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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


PRIMA DOMENICA DI AVVENTO (C)
Monticelli
30 novembre 2003

1. Come noterete anche dagli abiti liturgici che vesto, siamo entrati oggi in un nuovo tempo liturgico, l’Avvento. La parola significa "venuta": venuta di chi? del Signore Gesù.

Qualcuno forse penserà: "ma Gesù non è già venuto, cioè nato duemila anni fa? Certamente: è già venuto. E pertanto questo tempo liturgico che oggi iniziamo è anche preparazione a celebrare degnamente la memoria di un fatto già accaduto: la nascita di Gesù a Betlemme. Ma non è solo; non è principalmente questo.

Il Signore Gesù non è ancora venuto poiché, come Egli ha promesso nel momento in cui ha lasciato visibilmente questa terra, Egli ritornerà. Questi giorni di Avvento ci sono donati perché ci prepariamo al ritorno del Signore Gesù. Le pagine della S. Scrittura che, come ogni domenica, abbiamo ascoltato, - quella profetica, quella apostolica, quella evangelica -oggi ci parlano di questa preparazione.

2. Una prima domanda che può sorgere nel nostro cuore è la seguente: quando ritornerà? Sentite che cosa dice il S. Vangelo: "come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia della terra", cioè: nessuno sa il momento di quel ritorno, né l’ora né il giorno. Ed allora quale è il modo di prepararci? Gesù ce lo dice con due parole: "vegliate e pregate…". Che cosa significa "pregate", penso sia abbastanza chiaro a tutti. Che cosa significa "vegliate"? Significa due cose: una ce lo dice il Signore, e l’altra S. Paolo. Vegliate, significa "state bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze ed affanni della vita". Cioè: non bisogno vivere come se non dovessimo mai morire; come se questa che viviamo ora, fosse la sola vita; come se prima o poi non dovessimo essere giudicati dal Signore.

Vegliare significa "crescere ed abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti… per rendere saldi ed irreprensibili i vostri cuori nella santità". Ci si prepara alla venuta del Signore esercitando la carità vicendevole.

3. Ma forse ciò che vi ho detto può sembrarvi … un po’ vago, fino a quando non chiariamo un punto centrale nel tempo dell’Avvento: che cosa vuol dire "il Signore ritornerà?" prestatemi bene attenzione. Vuol dire due cose.

Primo. La morte non è la fine di tutto. È invece l’incontro col Signore. Dire allora "il Signore ritornerà" equivale a dire "tu morirai" e la tua morte è l’incontro col Signore che ti giudicherà.

Secondo. Questo mondo non è destinato a durare per sempre: la nostra storia umana si concluderà, perché il Signore Gesù verrà "con potenza e gloria grande" per porre fine al dominio del male. Allora il tempo dell’Avvento è il tempo che deve nutrire in noi una grande speranza. E Dio sa di quanta speranza noi oggi abbiamo bisogno.