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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XX anniversario della Fraternità di Comunione e Liberazione
Cattedrale di Ferrara: 10 febbraio 2002

1. "Voi siete il sale della terra; voi siete la luce del mondo". Ciò che colpisce immediatamente in questa "definizione" che il Signore da del suo discepolo è che questi è mandato alla "terra - mondo": a tutta l’umanità, a tutta la realtà. Non sale di una regione della terra; non luce di una parte del mondo. Nessuno e nulla è estraneo al sale della parola di Cristo di cui il discepolo è testimone; ogni uomo deve essere illuminato dalla luce che è Cristo di cui il discepolo è il segno luminoso. Nessuna paura; nessuna ritirata; nessun volontario rientro nelle catacombe è qui ammesso: la città posta sul mondo non può essere nascosta.

Questa consapevolezza di portare il carico dell’umanità intera della propria persona e di ogni persona è possibile solo se il cristiano custodisce intatta la propria identità. La parola di Cristo al riguardo è questa sera esplicita: quando il sale perde il suo sapore, "a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini"; quando si è così stolti da accendere una lampada e poi coprirla perché non faccia luce, allora significa che abbiamo semplicemente rinunciato alla nostra dignità. Scrive un Padre delle Chiesa commentando questo testo evangelico: "Quegli elementi [sale cioè e luce] in realtà servono a recare vantaggi agli altri: la lampada non risplende per se stessa, ma per coloro che sono nelle tenebre, e tu sei lampada non per godere da solo della luce, ma per ricondurre chi è smarrito. A che giova la lampada quando non fa luce a chi è nelle tenebre? e a che serve esser cristiano se non si converte nessuno a Cristo?" [S.Giovanni Crisostomo, cit. da L’Ora dell’Ascolto, vol.1, pag. 422].

Quali sono le principali insidie oggi che espongono il cristiano ad essere sale che perde il sapore e luce messa sotto il moggio? La prima e la principale è implicata chiaramente nelle parole del Signore: per amore di un "falso irenismo" rinunciare alla propria specifica diversità. Se il Signore dice che il discepolo è luce, ciò significa che attorno a lui vi sono le tenebre: "quale unione" ci può essere, dice l’Apostolo "tra la luce e le tenebre" [2 Cor 6,14]. Significa che fuori di Cristo l’uomo cammina nell’errore. Se il Signore dice che il discepolo è sale, ciò significa che la realtà in cui vive è corrotta e destinata a perire, se non è vivificata dalla grazia di Cristo. L’essere discepolo del Signore non è un abito di cui ci si può svestire ogni volta che lo riteniamo conveniente, ma la scelta di Cristo genera nell’uomo una nuova identità e una consapevolezza nuova sorgente di giudizio e di opere vere. La vera luce che illumina, ed il sale che impedisce la corruzione dell’umanità non consiste nella ricerca di un minimo comune denominatore di valori etici. Non è il consenso a creare la verità che salva, ma è la verità che salva che deve creare consenso: di questa verità il discepolo è luce.

Ma voglio attirare la vostra attenzione, sia pure brevemente, sopra una seconda insidia alla nostra identità di luce e di sale: è la riduzione della nostra fede ad una sorta di "dopo-lavoro settimanale". La vita vera dell’uomo, quella che si vive nei giorni feriali della vita, la vita che è i nostri affetti ed il nostro lavoro, le nostre preoccupazioni e le nostre gioie, è vissuta e pensata non alla luce di Cristo, ritenendo che questi non abbia molto a che fare con quella. Quando la fede non genera cultura, un modo cioè specifico di porsi dentro all’esistenza, è già luce posta sotto il moggio.

 

2. Ma questa celebrazione eucaristica ha oggi un carattere particolare: essa vuole essere ringraziamento al Padre per il dono fatto alla Chiesa del carisma di Comunione e Liberazione. Ringraziamento che è per me fonte particolare di emozione e di gioia per l’amicizia profonda che mi lega al suo fondatore.

Carissimi, penso che in questa occasione il Signore non poteva farci dono di una parola più adeguata per una profonda comprensione del vostro carisma. Esso infatti si qualifica come presenza dentro alla vita umana di un avvenimento: l’avvenimento di un incontro con Cristo, che afferma e realizza la persona umana secondo tutte le sue capacità, contro tutti i poteri che hanno cercato di diminuirne la misura. Siete luce, siete sale perché testimoniate che questo avvenimento è accaduto, accade, e quindi è possibile.

Siate fedeli al dono che vi è stato fatto, dentro alla Chiesa umilmente sempre stupiti della bellezza della Sposa di Cristo.