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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA NATALE 1996
Messa del giorno
Cattedrale

1. “In principio era il Verbo ... tutto è stato fatto per mezzo di Lui”. Le grandi parole con cui oggi inizia la proclamazione del Vangelo ci riportano subito al fondamento di tutto ciò che esiste: del mondo, dell’uomo, di ciascuno di noi. Ci riportano al principio di tutto. Che cosa sta al principio di tutto? Il caso, un’oscura impersonale necessità, così che tutto è privo di senso, di intelligibilità? Nel principio sta il Verbo, cioè una suprema Verità ed intelligibilità che dà senso a tutto, poiché “tutto è stato fatto per mezzo di Lui”. La stoffa di cui è intessuta la realtà non può essere il nonsenso, poiché questo Verbo “sostiene tutto colla potenza della sua parola”. Tuttavia “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”.
 Fratelli, sorelle: questo è il vero nodo del nostro dramma, del vero dramma umano. Negare dentro di noi la luce della verità, “quella che illumina ogni uomo”, perseguire la nostra tenebra. Che cosa significa questa negazione ed in che cosa consiste? Nel porre al principio di tutto non la sapienza di Dio, ma la nostra decisione autonoma di stabilire ciò che è bene o male. E’ l’ascolto della tentazione originaria che risuona sempre dentro il nostro cuore: “Non morirete affatto! ... si aprirebbero i vostri occhi e diventerete come Dio, conoscendo il bene ed il male” (Gen. 3,4-5). In conseguenza si sostituisce alla Sapienza di Dio la nostra pseudo-sapienza come base di tutto. “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’accolsero”. E l’uomo si trova in una vita, in una società priva di verità. Priva della verità sulla persona umana: l’uomo ridotto, considerato come un animale più perfetto degli altri, privo di una vera libertà poiché si muove ad agire solo in base  a considerazioni della propria utilità. Priva della verità sulla società umana: la società umana considerata solo come uno scontro di individui opposti che cercano solo provvisorie convergenze di opposti interessi.  “In principio era il Verbo ... tutto è stato fatto per mezzo di Lui”, dice oggi la S. Scrittura; “in principio sta l’agire dell’uomo ... tutto dipende da esso”, gli contrappone oggi la nostra società. E che cosa succede? quale è l’esisto di questo scontro? “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria ... pieno di grazia e di verità”. Ecco che cosa succede! Il Verbo viene ad abitare in mezzo a noi con tutta la pienezza della sua verità. Questo fatto da una parte cambia completamente la condizione di ciascuno di noi e dall’altra provoca la libertà dell’uomo ad una scelta inevitabile.
 L’Incarnazione del Verbo (“e il Verbo si fece carne”) cambia la nostra condizione umana. In primo luogo perché nella sua carne noi possiamo vedere la sua Gloria, cioè possiamo capire quale è il volto del Mistero di Dio. E’ grazia, è amore, è benevolenza. La paura del Mistero finisce, poiché il Verbo facendosi carne, ha reso manifesto che Dio è amore. Inoltre, in Lui la persona umana è quindi ricostruita nella sua forma originaria. “Noi non ci siamo mossi verso Dio: è Lui che è venuto e disceso a noi. Noi non lo cercavamo più, ma siamo stati cercati: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia”. Mentre fino al Cristo, Iddio beneficava l’uomo attraverso l’intervento dei profeti, ora è Egli stesso nel suo Figlio unigenito, che agisce immediatamente e personalmente.
 Venendo la luce ad abitare dentro le nostre tenebre, la persona umana è provocata a prendere una decisione. Ora ci sono persone che dicono di vedere, ma in realtà sono cieche: queste sono perdute, poiché non incontreranno mai Cristo, luce venuta ad abitare fra noi. Ci sono persone che dicono di non vedere, ma ritengono  che nessuno possa guarirle: costoro sono disperati e hanno consegnato la loro vita al nonsenso. Ci sono persone che dicono di non vedere e gridano a Cristo di essere guarite dalla sua Verità: costoro sono salvati. Ecco le tre possibilità che si aprono davanti alla nostra libertà, questa sera.

 Ed allora, fratello o sorella: apriti alla grazia e alla verità che ci vengono attraverso il Verbo fatto carne. “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo”: è da quel momento che la Chiesa computa il tempo, il tempo della salvezza. Sia la luce di Cristo la nostra guida; sia la guida di questa città fatta, come ogni cosa, per mezzo di Lui e in vista di Lui. Solo in Lui ritroverà la sua vera identità.