creazione spirituale, se fin dall’inizio tu non avessi detto: sia fatta la luce» [Confessioni XIII 8, 9]. Avete sentito nella terza lettura: «la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte».

Dio non abbandona il suo popolo. Dio non abbandona l’uomo che non ha accolto la luce, e quindi ha perduto la sua libertà. 

La liberazione che Dio opera per Israele è come il modello, la figura di ogni opera salvifica. In Israele liberato dall’Egitto la creazione decaduta è ricostruita, e viene ristabilito nell’umanità il vero culto di Dio. Il profeta Isaia potrà rivolgersi al popolo di Dio, dicendo: «tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore…Sarai fondata sulla giustizia». Ed il profeta Baruc: «beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato».

3. L’atto creativo di Dio era orientato a quanto è accaduto nella terza notte di cui facciamo memoria. La liberazione d’Israele era la prefigurazione dell’evento accaduto nella terza notte che stiamo ricordando: la risurrezione di Gesù.

Essa è la nuova creazione. La notte della risurrezione «ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore». La creazione, la persona umana erano stati sfigurati, de-formati dal peccato. «Tutti hanno peccato» scrive l’Apostolo «e sono privi della gloria di Dio» [Rom 3, 23]. Notate bene. S. Paolo ci dice che il peccato non è solo l’atto singolo di trasgressione della legge di Dio, ma contrassegna una condizione individuale e sociale che precede anche le nostre scelte. E’ questa la creazione sfigurata e deformata, il cui principe è il peccato che domina in ogni uomo.

Il Verbo facendosi carne, è entrato in questa condizione: in una carne di peccato. Ma nella sua morte Egli ha posto fine a questa creazione: ha distrutto il peccato nel suo corpo morto e crocefisso. E risorgendo ha ri-creato il tutto; ha dato principio alla nuova creazione. La risurrezione è stata come una sorta di big-bang, il quale colla potenza della sua energia ha rifatto tutta la creazione.

4. Cari fedeli, cari catecumeni nella notte in cui stiamo vegliando – la quarta notte, la nostra notte – noi celebriamo la risurrezione di Gesù, prefigurata dalla liberazione d’Israele, e verso la quale l’atto creativo di Dio era orientato.

Come è possibile che ciascuno di noi sia coinvolto nell’evento della Risurrezione, e sia ri-creato e ri-generato? Questo coinvolgimento è assolutamente necessario perché possiamo essere nel Risorto nuove creature.

Il coinvolgimento per noi fedeli è accaduto nel battesimo; per voi catecumeni avverrà fra poco. Ma riascoltiamo per un momento l’Apostolo.

«Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo siamo stati battezzati nella sua morte?». Il battesimo ci immerge in Cristo, e fa accadere in ciascun battezzato quanto è accaduto nell’umanità di Gesù. Muore la nostra appartenenza al peccato e diventiamo una nuova creatura. La condizione nostra è cambiata alla radice: «se qualcuno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, altre nuove sono sorte» [2Cor 5, 17].

Carissimi, S. Gregorio di Tours riferisce una consuetudine del suo tempo. Il fuoco pasquale, dal quale ha avuto inizio la nostra veglia, mediante cristalli appropriati veniva acceso durante il giorno colla luce del sole. E’ esattamente questo che accade questa notte: la luce di Cristo risorto illumina ciascuno di noi, e nel battesimo siamo diventati la luce di Cristo nel mondo.