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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XXII DOMENICA PER ANNUM (B)
Seminario (Min. Istituiti), 3 settembre 2006


1. "Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi consegno, perché le mettiate in pratica". Miei cari fratelli e ministri istituiti, la parola di Dio oggi inizia il suo dialogo con noi, richiamandoci alla verità originaria – al "principio e fondamento" lo chiama Ignazio di Loyola – circa la nostra vita: l’uomo vive se ascolta e pratica la Torah, l’istruzione del Signore. Se noi paragoniamo, come fa il profeta Geremia [cfr.17,5-8], la nostra persona e la nostra vita ad un albero, dobbiamo dire che chi ascolta e mette in pratica l’istruzione del Signore, ha le radici della sua esistenza stese verso la corrente, così che non smette mai di produrre frutti di giustizia e di bene.

È necessario come non mai introdurci in questo dialogo col Signore, ripetendo a noi stessi continuamente l’esortazione dell’Apostolo: "non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente" [Rom 12,2]. Parole appena ascoltate, come "leggi e norme", "legislazione e comandamento", hanno per noi oggi un suono negativo. Le nostre orecchie preferiscono ascoltarne altre, come "autonomia e autogestione" o simili. Ci hanno fatto credere che libertà e obbedienza all’istruzione del Signore sono due grandezze inversamente proporzionali, e che una gestione eteronoma – come sarebbe quella del credente – della propria esistenza, è indegna dell’uomo.

Miei cari fratelli e ministri istituiti, accogliamo con docilità la parola che è stata seminata in noi e che può salvare le nostre anime. Le leggi e le norme insegnateci dal Signore costituiscono il dono amoroso e gratuito della sua istruzione, l’indicazione su come condurre la nostra vita. È un’istruzione che, data la sua origine, ci consente di vivere secondo le regole stesse della divina Sapienza; di diventare partecipi della stessa Sapienza divina, e di avere "la divinità vicina a sé".

Ma quando "le leggi e le norme" del Signore e la sua divina istruzione perdono questo volto di avvertimento salutare e di amoroso invito alla comunione? È il santo Vangelo che ci dona la risposta: una risposta oserei dire che ha qualcosa di tragico. La Legge del Signore cambia volto se, perché e quando cambia il cuore dell’uomo. Quando l’uomo si lascia sedurre nel suo cuore da un progetto di beatitudine propria, costruita cioè senza Dio, ed indipendentemente da lui, in quel preciso momento "la Torah santa, giusta, buona e spirituale, rivelazione della verità e manifestazione del divino progetto di amicizia, si deforma in un "precetto" e in imposizione da osservare" [F. Rossi De Gasperis].

La parola di Dio oggi richiama la nostra attenzione in particolare su una modalità in cui spesso si esprime questa mutazione di attitudine del cuore verso la Legge del Signore. Ascoltiamo: "non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla"; "trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".

Quando l’uomo non ascolta più l’istruzione del Signore, è perché egli pensa che si deve "aggiungere" o "togliere" qualcosa alla Parola divina. Questa ha bisogno di un completamento umano, poiché essa da sola non basta. La sapienza del Signore è meno sapiente della sapienza umana, che quindi deve elaborare progetti ed aggiornamenti che la rendano – si dice – rispondenti ai bisogni dell’uomo di oggi. È così che si lusinga l’uomo, introducendolo in vie che trascurano il comandamento di Dio.

2. Miei cari fratelli e ministri istituiti, per noi cristiani la santa Torah dell’Altissimo ha preso carne e sangue umani; la divina ed infinita Sapienza ha preso dimora in mezzo a noi; la nostra Legge è Gesù, poiché "la Legge fu data per mezzo di Gesù, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo" [Gv 1,17].

È lo Spirito Santo che, donatoci dal Signore crocifisso risorto, inscrive nel nostro cuore la Santa Torah che è il medesimo Signore crocefisso risorto, e ci trasforma a sua immagine e somiglianza.

È questo l’avvenimento centrale della nuova ed eterna Alleanza. Anzi la nuova ed eterna Alleanza è questo dono dello Spirito Santo, in conseguenza del quale il vero discepolo fa ciò che vuole facendo ciò che deve e fa ciò che deve facendo ciò che vuole. È liberato. In sostanza, la parola di Dio oggi ci consegna la magna Charta libertatis.