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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace
Cattedrale di San Pietro, 1 gennaio 2011


1. La Santa Chiesa celebra oggi, giorno di Capodanno, la divina maternità di Maria. Ella è da ritenersi in senso vero e proprio, non figurato o metaforico, madre di Dio, avendo concepito e generato nella nostra natura umana la divina persona del Verbo. Le parole di S. Paolo ascoltate nella seconda lettura non lasciano dubbi al riguardo.

È una significativa coincidenza quella odierna. La maternità divina di Maria è il vero inizio dell’anno nuovo: è l’inizio del tempo della salvezza. Per la divina maternità di Maria, lo scorrere degli anni – diciamo: il tempo – ha cessato di essere un viaggio cui l’uomo è condannato, avente come traguardo la morte, ma è diventato il pellegrinaggio verso la nostra dimora definitiva in Dio.

Nello scorrere del tempo l’uomo comprende di essere in se stesso mortale e debole, "mentre Dio è talmente immortale e potente che dà l’immortalità al mortale e l’eternità al temporale" [S. Ireneo, Contro le eresie III, 20,2].

Ma non possiamo ignorare – le narrazioni evangeliche ci impediscono di farlo – che la maternità di Maria è stata fin dall’inizio una maternità disprezzata: "non c’era posto per loro nell’albergo" [Lc 2,7]. È stata una maternità a rischio: "Erode sta cercando il bambino per ucciderlo" [Mt 2,13].

Maternità benedetta, quella di Maria: "i pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto". Maternità combattuta, quella di Maria: "il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato" [Ap 12,4].

Perché, ci chiediamo, la maternità di Maria è stata un "segno di contraddizione"? perché introduceva nel mondo Colui che avrebbe cacciato fuori il principe di questo mondo; che avrebbe abbattuto gli idoli davanti ai quali l’uomo abdicava alla sua reale dignità. Alla fine, nella divina maternità di Maria è in questione la verità di Dio circa l’uomo, e la reintegrazione dell’uomo medesimo nella sua dignità. "Non sei più schiavo", ci ha detto l’Apostolo, "ma figlio".

Nel primo giorno del Nuovo Anno la Chiesa ci colloca nella luce della maternità di Maria, e ci dice dunque verità grandi circa la persona umana, perché ne facciamo il fondamento della nostra vita.

2. Di quelle verità vediamo oggi un’applicazione fondamentale. Per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre ci invita a riflettere sulla "libertà religiosa via alla pace". Leggendo e meditando il suo Messaggio, come vi invito a fare, non possiamo non pensare subito al fatto che la divina maternità di Maria fu insidiata soprattutto dal potere politico, da Erode.

La libertà religiosa disegna precisamente lo spazio inviolabile da parte di chiunque compreso il potere politico; è essa che ultimamente difende l’uomo. "Nella libertà religiosa, infatti, trova espressione la specificità della persona umana, che per essa può ordinare la propria vita personale e sociale a Dio, alla cui luce si comprendono pienamente l’identità, il senso e il fine della persona. Negare o limitare in maniera arbitraria tale libertà significa coltivare una visione riduttiva della persona umana; oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta" [Messaggio 1, cpv 4°].

Ad alcuni può sembrare strano che ci attardiamo a riflettere sulla necessità della difesa della libertà religiosa nel nostro Occidente. Non è esso, come categoria culturale, nato come una grande promessa di libertà? Non è, la libertà religiosa, difesa e garantita anche dalla nostra Costituzione repubblicana?

Cari fratelli e sorelle, ci sono due modi fondamentali di violare la libertà religiosa.

Il primo è la persecuzione violenta che giunge fino all’uccisione della persona a causa della sua fede cristiana. Questa violazione della libertà religiosa non è affatto scomparsa, ma al contrario. "Infatti, risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale" [Messaggio 1, cpv 3°].

Il secondo modo di violare la libertà religiosa è sempre più pervasivo e presente nel nostro Occidente. Esso consiste nell’esclusione della religione – più concretamente: della fede cristiana – dalla vita civile pubblica. "Sei libero di professare la tua fede cristiana, ma nella tua vita privata: quando entri nella sfera pubblica, la devi lasciare fuori": è questa la formula in cui si esprimono la progressiva discriminazione dei credenti, la negazione del diritto di cittadinanza alla pubblica professione della fede, le varie limitazioni al ruolo pubblico dei credenti nella vita civile e politica.

Perché questa limitazione è una violazione alla libertà religiosa? La risposta data dal S. Padre è semplice e profonda. "La libertà religiosa, come ogni libertà, pur muovendo dalla sfera persona, la si realizza nella relazione con gli altri. Una libertà senza relazione non è libertà compiuta. Anche la libertà religiosa non si esaurisce nella sola dimensione individuale, ma si attua nella propria comunità e nella società, coerentemente con l’essere relazionale della persona e con la natura pubblica della religione" [Messaggio 6, cpv 1°].

Cari fratelli e sorelle, la nostra città nell’anno che oggi inizia sarà chiamata ad un grande atto istituzionale: eleggere chi dovrà amministrarla. "Il Signore la benedica e la protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di essa e le sia propizio. Il Signore rivolga su di essa il suo volto", e ci conceda giorni di pace. Così sia.